L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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La “grande Potenza povera”<br />
Tabella 1.5 - Tasso di crescita dei vari settori economici<br />
Settore ’50 ’60 ’70 ’80 ’90 2001/10 2004/08 2009/11<br />
Agricoltura 2,7 2,5 1,3 4,4 3,2 2,4 5,0 2,3<br />
Industria: 5,8 6,2 4,4 6,4 5,7 7,3 9,0 6,7<br />
Manifattura 5,8 5,9 4,3 5,8 5,6 8,0 10,0 7, 1<br />
Servizi 4,2 5,2 4,0 6,3 7,1 9,0 10,1 9,5<br />
Fonte: ’50-’90: R. Mohan (2008: 2 Tab. 1); 1990-2011: Mohanty (2011: 2 Tab. 1).<br />
Tabella 1.6 - Contributo alla crescita del PIL %<br />
Settore 1980/85 2000/07<br />
Agricoltura 33 9<br />
Industria 24 29<br />
Servizi 43 62<br />
Fonte: Mishra et al. (2011: 7 Fig. 2.<br />
Nonostante impieghi più <strong>della</strong> metà <strong>della</strong> popolazione occupata, l’agricoltura<br />
contribuisce il 15% del PIL, l’industria il 28%, ma genera solo il 12%<br />
dell’occupazione, mentre grazie alla sua alta produttività, nel 2010 il terziario ha<br />
prodotto quasi due terzi del PIL, impiegando il 28% <strong>della</strong> popolazione attiva – vedi<br />
Tabella 1.4 e Ghosh (2010: 13, Tab. 2). Nel 2010 la quota del PIL generata dal terziario<br />
superava quella del 1950 del settore primario.<br />
* * *<br />
Chiaramente, con il 1991 venne messa da parte l’economia mista e autosufficiente<br />
perseguita dopo l’indipendenza, per adottare un approccio neoliberista che mira a<br />
una graduale integrazione dell’economia indiana in quella globale. Ma mentre “ci sono<br />
pochi dubbi sul fatto che la Total Factor Productivity (TFP) sia cresciuta 20 a partire dai<br />
primi anni ’80 rispetto al periodo dell’economia pianificata”, qualcuno ne sorge se si<br />
considerano <strong>gli</strong> anni ’90, per poi subito scomparire a fronte dell’accelerazione che<br />
l’economia indiana ha avuto nel nuovo millennio e alla sorprendente intensità competitiva<br />
sviluppata. Permane ancora, però, una certa rigidità sia per l’uscita dal mercato<br />
delle imprese meno produttive e sia per la mobilità del lavoro, rigidità che impedisce<br />
la ricollocazione verso settori e imprese più produttivi (Chiarlone, 2008: 51-52). Intensa<br />
è tuttavia la concorrenza nel mercato indiano dove l’affollamento dei marchi<br />
d’avviamento forse non ha eguali al mondo (Bahl, 2010: 123) e dove il numero delle<br />
imprese registrate supera le sei mila unità, più del 95% delle quali di proprietà privata.<br />
Per questo l’Asian Corporate Governance Association analizzando 11 paesi asiatici<br />
assegna il terzo posto all’India e solo il nono alla Cina.<br />
La crescita indiana è trainata da alcune componenti del settore formale legate<br />
all’innovazione – come informatica, biotecnologie, farmaceutico e ricerca e sviluppo<br />
20 Secondo alcune stime la crescita <strong>della</strong> TFP (cioè capitale fisico e forza lavoro) spiegherebbe<br />
più di un quarto <strong>della</strong> crescita economica dell’India (Goldstein, 2011: 17).<br />
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