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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

fondamentalismo hindu dopo, in India) e le ideologie, cioè tutta la complessa rete di<br />

differenze socio-culturali, che hanno generato una mutua ostilità e reso impossibile<br />

l’instaurarsi di un normale rapporto. La risoluzione delle dispute bilaterali con il dialogo<br />

politico richiede mutua fiducia che in questo caso è sempre mancata e, nonostante<br />

<strong>gli</strong> sforzi fatti recentemente, continua a mancare. E così i due paesi, puntualizza<br />

Jain (2008: 165), “sono diventati vittime di differenze ideologiche che hanno<br />

generato violenza etnico-religiosa, movimenti secessionisti e violenza settaria<br />

all’ordine del giorno”. Il Kasmir è lo strumento per perpetuare un conflitto a bassa<br />

intensità che mira a fiaccare il morale delle truppe indiane.<br />

I primi anni ’50 videro la nascita dell’intesa Pakistan-Cina, il cui reciproco interesse<br />

al contenimento <strong>della</strong> potenza indiana resta l’elemento fondante. Il rapporto si<br />

rinsaldò con la guerra Cina-India del 1962 per i contestati territori dell’Aksai Chin,<br />

ora in mani cinesi, e per quelli <strong>della</strong> “North East Frontier Agency”, ora sotto il controllo<br />

indiano col nome di Arunachal Pradesh, ma che Beijing considera parte del<br />

Tibet 2 . Cina e Pakistan divennero partner strategici quando nel 1963 firmarono<br />

l’accordo relativo alle frontiere e nel 1966 iniziarono la costruzione dell’autostrada<br />

Trans-Karakoram, terminata venti anni dopo, per collegare le regioni settentrionali<br />

del Pakistan con la provincia cinese dello Xinjiang, una strada molto importante dal<br />

punto di vista commerciale e strategico. La solidità del rapporto con Islamabad, ha<br />

permesso a Beijing di portare avanti la sua silenziosa competizione con l’India, affrontare<br />

la preoccupante minaccia del terrorismo islamico 3 e assumere la guida dello<br />

sviluppo economico dell’intera regione. Allo stesso tempo, va notato che la politica<br />

estera pakistana, essenzialmente l’alleanza con la Cina e con <strong>gli</strong> USA, non solo ha<br />

reso ridondante il non allineamento indiano, ma ha anche spinto New Delhi nelle<br />

braccia dell’URSS.<br />

Il rapporto di Islamabad con Washington è stato altalenante. Esso ebbe inizio<br />

“quando l’India rifiutò di aderire al sistema di alleanze americano assumendo una<br />

posizione non allineata, mentre il Pakistan vi aderì con entusiasmo” (Rothermund,<br />

2007: 90-91) e divenne membro <strong>della</strong> “South East Asia Treaty Organisation” (SEA-<br />

TO e <strong>della</strong> “Central Treaty Organisation” (CENTO). Nel 1954 USA e Pakistan firmarono<br />

il Trattato di mutua difesa, diretto a contenere l’espansionismo sovietico,<br />

che codificò la dottrina sponsorizzata da Washington <strong>della</strong> parità militare tra India e<br />

Pakistan. Considerando il Pakistan un baluardo contro il comunismo, Washington<br />

non esitò a fornir<strong>gli</strong> armi che Islamabad in realtà pensava di usare solo contro<br />

l’India. Tuttavia, nei conflitti indo-pakistani del 1965 e del 1971 né Washington né<br />

Beijing andarono in aiuto al Pakistan.<br />

I legami con <strong>gli</strong> USA si consolidarono in seguito all’intervento sovietico in Afghanistan<br />

(1979-92), per cui il Pakistan divenne la frontiera dell’Occidente e la re-<br />

2 Con il trattato del 1963 la Cina cedette quasi 2000 km 2 al Pakistan che in cambio riconobbe<br />

la sovranità cinese su un territorio di più di 5.000 chilometri quadrati nel Kashmir<br />

settentrionale.<br />

3 Il terrorismo di matrice islamica ha inoltre cause non riconducibili all’intervento pakistano<br />

o di altre nazioni, come il Bangladesh, infatti origina anche dal malessere sociale e<br />

culturale di vari settori <strong>della</strong> comunità musulmana indiana. Il nazionalismo induista, i cui<br />

atti di violenza contro la minoranza islamica sono spesso tollerati dalle autorità, contribuisce<br />

al sentimento di alienazione avvertito soprattutto dai giovani musulmani, che vedono<br />

nella lotta armata l’unica uscita da una situazione che appare loro senza sbocco. Un malessere<br />

che i servizi d’intelligence pakistani cercano di sfruttare.

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