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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Pedagogia 347<br />

poneva il problema <strong>del</strong>la realtà, <strong>del</strong>l’essere in quanto essere e, di<br />

conseguenza, il problema <strong>del</strong>la posizione <strong>del</strong>l’uomo in questa<br />

concezione <strong>del</strong>la realtà. E allora la pedagogia si identificava con la<br />

filosofia. Ma l’educazione non poteva che strutturarsi come<br />

scienza autonoma, in quanto l’uomo, nella sua essenza, è un essere<br />

educabile né si può prescindere dalla sua educabilità, così che essa<br />

ne è una dimensione intrinseca e indagabile in sé stessa.<br />

La questione è tuttavia complessa. L’uomo deve autoeducarsi<br />

per diventare quello che già è e che deve divenire.<br />

Paradossalmente dunque l’educazione non offre nulla, perché<br />

potenzialmente, allo stato latente, l’uomo ha già tutto. Ma, come<br />

abbiamo già detto, l’educazione non potrebbe darsi senza<br />

l’intervento e l’interazione <strong>del</strong>l’altro. La conciliazione di questi<br />

due elementi occupa uno spazio importantissimo nella storia <strong>del</strong><br />

pensiero umano. Possiamo portare l’esempio <strong>del</strong>l’autorità <strong>del</strong><br />

padre verso il figlio («Tu devi fare quello che dico io!» a cui il<br />

figlio risponde: «Ma tu chi sei per dirmi ciò che devo fare?») o<br />

addirittura <strong>del</strong>la dittatura nello Stato («Se volete essere felici –<br />

dice il dittatore – dovete fare quello che dico io»). Ma in maniera<br />

più semplice e profonda potremmo anche dire che il bambino, il<br />

fanciullo, l’adolescente, l’anziano sono in sé esseri quasi compiuti.<br />

Il bambino ha in sé potenzialmente, allo stato latente, tutte le realtà<br />

che attendono solo di essere sollecitate dall’interazione e dal<br />

rapporto. Il pensiero moderno, soprattutto novecentesco, ha<br />

dedicato molta attenzione all’interazione, alla dialogicità,<br />

all’alterità, come dimensione fondamentale <strong>del</strong>l’uomo, fino ad<br />

affermare la difficoltà di distinguere l’io e il tu, che danno luogo a<br />

quell’evento in cui entrambi sono indispensabili e protagonisti.<br />

2. Le quattro componenti <strong>del</strong>l’educazione<br />

Perché l’uomo è educabile? Per quattro ragioni.<br />

Primo: perché esiste una realtà che si sviluppa. Il divenire<br />

<strong>del</strong>l’essere umano, o sviluppo, è il primo momento. Oggi parliamo<br />

di sviluppo anche in senso psicologico: non si sviluppa la persona

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