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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

all’Uzbekistan. L’interesse indiano trova corrispondenza in quello dei paesi dell’Asia<br />

centrale che vorrebbero ridurre la dipendenza da Mosca e in Washington che preferirebbe<br />

vedere l’India accedere più direttamente alla regione, invece dell’Iran.<br />

Dati i comuni legami storici e culturali, l’India intrattiene buoni rapporti con<br />

l’Uzbekistan con il quale nel 2006 furono firmati vari accordi relativi alla cooperazione<br />

energetica nel campo del petrolio e del gas, delle risorse minerarie e<br />

dell’agricoltura, più un altro accordo per la connessione delle tele-istruzione e telemedicina<br />

satellitare dei due paesi. Frattanto il Kazakistan ha sostenuto la piena ammissione<br />

dell’India alla SCO.<br />

Poiché il problema principale è quello di accedere all’Asia centrale ora che la tradizionale<br />

via attraverso l’Afghanistan è impraticabile e quella attraverso il Pakistan<br />

non è certamente più accessibile, New Delhi ha anche preso in considerazione<br />

l’opzione Iran, ma la multi-modalità che questa implica – raggiungere un porto indiano,<br />

salpare per l’Iran per poi proseguire per terra – la rendono praticamente sconsi<strong>gli</strong>abile.<br />

Inoltre tutti i progetti per una connessione esclusivamente via terra attraverso<br />

l’Iran – il corridoio Russia-India, l’accordo trilaterale India-Iran-Turkmenistan, oppure<br />

la strada Iran-Afghanistan cui l’India coopera aiutando quest’ultimo nella costruzione<br />

<strong>della</strong> strada Zaranj-Delaran – non sono risultati molto utili. Non resta, quindi, che esplorare,<br />

consi<strong>gli</strong>a Sakri (2009: 168), il passaggio attraverso lo Xinjiang cinese riattivando<br />

le strade tra l’indiana Leh e la cinese Kashgar (o Kashi), con ricadute positive<br />

sulla regione del Ladakh e su tutto il Kashmir e Himachal Pradesh.<br />

L’implicazione di tutto ciò è che per promuovere e proteggere i propri interessi<br />

in Asia centrale New Delhi deve necessariamente consultare e cooperare con Cina e<br />

Russia non solo nel loro vertice trilaterale, ma anche nella SCO. Il fatto che tutti i<br />

membri <strong>della</strong> SCO, con l’eccezione <strong>della</strong> Cina, abbiano firmato il “Partnership for<br />

Peace” con la NATO dimostra che essi riconoscono i potenziali benefici che la cooperazione<br />

può apportare alla sicurezza. Ciò non to<strong>gli</strong>e, però, che l’Asia centrale sia<br />

destinata a diventare il teatro <strong>della</strong> rivalità indo-pakistana sia per ottenere le risorse<br />

naturali <strong>della</strong> regione che per proiettarvi la propria influenza.<br />

* * *<br />

L’Afghanistan, che Raja Mohan pone nel primo cerchio – vedi 1.2 –, ma è qui trattato<br />

per comodità espositiva con l’Asia centrale, mantenne frontiere comuni con<br />

l’India fino alla nascita del Pakistan e poiché per secoli da queste frontiere passarono<br />

quasi tutti <strong>gli</strong> invasori del sub-continente, i vari governanti dell’India settentrionale<br />

hanno sempre cercato di avere un qualche controllo sull’Afghanistan orientale e settentrionale.<br />

Dopo il 1947 il legame tra i due paesi è continuato a causa <strong>della</strong> comune<br />

ostilità nei confronti del Pakistan. “Nel nuovo “grande gioco” che ora coinvolge<br />

l’Afghanistan, … una partita a tre è in corso tra India, Cina e Pakistan” ciascun paese<br />

con interessi differenti: l’India per opporsi al Pakistan, ottenere influenza politica nella<br />

regione, procurarsi idrocarburi e minerali e aprirsi un passaggio verso l’Asia centrale;<br />

la Cina per procurarsi le materie prime e un proprio mercato privilegiato; il Pakistan<br />

per evitare il consolidamento dell’influenza indiana a Kabul e scongiurare il pericolo<br />

di ritrovarsi schiacciato tra due paesi ostili (Vaghi, 2010: 1-2).<br />

Sotto l’influenza pakistana, i talebani negarono all’India questo importante spazio<br />

strategico e geopolitico, il che rappresenta una delle principali ragioni <strong>della</strong> ferma<br />

opposizione di New Delhi al regime. Dopo la cacciata dei talebani, l’India ha<br />

sostenuto la ricostruzione e il nation building del paese con circa $2 miliardi di inve-

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