L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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La “grande Potenza povera”<br />
Il fatto che il tasso medio di crescita del 5,6% nel 1981-91 non sia molto differente<br />
da quello del 5,8% relativo al periodo 1991-2001, rafforza la tesi di quanti sostengono<br />
che la vera liberalizzazione iniziò ne<strong>gli</strong> anni ’80 piuttosto che ne<strong>gli</strong> anni<br />
’90 13 . La crescita del 7,6% de<strong>gli</strong> anni 1988-91 non solo non trova paragoni nella storia<br />
indiana, ma fu diffusa a tutta l’economia – 7% per l’agricoltura, 9,1% per<br />
l’industria e 7,1% per i servizi. Il processo democratico e il successo dei partiti regionali<br />
richiedevano, però, la continua creazione di alleanze più o meno fragili nel<br />
parlamento federale, per cui la ricerca ossessiva del consenso comportò infiniti<br />
compromessi e questo portò al gradualismo e a effetti modesti e di breve periodo.<br />
Nayyar (2006 e 2006a: 1452-3) è stato uno dei primi a sostenere che, dopo<br />
l’indipendenza le due svolte decisive del processo di crescita indiano avvennero<br />
all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’50 e attorno al 1980, e non nel 1991 quando iniziò la liberalizzazione<br />
e l’apertura all’economia internazionale. Nel periodo 1950-1980, la crescita<br />
economica indiana fu soddisfacente e non peggiore di quella sperimentata dalla gran<br />
parte de<strong>gli</strong> <strong>altri</strong> PVS, ma rappresentò una chiara rottura con il passato coloniale.<br />
Spettacolare fu l’accelerazione che la crescita indiana mostrò a partire dall’inizio<br />
de<strong>gli</strong> anni ’80 14 , mi<strong>gli</strong>ore di quella <strong>della</strong> maggior parte dei PVS e anche di alcune<br />
economie emergenti. In entrambi i periodi l’India è stata però incapace di trasformare<br />
la crescita in benessere per tutta la popolazione, anzi con la liberalizzazione e<br />
l’inserimento nell’economia globale messe in moto nel 1991 povertà, privazione ed<br />
esclusione sono aumentate, fenomeno che aggravando il dualismo economico di una<br />
società già pesantemente segmentata dal sistema castale rischia di paralizzare lo sviluppo<br />
del paese e di condannarlo alla marginalizzazione internazionale. Nel 2005 era<br />
apparso l’articolo di Subramanian e Rodrik (ora in Subramanian, 2009: 3-45) dove<br />
si sostiene che la netta svolta si ebbe tra la fine de<strong>gli</strong> anni ’70 15 e l’inizio de<strong>gli</strong> ’80<br />
quando, come visto sopra, un cambio di atteggiamento – un approccio più probusiness<br />
piuttosto che pro-market o pro-competition – mise in moto un processo di<br />
sviluppo – né sostenuto fiscalmente, e quindi “cattivo”, né “insostenibile” come da<br />
alcuni considerato – che le riforme dei primi anni ’90 hanno rafforzato. Da non dimenticare,<br />
poi, che tutto questo processo è stato alimentato dall’aumento <strong>della</strong> produttività<br />
e che l’India grazie sia alle maggiori risorse spese per l’istruzione superiore<br />
piuttosto che per quella di base e a causa <strong>della</strong> generale tendenza a mantenere ridotte<br />
13 Panagariya (2008: 93-94) fa invece notare che benché il tasso di crescita calcolato per il<br />
periodo 1981-91 fosse 5,6%, in realtà fu 4,8% nel 1981-87 e salì a 7,6 solo nel 1988-91,<br />
per cui “è l’inclusione di questi tre anni… che fa apparire <strong>gli</strong> anni ’80 simili a quelli ’90”.<br />
Panagariya riconosce, però, che i tassi di crescita del PIL nelle due decadi sono “paragonabili”.<br />
Per Rakesh Mohan (2008: 1) il tasso di crescita del PIL da una decade all’altra è<br />
sempre aumentato, salvo ne<strong>gli</strong> anni ’70, a causa di una notevole caduta <strong>della</strong> produzione<br />
agricola.<br />
14 Nayyar (2006a: 1456) così riassume i fattori che contribuirono all’accelerazione <strong>della</strong><br />
crescita economica indiana: (i) politiche economiche espansive che causarono un aumento<br />
<strong>della</strong> domanda aggregata e quindi del tasso di crescita; (ii) significativo aumento del rapporto<br />
investimenti /PIL dalla fine de<strong>gli</strong> anni ’70; (iii) sempre dalla fine de<strong>gli</strong> ’70, sostenuto<br />
aumento de<strong>gli</strong> investimenti pubblici che continuò per tutti <strong>gli</strong> anni ’80; e, infine, (iv) liberalizzazione<br />
commerciale, e in particolare liberalizzazione del regime d’importazione di<br />
beni d’investimento, che riduceva così il sistema delle license industriali.<br />
15 Benché Bosworth et al. (2006-07: 45) ritengano che la crescita accelerò ne<strong>gli</strong> anni che<br />
seguirono il 1973, “il preciso momento e i fattori determinanti restano argomenti del dibattito<br />
in corso”.<br />
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