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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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«Università». Ri-capitolare<br />

passivamente. Mentre la parole, atto individuale di volontà e<br />

intelligenza, continua a mantenere, pur contraddittoriamente, un<br />

certo spazio in cui conviene distinguere: 1. le combinazioni con<br />

cui il soggetto parlante utilizza il codice <strong>del</strong>la lingua in vista<br />

<strong>del</strong>l’espressione <strong>del</strong> proprio pensiero; 2. il meccanismo psicofisico<br />

che permette di esternare tali convinzioni, ossia la parte<br />

sinistra <strong>del</strong> cervello. La parola è perciò l’accessorio, l’inessenziale,<br />

l’accidentale, il casuale.<br />

Ancor oggi conviene partire da questo passo, che ha segnato<br />

tutta la linguistica <strong>del</strong> Novecento e costituito uno dei grandi<br />

momenti <strong>del</strong> sospetto. Il soggetto crede di costruire, di produrre, di<br />

fare, mentre in realtà agiscono gli strumenti di produzione, i<br />

rapporti, l’organizzazione. Il soggetto crede di pensare, di peccare,<br />

di avere affetti e perversioni, mentre in realtà agisce in lui la legge<br />

oggettiva <strong>del</strong>la psiche. Il soggetto crede di parlare, in realtà applica<br />

il codice. Il sociale è l’obbligatorio e l’essenziale, al tempo stesso<br />

il convenzionale e il culturale, dunque l’innaturale. Questi<br />

procedimenti logici, tutti imposti dal lessico <strong>del</strong> Novecento,<br />

costituiscono la normalità dei passaggi testuali.<br />

Il sospetto, espresso nella frase: «Gli ignoranti credono che…,<br />

invece io intellettuale so che…», rappresenta un modo per salvarsi<br />

in pochi: perché soltanto i grandi illuminati, che hanno colto<br />

l’apparenza <strong>del</strong>le cose in cui crediamo e descrivono l’uomo come<br />

esecuzione di una legge che non dipende da lui, non dipendono da<br />

nessuno. L’uomo è convenzionale e frutto <strong>del</strong>l’evoluzione; sembra<br />

che il soggetto si senta legittimato solo se si riconosce secondo la<br />

regola, come occorrenza di un codice (il meccanismo psico-fisico<br />

di cui diceva Saussure). L’uomo sarebbe semplicemente un luogo<br />

in cui si attiva il sistema <strong>del</strong> codice che l’individuo ha il compito di<br />

mettere in atto e che si chiamerà «cultura» (si parlerà allora di<br />

«semiotica <strong>del</strong>la cultura»). 317<br />

317 C’è una consolazione un po’ modesta e perfida che fa dire al malato, quando è<br />

davanti alla diagnosi <strong>del</strong> proprio male: «Nessun problema: il mio è un caso<br />

contemplato», ossia contemplato da un codice. Dal punto di vista semantico questo verbo

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