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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

rava lo 0,25% del totale, era una piccola minoranza formata dalla classe media qualificata<br />

che beneficiava di redditi crescenti (Ebenau e Al-Taher, 2010: 9-10). Allo<br />

stesso tempo, la quota percentuale dell’occupazione informale raggiungeva il 93%<br />

<strong>della</strong> forza lavoro. Bosworth et al. (2007) hanno dimostrato che dall’inizio de<strong>gli</strong> anni<br />

’80, la crescita delle produttività nei servizi, in contrasto con l’esperienza di <strong>altri</strong><br />

paesi allo stesso livello di sviluppo, è stata notevole, mentre sono stati modesti <strong>gli</strong><br />

aumenti ottenuti in agricoltura e nell’industria, in linea con quanto successo in Corea<br />

e Taiwan ne<strong>gli</strong> anni ’60 e ’70. Quello che maggiormente distingue il caso indiano è<br />

la relativamente bassa crescita <strong>della</strong> produzione industriale e il suo modesto ruolo<br />

nell’assorbire i lavoratori che nell’agricoltura sono sottoutilizzati.<br />

Ulilizzando specialmente manodopera altamente specializzata e richiedendo una<br />

bassa intensità di capitale, probabilmente la crescita del settore servizi è dovuta essenzialmente<br />

al mi<strong>gli</strong>oramento <strong>della</strong> produttività del lavoro e alla TFP, per cui una<br />

strategia di crescita incentrata sul terziario non può che creare un’economia duale<br />

che penalizza ulteriormente la maggioranza <strong>della</strong> popolazione. Sempre Bosworth et<br />

al. (2007: 29 Tab. 7) calcolano che l’aumento <strong>della</strong> produttività totale dei servizi ha<br />

contribuito 1,3% punti dei 3,7% che rappresentano la crescita percentuale annuale<br />

del PIL per lavoratore durante il periodo 1980-2004, mentre il contributo<br />

dell’agricoltura è stato di 0,7% punti, quello dell’industria 0,8% e di 1,0% quello<br />

<strong>della</strong> riallocazione delle risorse verso attività più produttive.<br />

Da non dimenticare poi, che la stessa espansione del settore dei servizi potrebbe<br />

essere seriamente limitata dalla crescente scarsità di manodopera di qualità e dalla<br />

dilagante corruzione. Senza un settore manifatturiero capace di assorbire in attività<br />

produttive le masse relegate in un settore agricolo in crisi, i servizi non possono trasformare<br />

l’India in una moderna economia, ma solo accentuarne il carattere dualistico<br />

con tutte le tensioni sociali che necessariamente accompagnano un tale processo<br />

– vedi 7.2.<br />

Infine, riguardo alla possibilità che l’informatica possa trainare la crescita, bisogna<br />

tenere in conto che la maggior parte de<strong>gli</strong> stati indiani non ha ancora una struttura<br />

industriale che possa utilizzare questi servizi e che le opportunità d’impiego del<br />

settore informatico sono modeste, infatti nel 2008 offriva impiego diretto solo a due<br />

milioni di persone, più ad <strong>altri</strong> otto come indotto (Khanna, 2009: 366 n. 24). Inoltre,<br />

l’informatica richiede una buona conoscenza dell’inglese per cui la maggior parte<br />

dei posti in questo settore va ai giovani di classe alta che in questa lingua sono stati<br />

scolarizzati (Adduci (2009: 89). La competitività di tali servizi, poi, si fonda principalmente<br />

sul basso costo <strong>della</strong> manodopera impiegata e poiché buona parte di questi<br />

servizi sono esportati ne<strong>gli</strong> USA, una severa caduta <strong>della</strong> domanda americana sarebbe<br />

disastrosa per l’India. Infine, le difficoltà di riuscire ad alimentare la crescente<br />

domanda di lavoro specializzato proveniente da questo settore, sono dovute anche<br />

alle cattive condizioni in cui versano le infrastrutture urbane, le strutture scolastiche<br />

e quelle socio-sanitarie.<br />

Per tutte queste ragioni, è difficile pensare che lo sviluppo <strong>della</strong> tecnologia<br />

dell’informatica possa avere un impatto significativo fuori delle aree urbane dove,<br />

inoltre, rischia di restare confinata tra le fasce medio-alte <strong>della</strong> popolazione. A riprova<br />

di ciò, Adduci (2009: 93) porta il caso dell’Andhra Pradesh, stato di punta nel<br />

settore dei servizi per l’informatica, ma anche uno dei cinque con la maggiore incidenza<br />

di suicidi fra la popolazione contadina.<br />

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