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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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Pedagogia 349<br />

3. La pedagogia nella storia <strong>del</strong>la cultura<br />

Tra ’500 e ’600 le scienze acquisiscono la loro autonomia.<br />

Accade anche alla pedagogia per opera di Comenio. È il primo<br />

pedagogista a porre il problema <strong>del</strong>l’autonomia <strong>del</strong>la pedagogia sia<br />

dalla filosofia sia dalla teologia. Senza poter fare a meno <strong>del</strong><br />

rapporto con le altre scienze, essa ha un suo oggetto specifico:<br />

l’educazione. Parliamo di rapporto con le altre scienze, mentre<br />

prima si parlava di una pedagogia inclusa o nella filosofia o, nel<br />

medioevo, nella teologia. Il destino <strong>del</strong>la pedagogia, o scienza<br />

<strong>del</strong>l’educazione, è il destino di tantissime altre scienze che dal<br />

’500-’600 in poi acquisiscono la loro autonomia.<br />

A metà <strong>del</strong> ’700, in contrapposizione con la cultura <strong>del</strong> tempo,<br />

Rousseau scrive l’Emilio, un trattato pedagogico o, potremmo<br />

anche dire, un libro psicologico. Dice Rousseau: perché Emilio<br />

abbia un buon sviluppo, subito dopo la nascita deve essere<br />

allontanato dalla città e portato a contatto con la natura. Egli parte<br />

da un principio fondamentale: tutto quello che viene dalle mani <strong>del</strong><br />

Creatore e dalla natura è buono. Solo a contatto con la natura<br />

Emilio avrà uno sviluppo non condizionato. Il precettore seguirà<br />

indirettamente Emilio, solo per assicurare al ragazzo di seguire il<br />

suo sviluppo naturale.<br />

Su questa teoria si fondano le tesi successive di autori come<br />

Tolstoij e Samuel, che continuano a coltivare l’idea che l’uomo di<br />

per sé sia buono, mentre sia la società a corrompere l’itinerario di<br />

sviluppo e di apprendimento <strong>del</strong> bambino.<br />

Dopo Rousseau, ciclicamente, ricompare l’idea di lasciar fare<br />

all’allievo ciò che vuole. Basti pensare al più recente ’68 che<br />

riporta in luce l’antinomia centrale <strong>del</strong>l’educazione: il conflitto fra<br />

natura e cultura. Rousseau dunque non è il maestro che vuole dire<br />

qualcosa, ma colui che tenta un’interpretazione pedagogica che<br />

possa dare una soluzione, seppure provvisoria, a questa antinomia<br />

già così viva nel ’700. L’Emilio è un’utopia educativa di senso<br />

positivo. I capitoli iniziali ci parlano <strong>del</strong>l’infanzia di Emilio. Prima<br />

si sviluppano i sensi, poi la ragione, quindi la vita morale,

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