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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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108<br />

«Università». Ri-capitolare<br />

La questione di come si trasmette la psicopatologia ricorre nella<br />

nostra cultura e, da almeno duemila anni, è coglibile<br />

immediatamente in quel colloquio in cui un tale dice: «Rabbì, chi<br />

ha peccato, lui o i suoi genitori?», 164 esprimendo in maniera<br />

evidente l’interesse di sapere chi sia imputabile <strong>del</strong>l’effetto<br />

considerato. In particolare vuol dire: come riconoscere<br />

l’imputabilità <strong>del</strong>l’altro senza eliminare l’imputabilità <strong>del</strong><br />

soggetto? Questo interrogativo sta al centro dei nostri pensieri<br />

pratici, in particolare contrappunta tutti gli atti che concernono la<br />

cura.<br />

In risposta alla questione circa la trasmissibilità <strong>del</strong>la<br />

psicopatologia sono state formulate, e sono correnti, diverse teorie<br />

che giudichiamo patologiche. Ne cito solo due particolarmente<br />

accattivanti e agguerrite nel loro proporsi erroneamente, senza<br />

svilupparle dettagliatamente. La prima è la teoria <strong>del</strong> doppio<br />

legame, il cui aspetto tragico consiste nel ridurre l’imputabilità a<br />

un giochetto di logica, facendo decadere l’atto di pensiero <strong>del</strong><br />

soggetto a un prodotto di rapporti di logica <strong>del</strong> discorso. La<br />

seconda teoria afferma l’onnipotenza di un dispositivo chiamato<br />

linguaggio, il quale, pur agendo all’esterno <strong>del</strong> soggetto, sarebbe<br />

dotato di una efficacia totalitaristica nei suoi confronti,<br />

vanificando, a un tempo, la possibilità di cogliere soggetto e altro<br />

nella loro efficacia: entrambi sarebbero coglibili soltanto come un<br />

continuo rimando <strong>del</strong>la propria immagine attraverso uno specchio<br />

deformante. L’uomo, per il fatto di parlare (questo verbo<br />

accomuna a un tempo parola e pensiero), sarebbe diviso in se<br />

stesso e impossibilitato a cogliere efficacemente l’altro. E tuttavia<br />

non potremmo respirare altra aria che questa. 165 Vi è pure una terza<br />

teoria di comune riscontro nel pensiero patologico, secondo cui le<br />

164 Giovanni, IX, 2.<br />

165 Ricordo la battuta di Karl Kraus in cui, al tizio che si lamentava <strong>del</strong>le proprie<br />

plurime insoddisfazioni amorose che imputava al fatto che «le donne sono fatte male»,<br />

veniva risposto: «Ci spiace, ma in questo campo è ciò che abbiamo di meglio». Pur non<br />

essendo irrilevante il fatto che la battuta riguarda la donna, noto che testimonia pur<br />

sempre una cultura ormai minoritaria, nevrotica e non ancora perversa.

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