L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e i suoi “vicini”<br />
trovia dei guerri<strong>gli</strong>eri <strong>della</strong> resistenza islamica. Dopo la partenza dei russi<br />
dall’Afghanistan e l’intervento americano e <strong>della</strong> NATO, il Pakistan resta un paese<br />
chiave in quest’area strategicamente così importante 4 , ma il suo ruolo è diventato più<br />
ambiguo, mentre la sua instabilità interna, alla quale contribuiscono sia la crescente<br />
presenza di gruppi terroristici e integralisti islamici che le forti tensioni etniche delle<br />
tribù pasthun a nord e dei baluci a sud ovest 5 , è aumentata. Per questo, in India è abbastanza<br />
diffusa l’idea che l’ostilità che distingue il rapporto indo-pakistano sia la diretta<br />
eredità <strong>della</strong> politica americana durante la Guerra fredda che decretava la parità militare<br />
tra i due paesi e sosteneva all’ONU la posizione di Islamabad nella questione del<br />
Kashmir (Jain, 2008: 168). Un problema al quale il fattore nucleare ha aggiunto una<br />
nuova dimensione. Infatti, la seria rivalità nucleare che ha reso India e Pakistan interdipendenti<br />
ha anche generato la loro “insicurezza reciproca”. Per l’India il problema<br />
più importante è sempre stato quello del Kashmir. Gli scontri militari nel Kashmir<br />
(1947-48, 1965 e 1971) hanno causato notevoli difficoltà economiche a entrambi<br />
i paesi, ma particolarmente al Pakistan, difficoltà diventate ancora più evidenti ne<strong>gli</strong><br />
anni ’90. Il cambio geopolitico causato da<strong>gli</strong> attentati dell’11 settembre 2001 e la lotta<br />
al terrorismo dichiarata da Washington hanno accresciuto l’importanza del Pakistan,<br />
per il quale, però, il terrorismo sta diventando sempre più una minaccia 6 , ma hanno<br />
rappresentato anche un ulteriore elemento di scontro. Mantenere sotto controllo le organizzazioni<br />
radicali islamiche appare chiaramente sempre più difficile, anche perché<br />
alcuni settori del governo e delle forze armate del Pakistan pensano di poter usare il<br />
terrorismo come uno strumento contro l’India – vedi l’attacco al parlamento indiano il<br />
13 dicembre 2001 e al treno di Mumbai l’11 lu<strong>gli</strong>o 2006. A sua volta, New Delhi teme<br />
che l’annunciato ritiro delle truppe alleate (l’“International Security Assistance Force”,<br />
a guida USA) dall’Afghanistan porterà sicuramente a una guerra civile che potrebbe<br />
permettere al Pakistan di estendere l’influenza sul paese che è sicuramente un territorio<br />
centrale alla sua strategia nazionale.<br />
Per quanto riguarda il Kashmir, chiaramente Islamabad non può impegnarsi a far<br />
cessare l’attività dei gruppi armati che agiscono sui due lati <strong>della</strong> frontiera indopakistana<br />
senza ottenere concrete concessioni da parte di New Delhi per una soluzione<br />
accettabile per tutte le parti in causa (Torri, 2004: 88). Il governo di Vajipayee<br />
annunciò una serie di iniziative di pace per cercare di normalizzare i rapporti con il<br />
Pakistan, ma finora i risultati sono stati scarsi. Il problema del terrorismo continua a<br />
dominare le relazioni tra i due paesi, ma a febbraio 2011 alla riunione <strong>della</strong> SAARC<br />
a Thimpu, essi hanno preso la “pragmatica” decisione di riprendere il dialogo su<br />
4 Data la sua posizione strategica, molti sono intervenuti in Afghanistan – dopo Alessandro<br />
sono arrivati i persiani, <strong>gli</strong> indiani, condottieri centroasiatici, turchi, russi, inglesi, tedeschi<br />
e infine americani e <strong>altri</strong> europei (NATO) – per cui l’instabilità e il fanatismo di<br />
quest’area non possono essere addebitati esclusivamente alla popolazione locale.<br />
5 Malgrado che secondo un funzionario dell’agenzia Gallup Pakistan, la diffidenza per<br />
l’America riceva “un consenso quasi nazionale”, i due paesi continuano ad avere un gran<br />
bisogno l’uno dell’altra, e sono condannati a restare alleati. Una radicalizzazione di un<br />
paese con 180 milioni di musulmani e un arsenale nucleare non può essere ignorato. Ma<br />
l’uccisione di Osama bin Laden e i bombardamenti americani in territorio pakistano stanno<br />
causando la rottura forse insanabile dei rapporti tra i due paesi.<br />
6 Secondo Lakshman (2009: 74), “il crollo dello Stato pakistano e la sua sostituzione con<br />
un regime talebano estremista in grado mettere le mani sull’arsenale nucleare del paese,<br />
non è più uno scenario fantapolitico”.<br />
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