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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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«Università». Ri-capitolare<br />

i proprietari dei capitali che possono permettersi di agire per il<br />

proprio profitto, dall’altra una massa irrimediabilmente sconfitta e<br />

rinunciataria quanto al proprio principio di profitto e limitata ormai<br />

a un agire volto solo alla sopravvivenza; una massa formalmente<br />

libera, dal punto di vista <strong>del</strong> diritto <strong>del</strong>lo Stato, ma di fatto costretta<br />

dal pungolo <strong>del</strong>la fame, come felicemente si esprime Weber nella<br />

sua Storia economica. Una massa impossibilitata, quindi, a pensare<br />

il profitto <strong>del</strong> capitalista come condizione <strong>del</strong> proprio profitto, e<br />

che pertanto lascia a sua volta il capitalista nella condizione di<br />

curarsi solo <strong>del</strong>la propria sopravvivenza, <strong>del</strong>la propria<br />

riproduzione, senza che possa pensare al profitto <strong>del</strong> lavoratore<br />

come condizione <strong>del</strong> proprio. Ne risulta così una cittadinanza<br />

formalmente pacifica solo a patto di ammettere una doppia morale,<br />

una per le élite e l’altra per le masse. E una doppia psicologia.<br />

«Superando» l’antagonismo postulato da Marx, Weber si<br />

cimenterà con il grande tentativo di unificarle nell’etica <strong>del</strong>la<br />

rinuncia.<br />

Dal lato opposto, la teoria neoclassica non propone una<br />

soluzione diversa da quella antagonistica e rivoluzionaria di Marx,<br />

bensì semplicemente dissolve la questione: non c’è più questione<br />

perché non c’è più uomo. È con la teoria neoclassica, che<br />

l’economia viene degradata a sfera: non si tratta più, come in<br />

Marx, <strong>del</strong> problema − umano − di un rapporto che non può essere<br />

tale se coloro che lo costituiscono lo fanno in base a principi<br />

diversi e incompatibili. In questa sfera è infatti all’opera un<br />

mo<strong>del</strong>lo termodinamico, cui allo stesso modo sono sottoposti tanto<br />

i lavoratori quanto i capitalisti: poiché ogni individuo rappresenta<br />

un montante di risorse di vario genere e di fattori di produzione<br />

(capitali, capacità, energie fisiche) che devono essere ricostituite<br />

dopo avere compiuto un certo lavoro per la propria sopravvivenza,<br />

ciascuno potrà prelevare quel che gli serve, per ripristinare<br />

l’integrità iniziale, da ciò che è stato prodotto e in base a quanto<br />

avrà contribuito al lavoro stesso a partire dai fattori di cui<br />

disponeva. Ogni individuo poi cercherà di massimizzare la propria

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