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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Washington per un accordo nucleare (giugno 2005) e una più intensa collaborazione<br />

militare che apriva il mercato all’industria militare americana. Questa collaborazione<br />

preoccupa molto la Cina, perché l’India comincia a presentarsi come un concorrente<br />

economico e un competitore per la leadership asiatica, ma soprattutto perché<br />

l’accordo sembrerebbe essere parte di una strategia di contenimento <strong>della</strong> Cina (Torri,<br />

2010). L’intesa nucleare, che mette l’India in grado di godere di tutti i privilegi<br />

de<strong>gli</strong> stati firmatari del “Trattato di non proliferazione nucleare” (TNP), ha costretto<br />

Washington a capovolgere la propria tradizionale politica nucleare e a ricorrere<br />

all’escamotage <strong>della</strong> divisione dell’industria nucleare indiana in un settore civile e in<br />

uno militare, distinzione non contemplata nemmeno dalle leggi americane 27 . Tuttavia,<br />

Beijing ha accettato l’accordo indo-americano e ha annunciato che in sede internazionale<br />

non ne ostacolerà l’attuazione.<br />

Ammettendo che “la politica indiana verso la Cina è stata sempre ambivalente”, e<br />

Bahl (2010: 84-85) giustamente fa notare come il rapporto India-Cina sia importante anche<br />

per il resto de mondo. Infatti, la continua crescita economica e militare di questi “rivali<br />

naturali” probabilmente trasformerà la loro relazione in una “rivalità diadica” con<br />

imprevedibili conseguenze per tutti. Inoltre, dai ghiacciai dell’Himalaya nascono non<br />

solo i maggiori fiumi che entrano in India, ma anche il Mekong per cui la cooperazione<br />

tra i due paesi, come quella regionale, è cruciale per evitare una catastrofe ecologica. La<br />

fame energetica di queste due potenze le costringe a competere tra loro per nuove fonti<br />

di rifornimento ovunque nel mondo, e particolarmente nel MO, in Africa e anche in America<br />

Latina. Esse competono anche per influenza nell’Asia sudorientale e recentemente<br />

hanno cominciato a competere perfino nel campo dei prodotti contraffatti. Il rapporto<br />

tra i due paesi è reso più difficile a causa dell’“atteggiamento sprezzante con il quale la<br />

Cina tratta l’India” e dal “sospetto e la paura” con i quali risponde l’India. Chiaramente,<br />

questi comportamenti sono “impantanati in stereotipi” difficili da rimuovere (Cohen,<br />

2002: 67), anche perché modesta è la consapevolezza dell’una per l’altra.<br />

Nonostante che i due paesi discordassero su varie questioni geopolitiche, i loro<br />

rapporti continuarono a mi<strong>gli</strong>orare e nel 2005 decisero di creare uno “Strategic and<br />

Cooperative Partnership for Peace and Prosperity”. A novembre del 2006, mentre il<br />

Congresso americano stava decidendo sull’accordo nucleare con l’India, il Presidente<br />

cinese Hu Jintao giunse in visita a New Delhi e i due governi s’impegnarono a<br />

portare il reciproco interscambio a $40 miliardi entro il 2010 – obiettivo in effetti<br />

ampiamente superato, perché nel 2010 ha raggiunto $61 miliardi – e a cooperare nel<br />

campo del nucleare civile, il che implicava la non opposizione <strong>della</strong> Cina alla richiesta<br />

americana di permettere all’India di utilizzare il “National Suppliers Group”<br />

(NSG), di cui la Cina è membro e le cui decisione sono prese all’unanimità (Torri,<br />

2007a: 179). Veniva anche deciso di accelerare il completamento dello studio congiunto<br />

su fattibilità e benefici di un trattato commerciale regionale tra loro.<br />

27 Per <strong>gli</strong> USA l’accordo di cooperazione nel campo <strong>della</strong> tecnologia nucleare è stato il<br />

fattore decisivo del ravvicinamento con l’India, un’iniziativa che ne contraddice il tradizionale<br />

impegno contro la proliferazione nucleare. Infatti, l’India, pur non essendo un paese<br />

firmatario del TNP, ha sfidato forti pressioni internazionali e si è costruita un arsenale<br />

atomico, ma per <strong>gli</strong> USA essa è talmente importante da indurli a ignorare <strong>gli</strong> appelli alla<br />

cautela avanzati da scienziati e politici di tutto il mondo e da importanti stati europei. Naturalmente,<br />

Beijing non poteva non notare l’ipocrisia americana che, mentre rimproverava<br />

alla Cina di non opporsi alle ambizioni nucleari del suo alleato di Pyongyang, aiutava<br />

New Delhi a diventare una potenza nucleare (TE, 21.08.2010).

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