L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e il resto dell’Asia<br />
emergendo in Asia, una regione dove alti tassi di crescita economica e urbanizzazione<br />
stanno alimentando preoccupazione e competizione per materie prime e risorse energetiche.<br />
Specialmente queste ultime sono diventate critiche per la continua espansione<br />
economica del continente e lo spettro di un’insufficiente offerta energetica ha intensificato<br />
la rivalità <strong>geopolitica</strong> tra potenze esterne in Asia centrale, nel bacino del Mar Caspio<br />
e nell’Asia occidentale. L’ampliarsi del divario tra produzione e consumo energetico<br />
nella maggior parte dei maggiori stati asiatici alimenta l’insicurezza energetica <strong>della</strong><br />
regione, minacciando non solo i rapporti tra i vari paesi, perché crea rivalità, ma anche<br />
minando la pace sociale interna, perché riduce la crescita economica.<br />
Con il 75% <strong>della</strong> crescita <strong>della</strong> sua domanda petrolifera l’Asia è diventata uno dei<br />
principali fattori che stanno mo<strong>della</strong>ndo i trend energetici globali che a loro volta determineranno<br />
<strong>gli</strong> standard di vita di tutti i paesi, a cominciare da quelli occidentali. I due<br />
maggiori paesi, India e Cina, che insieme contano più di un terzo <strong>della</strong> popolazione<br />
mondiale, sono già in competizione per fonti energetiche d’oltremare, mentre la crescente<br />
domanda d’elettricità e le negative conseguenze ambientali dell’uso del carbone<br />
e delle centrali elettriche che bruciano petrolio spingono al ricorso al nucleare.<br />
Frattanto, con la scusa <strong>della</strong> guerra globale al terrorismo Washington è riuscita a<br />
costruire nuove basi militari nel bacino del Mar Caspio e in Asia centrale e ad assumere<br />
il controllo dell’Iraq, paese con grandi riserve petrolifere. E malgrado USA e India<br />
abbiano ormai un “partenariato strategico”, quest’ultima si ritrova con truppe americane<br />
stazionate in cinque paesi suoi vicini: Tagikistan (dove, però, sono stazionate<br />
anche truppe indiane), Kirghizistan, Uzbekistan, Afghanistan e Pakistan. Si capisce<br />
allora perché la ricerca delle materie prime, e particolarmente quella energetica,<br />
condizioni già profondamente le strategie geopolitiche dell’India e continuerà a farlo<br />
sempre più nel futuro.<br />
Malgrado il suo consumo pro capite sia molto basso – pari al 28% <strong>della</strong> media<br />
mondiale – nel 2010 l’India è stata il terzo consumatore d’energia al mondo (alla pari<br />
con la Russia, preceduta da USA e Cina, ormai al primo posto). Tra il 1999 e il 2009 i<br />
consumi energetici indiani sono cresciuti del 65%, mentre la produzione di energia è<br />
aumentata solo del 50% e di conseguenza la dipendenza energetica (quota dei consumi<br />
totali di energia coperti con l’importazione) è passata dal 15% circa de<strong>gli</strong> anni<br />
’80 al 33%.<br />
La sua produzione primaria d’energia è dominata dal carbone (42% dei consumi<br />
totali), da biomasse, principalmente legname (26%), dal petrolio (23%), gas naturale<br />
(6%), energia idroelettrica (2%) e nucleare (1%). E anche assumendo un aumento di<br />
40 volte del loro contributo all’energia primaria, le fonti rinnovabili non potranno contare<br />
che per il 5-6% del paniere energetico indiano. Poiché l’India importa più del<br />
70% (76% nel 2009 e potrebbe superare il 90% entro il 2020 (IEA, 2007) del petrolio<br />
che consuma, questo rappresenta la voce maggiore delle importazioni indiane e assorbe<br />
il 40% dei ricavi dalle esportazioni. Vari studi indicano che un aumento del 5%<br />
del prezzo del petrolio per un anno potrebbe ridurre il tasso di crescita del PIL indiano<br />
dello 0,25% e aumentare il tasso d’inflazione dello 0,6%, cioè produrre stagflation<br />
(Vachhani 2005). Da notare, poi, che quella indiana è una delle economie mondiali<br />
con la più alta intensità energetica – quantità d’energia necessaria a produrre<br />
un’unità di crescita economica – e che il consumatore d’energia indiano paga uno dei<br />
prezzi più alti (in termini di ppa) al mondo. Per potere sostenere un tasso annuale di<br />
crescita del PIL dell’8%, calcola la “Planning Commission”, l’offerta energetica indiana<br />
dovrebbe quadruplicarsi (Pant, 2008: 154).<br />
Per l’energia, quindi, l’India appare anche più vulnerabile <strong>della</strong> Cina e accusa forti<br />
preoccupazioni per la sicurezza energetica causate dalla notevole e crescente dipendenza<br />
dall’importazione, via mare, dalla regione del Golfo, del petrolio e dei suoi<br />
derivati. Da qui la necessità di proteggere le rotte marittime, vitali per <strong>gli</strong> interessi economici<br />
e strategici, e quindi di modernizzare la marina militare che dopo essere stata a<br />
lungo negletta, sta ricevendo la piena attenzione dei politici. Manmohan Singh, appena<br />
insediato come Primo ministro nel 2004, dichiarò che per l’India “la sicurezza energeti-<br />
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