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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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Introduzione<br />

i villaggi rompendo i contenitori di liquori nelle rivendite. Al crescere <strong>della</strong> militanza<br />

femminile, si arrivò anche alle questioni di genere.<br />

Ne<strong>gli</strong> anni ’70 nacque il movimento “New Women” per sviluppare un’articolata politica<br />

popolare. Nel 1972, ad Ahmedabad venne fatto quello che probabilmente fu il<br />

primo tentativo di creare un sindacato femminile che per mi<strong>gli</strong>orare le condizioni delle<br />

donne impiegate nel settore non organizzato, puntava a fornire loro formazione, aiuti<br />

tecnici e negoziazione collettiva. Il sindacato ebbe grande successo. La mobilitazione<br />

delle donne contro l’inflazione, organizzata a Bombay nel 1973, rapidamente si trasformò<br />

in movimento di massa per la protezione dei consumatori. Anche il Nav Nirman,<br />

originariamente un movimento studentesco, nato nel 1974 nel Gujarat per combattere<br />

l’aumento dei prezzi, il mercato nero e la corruzione, fu subito affiancato da mi<strong>gli</strong>aia di<br />

donne di classe media che organizzarono scioperi <strong>della</strong> fame, finti funerali, processioni<br />

e Chipko, cioè l’abbraccio de<strong>gli</strong> alberi. Il movimento che introdusse questa forma di protesta<br />

iniziò nel 1973 e fu subito dopo adottata da gruppi di donne che ne hanno fatto il<br />

simbolo <strong>della</strong> lotta per la protezione dell’ambiente.<br />

La pubblicazione nel 1974 del rapporto Towards Equality del Committee on the Status<br />

of Women e la proclamazione del 1975 come “Anno Internazionale <strong>della</strong> Donna”<br />

rinnovarono l’interesse e il dibattito sulla questione femminile. I dati presentati dal rapporto<br />

rivelarono che l’ugua<strong>gli</strong>anza de jure concessa dalla Costituzione indiana era rimasta<br />

tale per la gran parte delle donne. Da questa constatazione prese le mosse un<br />

nuovo movimento femminista che trovò espressione nell’attivismo come nel lavoro accademico.<br />

Gli anni ’70 e la decade successiva furono testimoni <strong>della</strong> crescita di numerosi<br />

gruppi di donne che affrontarono questioni come omicidi a causa <strong>della</strong> dote, spose<br />

bruciate, stupro, sati (antico rituale consistente nell’immolazione volontaria, ma a volte<br />

forzata, <strong>della</strong> vedova sulla pira funeraria del defunto consorte, pratica già dichiarata un<br />

reato nel 1829, ma qualche volta ancora praticata), cioè tutte le violenze contro le donne.<br />

Inoltre, questi gruppi sottolineavano l’oppressione sessuale delle donne come non<br />

era stato mai fatto prima. Esse contestavano l’assunto patriarcale che definiva il ruolo<br />

<strong>della</strong> donna nella fami<strong>gli</strong>a e nella società, assunto che fondandosi su differenze sessuali<br />

biologiche implicava una “naturale” separazione delle attività umane secondo differenziali<br />

di genere – la sfera politica pubblica riservata all’uomo e quella familiare<br />

privata alla donna – il che poi si traduceva nel dominio dell’uomo sulla donna che a<br />

volte finiva per subire umiliazioni, tortura e violenza nella stessa fami<strong>gli</strong>a.<br />

Alla fine de<strong>gli</strong> anni ’70, New Delhi divenne il centro del movimento contro la dote e le<br />

violenze inflitte in fami<strong>gli</strong>a alle donne sposate. Si riuscì così a far cambiare la legge sulla<br />

dote e a creare in differenti parti del paese centri per offrire consulenza legale e consi<strong>gli</strong><br />

su queste materie. Fra le altre campagne intraprese, nel 1980 si trova la lotta contro lo<br />

stupro. L’emendamento <strong>della</strong> legge riguardante questo crimine ottenuto nel 1983 fu il risultato<br />

di lunghe discussioni proprio con questi gruppi femministi che subito dopo cominciarono<br />

a svolgere azione di lobby per rafforzare ulteriormente la legge e a battersi perché<br />

venisse creato un valido strumento per la sua applicazione.<br />

Ne<strong>gli</strong> anni è diventato sempre più evidente che cambiare le leggi significa poco se<br />

non v’è la volontà di applicarle e se le donne mancano di quel minimo d’istruzione necessaria<br />

per conoscere ed esercitare efficacemente i propri diritti. Per questo, il movimento<br />

intraprese in maniera concertata programmi di alfabetizzazione, diffusione di<br />

conoscenze legali e sensibilizzazione di genere nei libri di testo e nei media.<br />

Con l’avvento delle riforme i principali problemi economici, sociali e politici con cui<br />

si confrontano le masse femminili indiane sono diventati, in un modo o nell’altro, inestricabilmente<br />

connessi alle politiche di liberalizzazione che hanno alimentato il processo<br />

di globalizzazione. Tali problemi riguardano la richiesta di un minimo di sicurezza<br />

alimentare e protezione <strong>della</strong> salute, istruzione, e occupazione. Inoltre, devono<br />

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