L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
impegnata allo sviluppo del paese. Nehru non riuscì a soddisfare questa promessa, e<br />
più recentemente la sua vision dell’India è stata messa in discussione da due “rivolte<br />
di élites”: la liberalizzazione economica e il nazionalismo indù 54 . A loro volta queste<br />
“rivolte” sono state sfidate da vari movimenti, particolarmente quelli delle “Backward<br />
Classes”, che hanno sfruttato <strong>gli</strong> spazi democratici per ottenere potere e contestare<br />
le valutazioni prevalenti <strong>della</strong> politica, dello stato e <strong>della</strong> modernità. A ogni<br />
modo, “l’era <strong>della</strong> politica dominata dai brahmani è finita. Il culto del sacrificio materiale<br />
e dell’astinenza promosso dal RSS di casta alta è sempre meno rilevante in un<br />
paese dove i valori consumistici si stanno diffondendo rapidamente tra tutte le caste,<br />
particolarmente nelle aree urbane… e la gente non associa più automaticamente induismo<br />
con povertà e celibato” (Luce, 2010: 181). Dalla fine de<strong>gli</strong> anni ’80 il sistema<br />
politico indiano ha attraversato una graduale trasformazione, giacché un partito<br />
dominante non esiste più e il bipolarismo di coalizione, che l’ha sostituito, ha certamente<br />
aumentato l’instabilità e l’incertezza. Anche perché frattanto si sta affermando<br />
l’autonomia dei governi dei vari stati rispetto a quello centrale.<br />
Il fatto che in questo enorme paese multietnico e multiculturale la democrazia resista,<br />
anzi per alcuni si starebbe rafforzando, forse prova che non esiste<br />
un’“incompatibilità asiatica” alla democrazia e che questa non è poi solo<br />
“un’invenzione dell’Occidente” (A. Sen, 2004). In realtà, però, “si tratta di una democrazia<br />
sui generis, ben diversa dai modelli europei”, si tratta di un “sistema politico<br />
estremamente complesso e farraginoso,… di un processo decisionale barocco e inefficiente...<br />
Il vero miracolo, in India, è che nonostante <strong>gli</strong> infiniti impedimenti con cui è<br />
chiamata a confrontarsi la sua democrazia, riesca a crescere a livelli paragonabili a<br />
quelli <strong>della</strong> Cina” (Armellini, 2008: 5). Resta da vedere se questa crescita, come molti<br />
temono, rappresenti un fenomeno transitorio o sia invece destinata a trasformare completamente<br />
questo paese, in modo che non abbia più bisogno di miracoli.<br />
5. LA SOCIETÀ INDIANA<br />
Al momento dell’indipendenza l’India era caratterizzata, come riassunse lo stesso<br />
Nehru, da “povertà, ignoranza, malattia e disugua<strong>gli</strong>anze di opportunità”, una società<br />
dove solo il 12% <strong>della</strong> popolazione sapeva leggere e scrivere, marcatamente disomogenea<br />
anche a causa <strong>della</strong> grande diversità di lingue che vi si parlano e profondamente<br />
divisa dai vari credi religiosi che la agitano. Il modello multiculturale che<br />
ne risulta è complicato dalla permanenza del tradizionale sistema delle caste e non<br />
mostra “una tendenza all’assimilazione culturale finalizzata a un’omogeneizzazione<br />
di tipo nazionalistico” (Bassu, 2009: 305). È la convivenza con la diversità che spinge<br />
a sviluppare “un’inegua<strong>gli</strong>ata capacità di assorbire le tensioni e una rimarchevole<br />
capacità di coesistere e di percepire la diversità come normalità” (Mezzetti, 2009b:<br />
68). Sorprendente è la capacità de<strong>gli</strong> indiani di internalizzare elementi e influenze<br />
54 Secondo Smith (2006: 40 e 249), l’incontro più drammatico tra modernità e indusimo<br />
avviene nell’indutva, il nazionalismo di matrice religiosa che rappresenta l’incubo<br />
dell’India di oggi. Il nazionalismo indù, infatti, più che “tradizione che cerca di riaffermarsi,<br />
finisce per rivelare il suo vero volto, che è quello di una modernità perversa” e i<br />
due fenomeni appaiono “l’uno il riflesso dell’altra, e a volte si confondono”.