L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
stema castale. Non avendo, però, sviluppato una coscienza dalit, la loro identità resta<br />
indefinita, vittime come sono di un’arbitraria classificazione. Il loro associarsi ai naxaliti<br />
diventa un atto di ribellione, anche se spesso rischiano di passare “da una posizione<br />
subalterna all’interno <strong>della</strong> società castale a una posizione subalterna<br />
nell’organizzazione naxalita” e poiché nella pubblica percezione oltre a restare inferiori<br />
diventano anche cattivi, cosa che “bandisce la solidarietà nei loro confronti e legittima<br />
strumenti di repressione ancora più duri” (Bartoli: 242-43). Nel 2006, secondo stime<br />
attendibili i naxalita combattenti ammontavano a 9-10 mila con accesso a circa 6.500<br />
armi da fuoco, più circa 40 mila membri non impegnati in azioni di guerri<strong>gli</strong>a e quadri a<br />
tempo pieno in cui la componente brahmina continua a essere elevata. Il che dimostrerebbe<br />
che la vera forza dei naxaliti è rappresentata non tanto dalla guerri<strong>gli</strong>a nella giungla,<br />
ma dalle reti civili dentro <strong>gli</strong> stessi villaggi.<br />
Per contrastare i gruppi naxaliti si sono sviluppate delle milizie informali, come<br />
Salwa Judum, che raccolgono adepti tra <strong>gli</strong> indù di alta casta, e i Ranvir Sena, che in<br />
generale sono al servizio dei latifondisti. Ammesso che siano nate spontaneamente<br />
queste milizie sono presto diventate uno strumento <strong>della</strong> politica governativa, cioè<br />
truppe paramilitari, la cui violenza alimenta il movimento naxalita (TE, 18.08.2006).<br />
La “crisi di governance” che secondo K. Gill (2009: 61) è responsabile<br />
dell’espandersi <strong>della</strong> guerri<strong>gli</strong>a maoista è, in India, ormai un fenomeno generale che<br />
sta contribuendo al diffondersi di movimenti secessionisti e destabilizzanti in varie<br />
parti del paese, a cominciare dal nord-est 69 – una regione popolata da etnie completamente<br />
differenti da quelle dell’India continentale. Seguendo l’elenco che presenta<br />
Marino (2009: 26-32) ci sono: (i) i naga, i famosi “cacciatori di teste” di etnia sinobirmana,<br />
che considerano forzata la loro annessione all’India e reclamano, sostenuti<br />
dai cinesi, non solo l’indipendenza, ma la reintegrazione de<strong>gli</strong> antichi confini del Gran<br />
Negalim, cioè l’attuale Nagaland più parti del Manipur, dell’Assam e dell’Arunachal<br />
Pradesh e parte <strong>della</strong> Birmania; (ii) i bodo, nel nord dell’Assam, che vo<strong>gli</strong>ono creare<br />
lo stato del Bodolan che dovrebbe incorporare anche parte dell’Arunachal Pradesh e<br />
del Bhutan; (iii) i gruppi terroristici dell’United Liberation Front of Assam e delle Muslim<br />
United Liberation Tigers of Assam che nel sud dell’Assam combattono per la<br />
creazione di un Grande Assam indipendente; (iv) due gruppi terroristici, entrambi appoggiati<br />
dai Jihadisti del Bangladesh, che nel Tripura lottano per scacciare la popolazione<br />
di origine bengali, ivi rifugiatasi al tempo <strong>della</strong> partition e poi alla nascita del<br />
Bangladesh, e ottenere l’autonomia o l’indipendenza; (v) vari gruppi di guerri<strong>gli</strong>eri che<br />
combattono nel Manipur da anni per la creazione di una repubblica indipendente; (vi)<br />
gruppi con rivendicazioni simili in quasi tutti <strong>gli</strong> stati del nord-est; (vii) il “Khalistan Movement”,<br />
sostenuto dai gruppi jihadisti del Punjab pakistano e dall’ISI (l’intelligence pakistana),<br />
che nel Punjab si batte per la creazione di una “terra dei puri” che oltre<br />
all’attuale Punjab includerebbe parte dell’Haryana e dell’Himachal Pradesh. Inoltre, <strong>gli</strong><br />
stati del sud non reclamano tanto la creazione dello stato separato del Dravidistan, ma<br />
continuano a chiedere l’autonomia, mentre l’Uttar Pradesh chiede la divisione in tre stati,<br />
il Bitar in due e il Bengala occidentale si vuole separare dalla zona che comprende<br />
Darjeeling per dar vita allo stato del Gorkhland, tutte rivendicazioni scatenate dalla recente<br />
creazione del nuovo stato del Telengana.<br />
A conclusione di un lungo periodo di azioni di guerri<strong>gli</strong>a condotte separatamente<br />
da e tra importanti gruppi naxaliti in diverse parti del paese, il movimento ha riaffermato<br />
la centralità <strong>della</strong> lotta armata e il rifiuto completo <strong>della</strong> partecipazione parla-<br />
69 Il nord-est comprende sette stati: Assam, Arunachal Pradesh, Mizoram, Meghalaya,<br />
Manipur, Nagaland e Tripura, tutti afflitti da<strong>gli</strong> stessi problemi: comunicazioni difettose,<br />
traffico di droga, immigrazione illegale e rivolte. Il 98% dei loro confini è di tipo internazionale<br />
e le immigrazioni sono collegate ai movimenti di popolazioni che ignorano quello<br />
che veramente implicano le frontiere di stati-nazione.