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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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La “grande Potenza povera”<br />

ruppe con l’URSS, mentre le relazioni di questa con l’India si intensificarono. In<br />

breve tempo anche il movimento afro-asiatico si sciolse.<br />

L’India diede un importante contributo alla formulazione <strong>della</strong> dottrina del “non<br />

allineamento”, ovvero dell’equidistanza dai due blocchi formatisi alla fine <strong>della</strong> Seconda<br />

guerra mondiale, ma, contrariamente a molte aspettative, presto apparve impossibilitata<br />

ad assumere la guida del movimento dei non allineati (NAM) che era nato su<br />

iniziativa di Nasser, Nehru e Tito nel 1954. Il non allineamento “diede all’India una<br />

proiezione internazionale che sarebbe stato <strong>altri</strong>menti difficile immaginare” (Armellini,<br />

2008: 177), ma le alienò le simpatie di Washington che la considerò troppo vicina<br />

all’URSS, sia per le scelte di politica interna, sia per una serie di rapporti economici e<br />

commerciali avviati ne<strong>gli</strong> anni ’50 con l’impero sovietico 67 . Proprio per reazione alla<br />

politica <strong>della</strong> Guerra fredda, per evitare il confronto diretto con la Cina comunista e<br />

per ostacolare che questa stringesse troppo i rapporti militari e tecnologici con l’URSS,<br />

Nehru sviluppò la dottrina <strong>della</strong> coesistenza pacifica (Panchsheel).<br />

A ogni modo, dopo l’indipendenza, sotto la guida dell’INC, la politica estera indiana<br />

fu mo<strong>della</strong>ta non solo dal potere e dall’interesse nazionale, ma anche dall’idea<br />

che un suo ruolo attivo ne<strong>gli</strong> affari internazionali, come il non allineamento, avrebbe<br />

servito <strong>gli</strong> interessi del paese come dell’umanità tutta. Una pretesa quest’ultima che<br />

fu presto vanificata dalla guerra con la Cina nel 1962 e dai successivi scontri con il<br />

Pakistan, per cui la solidarietà con il Terzo mondo venne rimpiazzata da una più decisa<br />

postura nazionalista 68 .<br />

La guerra con la Cina – guerra da cui non solo uscì perdente, ma anche sostanzialmente<br />

isolata – e quella con il Pakistan nel 1965 spinsero l’India a stringere i rapporti<br />

con l’URSS. In effetti, lo scontro tra India, che usò carri armati e MIG-25 russi, e Pakistan,<br />

con carri armati Patton e F-14 americani, fu percepito come una guerra per procura<br />

tra l’URSS e <strong>gli</strong> USA per cui l’Occidente, malgrado <strong>gli</strong> sviluppi democratici del<br />

paese, cominciò a considerare l’India un potenziale nemico e, quindi, a ignorarla<br />

(Bahl, 2010: xix). L’India si rese così conto che la sua collocazione, la sua storia e<br />

l’unicità <strong>della</strong> sua cultura ne facevano una “potenza solitaria” (Wolf, 2010: 372).<br />

Nonostante il continuo ricorrere alla retorica del non allineamento, Indira Gandhi<br />

fu molto meno idealista del padre, si schierò ancora più fermamente con l’URSS –<br />

con la quale firmò un “Trattato di amicizia e cooperazione” il 9 agosto 1971 – per<br />

ritorsione contro l’apparente preferenza american per il Pakistan, contribuì allo<br />

smembramento di quest’ultimo e alla nascita del Bangladesh, sfidando sia la Cina<br />

che <strong>gli</strong> USA che pensarono, questi ultimi, di fermarla inviando la flotta nel Golfo del<br />

Bengala, e nel 1974 detonò il suo primo ordigno nucleare.<br />

Le relazioni diplomatiche con la Cina furono ristabilite nel 1976, ma fino a tutti<br />

<strong>gli</strong> anni ’70, la posizione internazionale dell’India fu caratterizzata da “relativo isolamento”,<br />

mentre il paese si limitava “a una strategia ‘regionale’ di difesa dei confini<br />

dalle minacce pakistana e cinese” (due guerre con il Pakistan nel 1965 e nel 1971,<br />

quest’ultima seguita dalla creazione del Bangladesh) e poi, a partire da<strong>gli</strong> anni ’70, a<br />

consolidare il rapporto con l’URSS, rapporto che però mai degenerò in una passiva<br />

67<br />

In realtà, per l’India il non allineamento fu un modo per darsi una politica estera indipendente<br />

(Sikri, 2009: 277).<br />

68<br />

La vittoria cinese, che dimostrò come il non allineamento e la coesistenza pacifica non<br />

erano serviti a difendere l’integrità territoriale indiana, spinse il Pakistan a stringere ulteriormente<br />

i rapporti militari con Beijing per mezzo dell’accordo sui confini del marzo<br />

1963 e appannò l’immagine e la reputazione indiana nel Terzo mondo.<br />

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