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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

i guerri<strong>gli</strong>eri avevano unilateralmente annunciato un cessate il fuoco di tre mesi. I<br />

negoziati furono appoggiati da New Delhi e portarono all’“Accordo di Delhi” del<br />

2005 e alla ripresa delle proteste di massa contro il re. Le proteste e <strong>gli</strong> scioperi indetti<br />

dall’opposizione, alleata con i ribelli marxisti di ispirazione maoista, costrinsero<br />

il re a ripristinare il parlamento nel 2006.<br />

Il sostegno dato all’opposizione non sembrò impedire a New Delhi di offrire un<br />

qualche appoggio al governo reale, una doppiezza che le viene ancora rimproverata<br />

34 . La relazione indo-nepalese restava quindi contrassegnata da sfiducia e disprezzo<br />

reciproco e sentimenti anti-indiani – “the Ugly Indian” – si venivano diffondendo<br />

anche a causa <strong>della</strong> confusa politica di New Delhi che alimentava i sospetti sulle sue<br />

vere intenzioni. Inoltre, molti in Nepal erano convinti che New Delhi non si fosse<br />

condotta in maniera molto chiara e corretta nemmeno con i maoisti nepalesi, pubblicamente<br />

condannati ma in realtà aiutati e sostenuti in vari modi. Il caso più evidente<br />

fu il ruolo centrale che il governo indiano ebbe nella creazione di quell’impossibile<br />

alleanza tra i maoisti e l’“Alleanza dei sette partiti” – l’accordo di New Delhi del<br />

2005 – per combattere la monarchia nepalese, la cui difesa da sempre costituiva uno<br />

dei pilastri <strong>della</strong> politica indiana nei confronti di Kathmandu.<br />

Le elezioni del 10 aprile 2008 videro la vittoria dei maoisti – relativa non assoluta<br />

perché ottennero 240 seggi su 546 – il che ha portato alla creazione di una Repubblica<br />

federale e laica, con una Costituzione a interim che è ancora in vigore perché<br />

i partiti non sono riusciti ad accordarsi sulla nuova né a formare un governo stabile.<br />

Solo all’inizio di novembre 2011 i principali quattro partiti sono riusciti ad accordarsi<br />

sul futuro de<strong>gli</strong> ex guerri<strong>gli</strong>eri maoisti, per cui ora si può finalizzare la stesura<br />

<strong>della</strong> Costituzione e fissare la data delle elezioni.<br />

La classe politica indiana ha sempre intrattenuto stretti rapporti con il Nepal<br />

Congress e i partiti comunisti nepalesi e dopo la caduta del sovrano è riuscita a stabilire<br />

rapporti anche con il movimento democratico grazie all’influenza delle forze<br />

di sinistra nell’UPA. I legami fra guerri<strong>gli</strong>a maoista indiana e nepalese spiegano<br />

l’interesse di New Delhi per quanto avviene in Nepal. La fase di instabilità politica<br />

nepalese, col progressivo affermarsi dei maoisti, che hanno conquistato la maggioranza<br />

relativa dei seggi nell’Assemblea Costituente, è vista con preoccupazione da<br />

New Delhi, date anche le dichiarazioni anti indiane spesso pronunciate dai maoisti a<br />

causa di quelle che questi denunciano come indebite intrusioni.<br />

I maoisti, che sono ben organizzati e hanno i mezzi necessari per raggiungere i<br />

propri obiettivi, secondo molti analisti sarebbero i favoriti se le elezioni fossero tenute<br />

oggi per cui, con l’aiuto dei madhesi (nativi del Nepal, la maggior parte di religione<br />

indù e strutturati in caste) e di alcuni dei piccoli partiti, potrebbero formare il<br />

governo. Non molti, però, sono disposti a credere che siano favorevoli alla democrazia<br />

multipartitica, malgrado le loro dichiarazioni in proposito. Essi, inoltre, temono<br />

che l’India vo<strong>gli</strong>a marginalizzarli e isolarli e quindi non esitano a giocare la carta<br />

cinese. Chiaramente, l’India deve accettare che, data la loro forza, realisticamente<br />

non c’è modo per escluderli dal potere.<br />

34 Armellini (2008: 228) sostiene che nonostante “si trattasse di un personaggio per più<br />

versi screditato”, l’India appoggiò fino all’ultimo il monarca nepalese, ma insiste che con<br />

i maoisti New Delhi abbia “cercato una forma di controassicurazione che ta<strong>gli</strong>asse al<br />

tempo stesso l’erba sotto i piedi a qualsiasi tentativo di inserimento cinese”.

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