L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
subordinazione sul piano ideologico, ma certamente contribuì a raffreddare ulteriormente<br />
quello con Washington. Anche quando nella seconda metà de<strong>gli</strong> anni ’80<br />
Rajiv Gandhi cercò “di far rivivere il mito <strong>della</strong> leadership indiana del movimento<br />
terzomondista…, il raggio d’azione e l’influenza indiana restavano sostanzialmente<br />
confinati al contesto regionale (nel quale la principale emergenza era costituita<br />
all’epoca dal sanguinoso conflitto tra le etnie tamil e cingalesi nello Sri Lanka)”<br />
(Amirante, 2007: 131-32). Frattanto, le relazioni con la Cina cominciarono a mi<strong>gli</strong>orare<br />
e ad agosto 1984 fu firmato un accordo commerciale con il quale i due paesi si<br />
riconoscevano vicendevolmente lo stato di “nazione più favorita”. Ancora più importante<br />
fu la visita a Beijing di Raijv Gandhi alla fine del 1988, quando i due paesi<br />
decisero di creare un “Joint Working Group” per definire le loro frontiere.<br />
Anche la “South Asian Association for Regional Cooperation” (SAARC), nata<br />
nel 1985 su iniziativa del Bangladesh che pensò fosse più facile trattare con l’India<br />
in un contesto multilaterale piuttosto che bilateralmente, venne accettata solo dopo<br />
qualche esitazione.<br />
Appare così che la politica estera indiana non è stata monolitica, ma, particolarmente<br />
dopo la morte di Nehru, ha seguito i flussi e i riflussi de<strong>gli</strong> eventi politici ed economici<br />
interni, mantenendo però fermo il rapporto con l’URSS e il blocco sovietico, considerato<br />
l’alternativa più affidabile in termini economici e politici, malgrado la dichiarata politica<br />
di non allineamento. Di conseguenza, la fine <strong>della</strong> guerra fredda e la globalizzazione<br />
hanno mutato <strong>gli</strong> <strong>equilibri</strong> globali e imposto un radicale ripensamento del quadro delle<br />
relazioni internazionali. La necessità di cercare nuove ancore per la condotta <strong>della</strong> propria<br />
politica estera spinse New Delhi ad avvicinarsi a<strong>gli</strong> USA e, più in generale,<br />
all’Occidente. Il crollo dell’URSS poi non solo costrinse l’India a riorientare la propria<br />
politica estera ma, mettendo in discussione l’approccio autarchico allo sviluppo economico,<br />
aprì la strada alla liberalizzazione e alle riforme economiche.<br />
Malgrado si sia tentato di presentare queste nuove politiche non come<br />
l’abbandono, ma come il necessario adattamento del pensiero di Nehru, in realtà il<br />
nuovo contesto è tanto diverso dal vecchio da richiedere l’elaborazione di una nuova<br />
visione del mondo. Secondo Raja Mohan (2006a: 3-5), questa visione comporta varie<br />
trasformazioni, come: (i) da una “società socialista” a una società moderna “capitalista”;<br />
(ii) dalla preminenza <strong>della</strong> politica a quella dell’economia; (iii) da leader del<br />
Terzo mondo ad aspirante grande potenza, per cui la retorica terzomondista ha ceduto<br />
il posto alla difesa de<strong>gli</strong> interessi nazionali; (iv) dismissione dell’anti occidentalismo;<br />
e, infine, (v) passaggio dall’idealismo al realismo, alla politica di potenza e al<br />
pragmatismo. E poiché l’unilteralismo non è più praticabile e il bilateralismo è troppo<br />
limitato, l’India tende ora a preferire il multilateralismo.<br />
È indubbio, tuttavia, che l’attuale interessamento per l’Asia è dettato principalmente<br />
dalla crescente presenza <strong>della</strong> Cina nell’ordine strategico del continente, dove<br />
fino a pochi anni addietro New Delhi scarsamente figurava. I legami con l’Asia furono<br />
lasciati languire per decenni, perché il non allineamento non permetteva una “realistica”<br />
proiezione del potere. Ma mentre New Delhi perdeva interesse per l’Asia e la sua<br />
influenza nella regione diminuiva, quella cinese aumentava. Solo dopo la fine <strong>della</strong><br />
Guerra fredda l’India sentì il bisogno di riscoprire l’Asia (Rediscovering Asia è il titolo<br />
del libro di Prakash Nanda del 2008), particolarmente l’Asia-Pacifico, la regione che<br />
determinerà i contorni <strong>della</strong> politica mondiale in questo secolo.<br />
Dopo averli a lungo ignorati, New Delhi ha cominciato a considerare i paesi vicini<br />
come parte del proprio cortile strategico e conseguentemente ha moltiplicato le<br />
proposte per un gasdotto Iran-India-Cina (IPI), un’autostrada Delhi-Hanoi e un ac-