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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

nell’affannosa ricerca di depositi petroliferi e di gas, il che contribuisce alla crescita<br />

dei prezzi energetici, aumenta anche la concorrenza tra le imprese indiane e cinesi e tra<br />

queste e le compagnie energetiche globali. Infine, la crescente dipendenza dalle importazioni<br />

energetiche trasportate via mare rende necessaria l’espansione <strong>della</strong> marina militare<br />

di entrambi i paesi per proteggere le rotte dei rifornimenti.<br />

Per rafforzare questo rapporto l’India sta promuovendo e intensificando i legami<br />

con le istituzioni regionali africane finanziando con il proprio “Aid-to Africa Budget”<br />

progetti di sviluppo come il “Techno-Economic Approach for Africa-India<br />

Movement” (TEAM-9) per 9 paesi dell’Africa occidentale, il “New Partnership for<br />

Africa’s Development” (NEPAD) e il “Pan-Africa e-Network Project”, un ambizioso<br />

progetto per la costruzione di una rete elettronica panafricana per tele-istruzione e<br />

tele-medicina. Oltre le linee di credito attivate per questi progetti, ci sono quelle<br />

concesse alle banche regionali come l’“East African Development Bank”, il “Common<br />

Market for Eastern and Southern Africa”, la “West African Development<br />

Bank”, l’“Economic Committee of West African States”. L’India ha inoltre offerto<br />

crediti su base bilaterale a molti paesi africani e investito in varie parti dell’Africa<br />

per l’esplorazione energetica. L’India vuole aumentare la propria presenza in Africa,<br />

considerata importante fonte di materie prime e potenziale mercato, ma deve fare i<br />

conti con una Cina che è sempre avanti di qualche passo e continua a batterla per<br />

ottenere contratti per l’estrazione di risorse.<br />

Nel 2008 il governo indiano ha organizzato a New Delhi il primo vertice del “Africa-India<br />

Forum” (AIF), un incontro al quale hanno partecipato 14 paesi dell’Unione<br />

Africana (UA) e che ha consentito a New Delhi di recuperare in parte il terreno perduto<br />

nei confronti <strong>della</strong> Cina. Il vertice si è concluso con l'adozione di un accordo che ha<br />

aperto la strada a nuove opportunità di cooperazione in diversi campi, come la sicurezza,<br />

il commercio, l’economia e l'aiuto umanitario. L’India ha promesso di concedere<br />

accesso preferenziale alle esportazioni di tutti i paesi meno sviluppati, 34 dei quali sono<br />

africani, di aumentare le linee di credito fino a $5,4 miliardi, di eliminare i dazi su<br />

una serie di esportazioni africane, come diamanti, rame, zucchero di canna e abbi<strong>gli</strong>amento,<br />

di portare i propri aiuti allo sviluppo a $500 milioni nei successivi cinque<br />

anni, di eliminare tutte le tariffe sulle importazioni dei paesi africani più poveri e presentò<br />

un piano d’azione per l’addestramento militare, la mineria, l’energia e la cultura.<br />

Il secondo IAF si è tenuto ad Addis Abeba il 24-25 maggio del 2011 con la partecipazione<br />

di 15 paesi africani e una delegazione indiana guidata dal primo ministro<br />

Manmohan Singh, accompagnato da numerosi ministri e uomini d’affari con<br />

l’obiettivo, ha detto Singh, “di consolidare il ruolo delle imprese indiane, pubbliche<br />

e private, nella crescita e nello sviluppo delle infrastrutture africane, con finanziamenti<br />

e nuove tecnologie”, sostenere la candidatura dell’Africa per un seggio permanente<br />

nell’UNSC e, non ultimo, ottenere l’appoggio dei paesi africani alla corsa<br />

indiana al Palazzo di vetro, obiettivo centrale <strong>della</strong> politica estera indiana per dimostrare<br />

di essere un “rule-maker” del sistema internazionale 16 . Ai paesi desiderosi di<br />

commerciare con essa, l’India ha promesso per i prossimi tre anni prestiti privilegiati<br />

per $5 miliardi, più $1 miliardo per finanziare istruzione, ferrovie e peacekeeping.<br />

Un notevole aumento, commenta l’Economist (28 maggio 2011), rispetto ai $25 mi-<br />

16 Finora, il sostegno che la candidatura indiana al seggio del CS ha ricevuto da parte de<strong>gli</strong><br />

USA è stato abbastanza evasivo.

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