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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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Introduzione<br />

si autoalimenta attraverso l’isolamento e la ghettizzazione” 42 . Ugualmente non facile<br />

e rapido è stato l’assorbimento dei profughi arrivati in India che provano ancora<br />

nostalgia per un’identità collettiva perduta.<br />

Con 22 lingue nazionali e oltre 2.000 dialetti, una dozzina di comunità etniche –<br />

il 72% de<strong>gli</strong> indiani sono indo-ariani, il 25% dravidici e il 3% mongolidi e altre etnie<br />

– e sei maggiori gruppi religiosi – <strong>gli</strong> hindu 43 sono l’82% <strong>della</strong> popolazione, i<br />

musulmani (in maggioranza sciiti, India e Pakistan avendo entrambe il maggior numero<br />

di sciiti dopo l’Iran) il 12%, il 2% cristiani (più del 70% di essi sono dalit, ma<br />

la gerarchia è in gran parte di casta alta), quasi il 2% sikh, 1,5% buddisti e lo 0,5% i<br />

gianisti e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong> credo 44 (censimento del 2001) – l’India rappresenta “il più importante<br />

patrimonio di socio-diversità oggi esistente al mondo” (Amirante, 2007: 16).<br />

Questa straordinaria diversità ha reso necessaria la divisione del paese in 35 unità<br />

territoriali, cioè 28 stati (tre dei quali hanno un territorio superiore a quello italiano)<br />

e 7 territori che, per tenere conto dei loro connotati molto specifici, sono stati dotati<br />

di differenti gradi d’autonomia.<br />

Anche se spesso <strong>gli</strong> stati regionali non sono granché omogenei in termini culturali<br />

o linguistici, essi esprimono partiti regionali e l’autorità federale è sempre disposta<br />

ad acco<strong>gli</strong>ere le loro istanze. Infatti, “la tendenziale prevalenza del livello centra-<br />

42 La maggior parte dei musulmani restati in India si trovano nelle aree urbane, anche se<br />

vi sono zone rurali con contadini musulmani, particolarmente nel sud del paese. Circa la<br />

metà dei musulmani è concentrata soprattutto nel nord, in particolare ne<strong>gli</strong> stati dell’Uttar<br />

Pradesh, Bihar e Bengala Occidentale, <strong>gli</strong> stati più poveri. Wssi costituiscono la maggioranza<br />

relativa <strong>della</strong> popolazione nel Kerala, mentre sono una piccola minoranza, ma benestante,<br />

nel Tamil Nadu. Storicamente, l’area con maggiori conversioni all’islamismo fu<br />

quella del Bengala orientale. La povertà nella quale vive una notevole porzione dei musulmani<br />

indiani è attribuita al fatto che quelli fuggiti in Pakistan furono i più istruiti e i più<br />

ricchi, mentre molti dei rimasti erano artigiani tradizionali. Di conseguenza, il tasso di alfabetizzazione<br />

dei musulmani è del 59,1%, leggermente inferiore alla media nazionale.<br />

43 Il termine hindu è di origine persiana e veniva usato per designare genericamente <strong>gli</strong><br />

indiani che non si erano convertiti a religioni differenti e in particolare all’Islam (Franci,<br />

2000: 1l), per cui l’impiego di questo termine è non solo profondamente fuorviante, ma<br />

anche scarsamente informativo rispetto al tipo di appartenenza di coloro che vengono etichettati<br />

come hindu (Rondinone, 2008: 35).<br />

44 Il buddhismo nasce come reazione all’eccessiva ritualizzazione induista e per riaffermare<br />

la centralità <strong>della</strong> purezza del cuore e la rettitudine <strong>della</strong> condotta. Piuttosto che una<br />

nuova religione, il buddhismo ripropone e reinterpreta l’antica e genuina fede vedica. Più<br />

dell’induismo, il buddhismo considera irrilevante dogmi o credi, dottrine o teorie, ma insiste<br />

sull’esperienza e ritiene che la pace <strong>della</strong> mente, la sapienza più alta e finalmente<br />

l’illuminazione siano raggiungibili qui e ora, non in un’altra vita. Il nirvana buddista è identico<br />

alla moksha induista, entrambi essendo la remissione dalla schiavitù del karma e<br />

dell’ignoranza (Prabhavananda, 2003: 169 e 173-74). Distinto dal buddhismo, ma con uno<br />

sviluppo parallelo, il giainismo (dalla radice sanscrita ji che significa conquistare) persegue<br />

la conquista <strong>della</strong> carne per ottenere la suprema purezza che a sua volta porta infinita conoscenza,<br />

infinita felicità e infinita potenza. L’induismo ha in comune col giainismo la dottrina<br />

dell’ahimsa, non violenza, di cui Gandhi divenne il simbolo (Smith, 2006: 273).Come il<br />

giainismo e il buddhismo, il sikhismo nacque verso la fine del 1400 come rivolta riformista<br />

contro l’inegualitarismo dell’induismo e combina il misticismo indù con il monoteismo<br />

musulmano. La distribuzione territoriale delle religioni non è omogenea, per cui alcune<br />

regioni sono prevalentemente musulmane (Jammu-Kashmir e isole Laccadive), altre<br />

buddiste (Ladakh) o sikhiste (Ounjab).<br />

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