L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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5 L’India e l’Europa<br />
5.1 L’INDIA E L’UE<br />
All’India, come a molti <strong>altri</strong> paesi, l’Europa non riesce più a offrire standard universali<br />
con i quali misurarsi, ma sono <strong>gli</strong> USA ad aver assunto questa funzione, due paesi<br />
che hanno entrambi subito l’imperialismo europeo. Per molto tempo, infatti,<br />
“l’idea indiana dell’Europa ha coinciso con quella dell’Inghilterra… ed è sempre<br />
attraverso il prisma britannico che l’Europa continua a presentarsi, a<strong>gli</strong> occhi indiani,<br />
come una sommatoria di nazioni”, tra le quali riescono a distinguere un po’ me<strong>gli</strong>o<br />
Francia e Germania, mentre dell’Italia vedono solo moda, design e lifestyle. Il<br />
problema è che l’India, abituata a convivere con la diversità etnica, religiosa e linguistica,<br />
trova difficile comprendere “non solo le potenzialità, ma lo stesso concetto<br />
unificatore dell’Unione Europea” (Armellini, 2008: 191-94). Inoltre, l’India considera<br />
l’UE condannando all’irrilevanza, perché si rifiuta di svolgere un ruolo di comprimaria<br />
nel sistema multipolare la cui costruzione, secondo New Delhi, dovrebbe<br />
contribuire a bilanciare l’eccessivo potere de<strong>gli</strong> USA. D’altra parte, <strong>gli</strong> europei per<br />
troppo tempo hanno ignorato l’India, specialmente se si considera l’interesse invece<br />
riservato alla Cina, sottovalutando un subcontinente che è ormai un potente attore<br />
economico, presenta un grande potenziale per relazioni commerciali, che quindi<br />
vanno intensificate, e può risultare un utile partner in questioni di politica estera e di<br />
sicurezza. L’UE deve andare oltre il commercio e interessare l’India a questioni di<br />
profonda importanza strategica, inclusa la sicurezza, e cercare di rafforzare le fondamenta<br />
di un partenariato strategico che potrebbe avere implicazioni di lungo periodo<br />
sulle priorità dell’Unione. Varie sono le aree di interesse comune, a partire<br />
dalla condivisa convinzione circa l’importanza del mantenimento <strong>della</strong> pace e <strong>della</strong><br />
sicurezza internazionale, <strong>della</strong> lotta al terrorismo e di una qualche stabilità in Afghanistan.<br />
In altre parole, l’UE dovrebbe interessarsi maggiormente all’India non solo<br />
per co<strong>gli</strong>ere il potenziale che la crescente classe media del paese rappresenta per le<br />
esportazioni, ma anche per i vantaggi che uno stretto rapporto con quella che ormai<br />
è una potenza regionale, e aspira a esserlo anche a livello globale, potrebbe offrire<br />
per rafforzare la sua presenza in Asia.<br />
Fino a qualche anno fa, né l’UE né l’India consideravano molto seriamente la<br />
possibilità di un loro rapporto ma, grazie allo sviluppo di fiorenti legami economici,<br />
quest’atteggiamento ha cominciato a cambiare, anche se l’UE dovrebbe adoperarsi<br />
per mi<strong>gli</strong>orare le ancora modeste relazioni politiche. E mentre i funzionari dell’UE<br />
lamentano che le loro controparti in Delhi sono arroganti e con scarse risorse, <strong>gli</strong><br />
indiani brontolano per il condiscendente atteggiamento europeo, per la bizantina<br />
complessità dell’Unione e per la necessità di dover trattare simultaneamente con le<br />
istituzioni dell’UE e con i paesi membri. I leader indiani e quelli dell’UE dovrebbero,<br />
invece, “cercare di creare le fondamenta di un genuino partenariato strategico<br />
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