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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Il lemma «Lingua» 247<br />

Eppure il codice è una grande scoperta, mi verrebbe quasi da<br />

dire: è una legge <strong>del</strong>l’uomo. Saussure parla di «utilizzare». Questo<br />

verbo era più ricco, più convincente, più rispondente a quel piccolo<br />

particolare insignificante e accidentale che è la soggettività umana.<br />

«Utilizzare», inoltre, implica immediatamente la nozione di<br />

strumento: se, utilizzando il codice, il parlante compie un atto<br />

individuale, vuol dire che la lingua è un suo strumento. Chi nella<br />

concezione <strong>del</strong>l’uomo aveva una sorta di fe<strong>del</strong>tà alla linea<br />

aristotelico-tomista 318 ha privilegiato questa lettura, e Saussure<br />

l’avrebbe consentita.<br />

L’utilizzazione comporta una strumentalizzazione. Ma che cosa<br />

è lo strumento? In Aristotele, οργανον (imparentato con εργον,<br />

ma anche con organico, organizzazione) è ciò che consente l’atto,<br />

secondo un duplice significato: ci sono strumenti di cui l’uomo è<br />

già dotato in quanto parti <strong>del</strong> suo soma e strumenti esterni a lui,<br />

ossia protesi. Nell’idea aristotelica c’è continuità fra organo e<br />

protesi, poiché il tutto è retto dalla nozione di fine. Solo tenendo<br />

conto <strong>del</strong>la continuità fra organo e protesi possiamo capire la<br />

natura <strong>del</strong>la lingua, un organo che viene da fuori, ma vive dentro.<br />

La nozione di Mechanisierung, che compare in Philip<br />

Wegener, 319 è interessante: meccanicizzazione è il «pensiero<br />

pensato» che diventa strumento, opera. La lingua è<br />

Mechanisierung, sedimentazione in una dimensione <strong>del</strong>la<br />

coscienza che è la memoria all’opera. Comporta un grado di<br />

è interessante, perché la contemplazione faceva parte <strong>del</strong>la «vita beata» <strong>del</strong> Paradiso: era<br />

partecipata all’uomo, ma era di un altro. In questo caso il soggetto <strong>del</strong>la contemplazione<br />

è la regola, il codice.<br />

318 Il discorso sulla scolastica e sulla neoscolastica andrebbe ricostruito, mentre nella<br />

manualistica, proprio in seguito alla crisi <strong>del</strong> Novecento, è considerato un discorso<br />

marginale. Non a caso, la Scuola di Praga, con ascendenze aristotelico-tomiste, pur<br />

confuse e compromesse da qualche fraintendimento, ripristina il concetto di fine: si<br />

utilizza per un fine. Essa, in qualche modo, ripristina quindi quel grande concetto di<br />

felicità che è il relato fondamentale <strong>del</strong>la finalizzazione.<br />

319 Philip Wegener è un autore un po’ ai margini tra i filosofi <strong>del</strong>la scienza fra Otto e<br />

Novecento; viene ripreso anche da alcuni autori americani in rapporto a tematiche <strong>del</strong>la<br />

psicoanalisi.

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