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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e i suoi “vicini”<br />

priorità, per monitorare i movimenti dei miliziani naga e mizo che attraversano il<br />

confine per trovare rifugio nel Myanmar, prima di tornare a colpire in India, e continuare<br />

la lotta ai movimenti insurrezionali attivi nel nordest, l’India deve assicurarsi<br />

la cooperazione delle forse armate birmane e quindi non può inimicarsi la giunta militare,<br />

il che, però, rischia di compromettere quell’immagine di potenza morale che<br />

New Delhi ama attribuirsi.<br />

Oltre a essere interessata al Myanmar per le sue risorse naturali, l’India mira anche<br />

a limitare l’influenza che la Cina si è già conquistata nel paese tramite accordi<br />

commerciali, apertura di nuove vie di comunicazione e costruzione di altre opere<br />

d’infrastruttura e, molto importante per un regime internazionalmente isolato, offrendo<br />

solidarietà politica. Questa relazione si è sviluppata maggiormente a partire dalla fine<br />

de<strong>gli</strong> anni ’80, quando sia il Myanmar che la Cina si trovarono a essere ostracizzati<br />

internazionalmente, il primo per la presa del potere da parte dei militari a seguito delle<br />

elezioni del 1988 e la seconda per Tienanmen. L’espansione dell’influenza in questo<br />

paese ha permesso a Beijing di realizzare il suo vecchio sogno di un accesso al Golfo<br />

del Bengala, alterando così <strong>gli</strong> <strong>equilibri</strong> strategici <strong>della</strong> regione.<br />

La minaccia che la presenza cinese in Myanmar rappresenta per l’India ha spinto<br />

New Delhi a stabilire discreti rapporti con il regime birmano, prendendo le distanze<br />

da Aung Sung Ky, limitando le proteste per la brutale repressione dei monaci buddisti,<br />

schierandosi contro l’imposizione di sanzioni, accettando la farsa delle elezioni e<br />

completando nel 2001 la costruzione <strong>della</strong> “strada dell’amicizia” (160 chilometri)<br />

che collega i due paesi. Tutto ciò è costato a New Delhi l’accusa di ambiguità e ha<br />

contribuito a cancellare l’immagine dell’India terzomondista, pronta a difendere i<br />

valori democratici. In realtà, fino ai primi anni ’90 l’India aveva seguito <strong>gli</strong> USA nel<br />

condannare e isolare Myanmar in nome dei diritti umani e <strong>della</strong> democrazia, con<br />

l’unico risultato di spingere la giunta militare nelle braccia <strong>della</strong> Cina. Invece<br />

l’approccio più realistico con il quale New Delhi si è avvicinata politicamente ed<br />

economicamente al regime birmano, le ha permesso un parziale recupero delle proprie<br />

perdite strategiche e il riconoscimento dei propri interessi sui giacimenti del<br />

Golfo del Bengala.<br />

Con la firma del progetto Kaladan ad aprile 2008, New Delhi ha ottenuto dalla<br />

giunta militare il permesso di costruire un passaggio diretto tra lo stato del Mizoram<br />

e il porto di Sittwe in Myanmar utilizzando per 222 chilometri il fiume Kaladan, interamente<br />

navigabile con imbarcazioni che possono portare fino a 500 tonnellate. In<br />

questo in modo l’India potrebbe evitare la lunga strada che attraversa l’Assam e lo<br />

stretto corridoio di Siliguri, dimezzare i costi di trasporto ed evitare di attraversare il<br />

Bangladesh per raggiungere il suo nordest e aprirlo così a<strong>gli</strong> scambi internazionali.<br />

L’India svilupperà il porto di Sittwe (prima conosciuto con il nome di Akyab) in<br />

modo da farne un grande nodo commerciale per la distribuzione del bambù del Mizoram<br />

e del legname proveniente dalle ricche foreste del paese. Il progetto prevede anche<br />

la realizzazione di una strada di 117 km fino alla frontiera con l’India e di un’altra di<br />

52 km che dalla frontiera raggiunge Kaleutwa in Myanmar. Dovranno svilupparsi linee<br />

marittime tra Sittwe e Calcutta e Visakhapatnam in modo che e Sittwe diventi un<br />

grande centro di distribuzione di petrolio e gas per il nordest indiano. Crediti per $20<br />

milioni sono stati concessi dall’India per rinnovare la raffineria di Thanlyin.<br />

Il primo Accordo bilaterale per il commercio tra India e Myanmar, firmato a<br />

New Delhi a gennaio del 1994 per far crescere il commercio frontaliero, rivitalizzando<br />

così l’economia del nord-est indiano e riducendo il traffico di narcotici e di<br />

armi, non ha funzionato bene, perché solo uno dei due posti di frontiera proposti è<br />

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