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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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L’errore «sessualità» nel Simposio di Platone 137<br />

In queste parole si sente aleggiare un’aura di mistica<br />

ineffabilità, che facilmente si sposa con l’istintività.<br />

Concludo con una considerazione sul nesso tra l’Aristofane<br />

platonico e il Socrate platonico <strong>del</strong> Simposio: la concezione<br />

illustrata da Aristofane nel Simposio non è quella di Platone, anche<br />

se qualche interprete l’ha considerata in tal senso, perché Platone<br />

nel Simposio ha come suo portavoce la coppia Socrate-Diotima.<br />

Tuttavia, al di là di tutte le differenze, mi sembra non azzardato<br />

riconoscere un aspetto di continuità fra il discorso di Aristofane e<br />

il discorso di Platone-Socrate.<br />

Questo aspetto riguarda il carattere di transitorietà di Eros.<br />

Nella tesi di Aristofane è infatti implicato che Eros, il dio-amore,<br />

sia un dio provvisorio. Se ci si domanda infatti che cosa<br />

accadrebbe se l’opera di Eros giungesse a conclusione e la sua<br />

azione medica di risanamento si compisse, ripristinando l’antica<br />

natura e dunque realizzando la ricongiunzione fusionale fra i due<br />

corpi in uno, la risposta è facile: non ci sarebbe più spazio per<br />

Eros. Il fine di Eros è la fine di Eros, il suo compimento è la sua<br />

estinzione. Potremmo dire altrimenti: nella meta vien meno<br />

l’amore.<br />

Questa risposta è lecita in quanto Aristofane, descrivendo lo<br />

stato <strong>del</strong>l’antica natura non ancora spezzata da Giove, dice che in<br />

quello stato non sono descritti i rapporti amorosi, le relazioni<br />

erotiche. Tutt’al più dominano l’insolenza, l’inimicizia, l’invidia<br />

per gli dei. 184<br />

Come ho ricordato, la posizione di Platone è illustrata nel<br />

discorso di Socrate-Diotima: certo l’Eros descritto in esso non ha<br />

gli stessi connotati di quelli presentati da Aristofane, e tuttavia non<br />

mancano tangenze e contiguità. In particolare, uno dei nuclei<br />

184 Con un paragone un po’ azzardato si può notare l’antiteticità fra questo Erosistintività<br />

di Aristofane e l’amore-carità paolino. Mi riferisco alla celebre frase <strong>del</strong>la I<br />

Cor. I, 13 in cui di amore-carità si dice che non tramonta mai: potranno passare la<br />

speranza e la fede, ma non l’amore-carità, che persiste nel compimento, compreso<br />

l’ultimo compimento <strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> Regno dei Cieli. Per Aristofane, Eros viene<br />

espulso proprio nel compimento e dal compimento.

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