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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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PER FINIRE<br />

Giacomo B. Contri<br />

La verità sta nel riconoscere che un giudizio è vero<br />

Riprendo la conclusione di Glauco Genga per osservare che fa<br />

ancora parte <strong>del</strong> dibattito politico il quesito se la Liberazione sia<br />

avvenuta grazie agli Alleati o, in misura dignitosa e rilevante, alla<br />

Resistenza, ossia se il piatto penda più dal lato <strong>del</strong>l’Alleato o dal<br />

lato <strong>del</strong> Soggetto. Glauco Genga si è espresso in maniera molto<br />

pertinente: il vizio <strong>del</strong> dibattito è volere definire la maggiore o<br />

minore quantità di una parte o <strong>del</strong>l’altra. Il rapporto fra soggetto e<br />

altro dice che l’aiuto viene dal rapporto stesso e non dalle diverse<br />

misure o quantità di apporto di ciascuno. L’aiuto è l’esistenza <strong>del</strong>la<br />

relazione come tale.<br />

Se parlando, Glauco Genga avesse commesso un lapsus, io<br />

come voi avremmo potuto dire: «Questo è un lapsus». Ecco un<br />

esempio di giudizio. Poniamo tuttavia che egli non riconosca il<br />

lapsus, ossia che non emetta egli stesso il medesimo giudizio:<br />

sarebbe un soggetto senza giudizio. Questo non va mai lasciato<br />

passare, in particolare nel lavoro psicoanalitico, dove altrimenti<br />

verrebbe meno il «dovere» <strong>del</strong>l’analista.<br />

Allo stesso modo: «Questo è un sintomo» è un giudizio. Ci sono<br />

tante cose di noi che fino a oggi non riconosciamo come sintomi,<br />

ma non si prende in cura una persona che non riconosca alcuni dei<br />

propri sintomi, ossia che non emetta almeno alcuni giudizi relativi<br />

al moto <strong>del</strong> proprio corpo e dei propri pensieri. Proprio alcuni<br />

giorni fa ho rimandato per l’ennesima volta una persona<br />

indubbiamente afflitta da patologia grave e che continua a proporsi<br />

come «persona che sta male». Era sorpresa dal mio non volerla<br />

prendere in cura, ma la frase: «Io sto male» non è un giudizio, anzi<br />

è un’abdicazione al giudizio. Se tutto ciò che sai dire è questo, è in<br />

crisi la tua facoltà giudicante. La tua frase sarebbe vera, se fosse:

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