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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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170<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

L’articolazione di soddisfazione e godimento 219 risulta molto<br />

utile perché chiarisce che il rapporto <strong>del</strong>la norma di natura sotto<br />

l’aspetto economico è dissimmetrico; collocare inoltre il<br />

godimento nella freccia δ – che descrive ciò che ritorna dall’Altro<br />

verso il Soggetto – sottolinea anche la differenza economica fra le<br />

due posizioni. 220 Seguendo la clessidra, il lavoro sta nella freccia<br />

che indica la domanda, γ, mentre dalla parte di δ il soggetto è<br />

pensabile solo come passivo: in quel momento avrà beneficio.<br />

In questa chiave diviene chiaro che tutti i beni <strong>del</strong>l’Universo, in<br />

quanto beni di quell’Universo in cui il soggetto si pone, sono<br />

usufruibili. Dire che i beni sono ereditabili equivale a dire che sono<br />

usufruibili. 221<br />

219 Si veda la seduta <strong>del</strong> 19 gennaio 1996 <strong>del</strong> Seminario <strong>del</strong>la SPPP 1995-96, Vita<br />

psichica come vita giuridica, 2, in cui Giacomo B. Contri ha affermato come il diritto sta<br />

nell’obbligazione prima che nella sanzione, cosicché generare obbligazione nell’altro<br />

equivale a dargli la soddisfazione, attraverso cui il soggetto avrà il suo godimento.<br />

220 È la base per la miglior critica che possiamo rivolgere all’individualismo<br />

utilitaristico, per il fatto che l’altro prescelto è in qualche modo un soggetto capace di<br />

giudizio; ciò vale anche se l’altro non fosse una persona, ma un partito o un libro (non si<br />

può trarre godimento da un libro senza ritenere che contenga qualche giudizio<br />

interessante).<br />

Nello stesso tempo una norma di godimento di questo tipo esclude dalla normalità<br />

anche ogni forma di collettivismo: dato che non si tratta di soddisfare qualunque altro,<br />

non riguarda il «bene collettivo»; quel passaggio – nella clessidra – riguarda l’altro<br />

determinato, prescelto, giudicato degno.<br />

GIACOMO B. CONT<strong>RI</strong> interviene precisando: «Il godimento <strong>del</strong> libro va proprio inteso<br />

come genitivo soggettivo, pensando che è il libro a godere <strong>del</strong> lettore: il godimento è la<br />

passività <strong>del</strong> soggetto nel fatto che un altro fa qualcosa di me. Chiunque pensi alla lettura<br />

di un libro interessante, riconosce la passività nei confronti <strong>del</strong> libro, tanto è vero che<br />

esso opera degli effetti sul mio intelletto, sul mio gusto, sui miei interessi; si è fatti da un<br />

libro».<br />

221 Vale la pena di rileggere i paragrafi sull’usufrutto di Alberto Colombo [nella<br />

lezione <strong>del</strong> 26 novembre 1994 <strong>del</strong> Corso di Studium Cartello 1994-95, A non è non A]:<br />

prendendo il termine nella sua etimologia, si può costruire, nel diritto di natura, un<br />

concetto che dimostra l’inscindibilità <strong>del</strong>l’uti e <strong>del</strong> frui in un modo più diretto di quanto<br />

non fosse possibile a Tommaso nella sua epoca.

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