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«UNIVERSITÀ». RI-CAPITOLARE - 1997 - Società Amici del Pensiero

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«Università». Ri-capitolare<br />

Ricordo la mia insoddisfazione 241 per la tradizionalissima<br />

iconografia <strong>del</strong>lo Stato nel Leviatano di Hobbes, in cui il corpo <strong>del</strong><br />

personaggio principesco, il Re, è composto di tanti corpi più<br />

piccoli che sono i sudditi. No: il nostro unico punto è che le<br />

dimensioni <strong>del</strong> singolo sono le medesime dimensioni <strong>del</strong>l’Universo<br />

e per questo diciamo che non esiste la distinzione pubblico e<br />

privato. Il sano e il santo realizzano le individuali dimensioni, le<br />

medesime <strong>del</strong>l’Universo.<br />

Mi spingo a fare l’apologia <strong>del</strong> capitalista, esattamente come<br />

faceva Gesù Cristo nei Vangeli con la parabola dei talenti: il<br />

capitalista ha la marcia in più, perché è colui che desidera il<br />

profitto e sa essere un soggetto. Il capitalista ha a che fare con «i<br />

gigli <strong>del</strong> campo». Che c’entrano «i gigli <strong>del</strong> campo»? Si dice<br />

(sorvolate su quella che a me non pare, ma è sempre stata predicata<br />

come una poeticità ingenua) che «i gigli <strong>del</strong> campo» non devono<br />

preoccuparsi o indaffararsi tanto, non filano e non tessono, non<br />

fanno il lavoro <strong>del</strong>la freccia δ. Perché? Semplice: i gigli sanno che<br />

il lavoro tocca a un altro. Il capitalista infatti non tesse e non fila:<br />

gli operai, per definizione, compiono il lavoro. Perciò anche il<br />

capitalista è un giglio <strong>del</strong> campo. Che cosa fa il capitalista? Mette<br />

a disposizione <strong>del</strong> lavoratore, affinché operi una trasformazione,<br />

non una materia, ma la materia prima ovvero un semi-lavorato. Il<br />

capitalista investe per procurarsi la materia prima e per far<br />

lavorare, affinché si inneschino trasformazione e profitto. Se, per<br />

ognuno di noi, l’amore fosse questo, l’amore esisterebbe. Non sto<br />

dicendo che il capitalista ami l’umanità, ma egli si trova nella<br />

posizione di sorpresa <strong>del</strong> soggetto che scopre di essere<br />

ulteriormente elaborabile per mezzo di un altro: a partire da ciò<br />

che ha messo a disposizione di chi lavora per lui (il suo altro),<br />

risulterà che egli stesso sarà trattato esattamente come materia<br />

prima. Ne risulterà una trasformazione, qualcosa di nuovo, un<br />

sovrappiù. L’Universo si è dilatato. Se nell’amore non si riscontra<br />

questo, l’amore è un’altra parola vana.<br />

241 È il pensiero a essere soddisfatto; la soddisfazione riguarda il pensiero. Se il<br />

pensiero non è soddisfatto, la pancia non ha interesse a ricevere cibo. L’insoddisfazione<br />

<strong>del</strong> pensiero si chiama anoressia. Ecco perché è decisivo sapere cosa è il pensiero.

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