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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

e il governo coloniale britannico (Bartoli, 2008: 90). In effetti, è con il censimento del<br />

1901 che vengono create, nominandole, le categorie politiche e sociali per definire e<br />

ripartire la popolazione indiana e viene ufficialmente riconosciuto, o assegnato, il<br />

rango esatto di ogni singola casta. Interesse principale del governo coloniale era<br />

quello di dividere i sudditi indiani in gruppi che potessero venire messi in concorrenza<br />

fra loro, prevenendo “sia l’insorgere di processi di omologazione sociale, sia la diffusione<br />

di forme di solidarietà politica” (Torri, 2005: 450).<br />

Questo censimento causò la reazione musulmana che per ridimensionare il potere<br />

indù chiese e ottenne che in quello del 1911 <strong>gli</strong> intoccabili non fossero calcolati<br />

come indù. Il censimento del 1931 fu l’ultimo a fare riferimento alle caste, riferimento<br />

che scomparve nei censimenti che seguirono, per cui tutte le affermazioni circa la<br />

composizione castale <strong>della</strong> popolazione contemporanea si basano su proiezioni dei<br />

dati del 1931 (Rothermund, 2008: 162-63).<br />

La definizione di chi era indù e chi intoccabile “ebbe un ruolo decisivo nel costituirsi<br />

di un soggetto politico, definito come minoranza oppressa e contrapposta a un<br />

nemico esplicito, le caste indù”. Oltre a<strong>gli</strong> intoccabili, sotto il nome di “depressed<br />

classes” furono identificate le “tribù aborigene e montane” e le “tribù criminali”, raggruppamento<br />

più tardi denominato “Scheduled Castes”. Infine, con la Costituzione furono<br />

riconosciute tre categorie: (i) Scheduled Castes (SC), <strong>gli</strong> intoccabili; (ii) Scheduled<br />

Tribes (ST), i membri delle tribù aborigene e montane, i cosiddetti adivasi (letteralmente<br />

“quelli che erano già qui”, ridotti in condizione di subalternità e isolamento da<strong>gli</strong> invasori<br />

ariani); e (iii) Other Backward Classes (OBC), categoria eterogenea di un vasto<br />

gruppo di soggetti comunque affetti da disagio sociale e culturale (Bartoli, 2008: 123 e<br />

126), tra i quali i yadav sono la maggioranza. Questa categoria è una definizione governativa<br />

che comprende sia la maggior parte delle caste sudra, alle quali appartengono<br />

moltissimi agricoltori, che rivendicano un posto tra le vere caste o almeno un posto<br />

superiore a quello de<strong>gli</strong> impuri, e sia le cosiddette Most Backward Castes (MBC). Dalle<br />

percentuali presentate dalla National Sample Survey Organisation (NSSO) e quelle di<br />

Armellini (2008: 79 e nota 39), Luce (2010: 126) e Menon e Nigam (2009: 3 e 11) riportati<br />

nella Tabella 2, risulta che tra il 47% e il 77% <strong>della</strong> popolazione indiana fa parte di<br />

gruppi altamente discriminati e se a questi si aggiunge quel 12% costituito dai musulmani<br />

si passa da un minimo 59 a un massimo 89%.<br />

Tabella 2 - Stime delle quote percentuali di SC, ST e OBC nella popolazione totale<br />

indiana<br />

NSSO Armellini Luce Menon/Nigam<br />

SC (dalit) 20 15 13 16<br />

ST 8 2 10 7<br />

OBC 41 25-52 27 54*<br />

Totale 69 47-74 50 77<br />

*Stima <strong>della</strong> Mandal Commission.<br />

Un primo movimento di riscatto de<strong>gli</strong> intoccabili si registrò nella seconda metà del<br />

XIX secolo quando si pose il problema se considerare i dalit fuori casta o parte integrante<br />

del sistema castale al quale si conformano, anche se con una qualche ambiguità<br />

e perplessità. Nel primo caso bisognerebbe creare o incrementare i loro diritti,<br />

nel secondo puntare alla loro purificazione per renderli accettabili alle altre caste.<br />

Mentre Ambedkar, per il quale il sistema castale rappresentava il peggior male sociale<br />

dell’India, puntava alla formazione di uno stato di egua<strong>gli</strong>anza attraverso azioni<br />

positive, ancor prima <strong>della</strong> stessa liberazione dal Raj, Gandhi sosteneva che il riscatto<br />

de<strong>gli</strong> intoccabili era “da attuarsi nell’alveo <strong>della</strong> tradizione induista” tornando “al<br />

modello dei varna, che e<strong>gli</strong> reputava naturale” e dove <strong>gli</strong> intoccabili (per i quali scelse

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