14.06.2013 Views

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

52<br />

L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

stema castale. Non avendo, però, sviluppato una coscienza dalit, la loro identità resta<br />

indefinita, vittime come sono di un’arbitraria classificazione. Il loro associarsi ai naxaliti<br />

diventa un atto di ribellione, anche se spesso rischiano di passare “da una posizione<br />

subalterna all’interno <strong>della</strong> società castale a una posizione subalterna<br />

nell’organizzazione naxalita” e poiché nella pubblica percezione oltre a restare inferiori<br />

diventano anche cattivi, cosa che “bandisce la solidarietà nei loro confronti e legittima<br />

strumenti di repressione ancora più duri” (Bartoli: 242-43). Nel 2006, secondo stime<br />

attendibili i naxalita combattenti ammontavano a 9-10 mila con accesso a circa 6.500<br />

armi da fuoco, più circa 40 mila membri non impegnati in azioni di guerri<strong>gli</strong>a e quadri a<br />

tempo pieno in cui la componente brahmina continua a essere elevata. Il che dimostrerebbe<br />

che la vera forza dei naxaliti è rappresentata non tanto dalla guerri<strong>gli</strong>a nella giungla,<br />

ma dalle reti civili dentro <strong>gli</strong> stessi villaggi.<br />

Per contrastare i gruppi naxaliti si sono sviluppate delle milizie informali, come<br />

Salwa Judum, che raccolgono adepti tra <strong>gli</strong> indù di alta casta, e i Ranvir Sena, che in<br />

generale sono al servizio dei latifondisti. Ammesso che siano nate spontaneamente<br />

queste milizie sono presto diventate uno strumento <strong>della</strong> politica governativa, cioè<br />

truppe paramilitari, la cui violenza alimenta il movimento naxalita (TE, 18.08.2006).<br />

La “crisi di governance” che secondo K. Gill (2009: 61) è responsabile<br />

dell’espandersi <strong>della</strong> guerri<strong>gli</strong>a maoista è, in India, ormai un fenomeno generale che<br />

sta contribuendo al diffondersi di movimenti secessionisti e destabilizzanti in varie<br />

parti del paese, a cominciare dal nord-est 69 – una regione popolata da etnie completamente<br />

differenti da quelle dell’India continentale. Seguendo l’elenco che presenta<br />

Marino (2009: 26-32) ci sono: (i) i naga, i famosi “cacciatori di teste” di etnia sinobirmana,<br />

che considerano forzata la loro annessione all’India e reclamano, sostenuti<br />

dai cinesi, non solo l’indipendenza, ma la reintegrazione de<strong>gli</strong> antichi confini del Gran<br />

Negalim, cioè l’attuale Nagaland più parti del Manipur, dell’Assam e dell’Arunachal<br />

Pradesh e parte <strong>della</strong> Birmania; (ii) i bodo, nel nord dell’Assam, che vo<strong>gli</strong>ono creare<br />

lo stato del Bodolan che dovrebbe incorporare anche parte dell’Arunachal Pradesh e<br />

del Bhutan; (iii) i gruppi terroristici dell’United Liberation Front of Assam e delle Muslim<br />

United Liberation Tigers of Assam che nel sud dell’Assam combattono per la<br />

creazione di un Grande Assam indipendente; (iv) due gruppi terroristici, entrambi appoggiati<br />

dai Jihadisti del Bangladesh, che nel Tripura lottano per scacciare la popolazione<br />

di origine bengali, ivi rifugiatasi al tempo <strong>della</strong> partition e poi alla nascita del<br />

Bangladesh, e ottenere l’autonomia o l’indipendenza; (v) vari gruppi di guerri<strong>gli</strong>eri che<br />

combattono nel Manipur da anni per la creazione di una repubblica indipendente; (vi)<br />

gruppi con rivendicazioni simili in quasi tutti <strong>gli</strong> stati del nord-est; (vii) il “Khalistan Movement”,<br />

sostenuto dai gruppi jihadisti del Punjab pakistano e dall’ISI (l’intelligence pakistana),<br />

che nel Punjab si batte per la creazione di una “terra dei puri” che oltre<br />

all’attuale Punjab includerebbe parte dell’Haryana e dell’Himachal Pradesh. Inoltre, <strong>gli</strong><br />

stati del sud non reclamano tanto la creazione dello stato separato del Dravidistan, ma<br />

continuano a chiedere l’autonomia, mentre l’Uttar Pradesh chiede la divisione in tre stati,<br />

il Bitar in due e il Bengala occidentale si vuole separare dalla zona che comprende<br />

Darjeeling per dar vita allo stato del Gorkhland, tutte rivendicazioni scatenate dalla recente<br />

creazione del nuovo stato del Telengana.<br />

A conclusione di un lungo periodo di azioni di guerri<strong>gli</strong>a condotte separatamente<br />

da e tra importanti gruppi naxaliti in diverse parti del paese, il movimento ha riaffermato<br />

la centralità <strong>della</strong> lotta armata e il rifiuto completo <strong>della</strong> partecipazione parla-<br />

69 Il nord-est comprende sette stati: Assam, Arunachal Pradesh, Mizoram, Meghalaya,<br />

Manipur, Nagaland e Tripura, tutti afflitti da<strong>gli</strong> stessi problemi: comunicazioni difettose,<br />

traffico di droga, immigrazione illegale e rivolte. Il 98% dei loro confini è di tipo internazionale<br />

e le immigrazioni sono collegate ai movimenti di popolazioni che ignorano quello<br />

che veramente implicano le frontiere di stati-nazione.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!