L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
dazi sulle importazioni, essi non sono superiori a quelli cinesi e, quindi, la spiegazione<br />
delle differenze nel volume vanno forse cercate nelle caratteristiche del settore<br />
manifatturiero indiano, cioè nell’incapacità dell’India di svilupparne uno che possa<br />
competere con l’offerta, efficienza e diversificazione di quello cinese – vedi par.<br />
1.1.3 a p. 87.<br />
Inoltre, in uno studio coordinato da Mesquita (2010: 59-63) si mostra che mentre<br />
una crescita del PIL cinese dell’1% genera un aumento nelle esportazioni dell’AL<br />
del 2,4%, lo stesso tasso di crescita indiano ne genera uno dell’1,3%, in altre parole<br />
“le esportazioni dell’AL ricevono dall’India quasi la metà dello stimolo (kick) che<br />
ricevono dalla crescita cinese”. Mesquita fa poi notare che la complementarità tra le<br />
importazioni mondiali dell’AL e le esportazioni mondiali dell’India e <strong>della</strong> Cina<br />
nell’ultima decade è cresciuta in modo significativo, anche se quella cinese mantiene<br />
un notevole scarto su quella indiana durante tutto il periodo. Nel 2007, mentre<br />
l’India contribuiva solo l’1% delle esportazioni mondiali di manufatti, la quota cinese<br />
era del 12%. È anche vero che se le esportazioni indiane coprono il 70% delle voci<br />
di manufatti importati dall’AL, il loro livello di copertura resta molto più basso<br />
del 92% <strong>della</strong> Cina. Inoltre, salvo per prodotti come pietre preziose, farmaci, prodotti<br />
chimici e filo, il volume delle esportazioni indiane è modesto.<br />
Mesquita (2010: 115, 129-132) sottolinea che. malgrado per ora l’India non rappresenti<br />
un pericolo per il settore manifatturiero dell’AL, le recenti esportazioni indiane<br />
sembrano indicare il decisivo tentativo del paese di diventare un importante<br />
esportatore di manufatti e quindi un eventuale competitore anche dell’AL. È probabile<br />
che l’India possa aumentare il suo ruolo nel settore delle cosiddette tecnologie<br />
medie, particolarmente in quello dell’auto – vedi sopra un esempio dei piani di “Tata<br />
Motors” and “Reliance” per penetrare i mercati mondiali tramite acquisizioni di<br />
marchi consolidati –, soprattutto diventando un grande esportatore di merci con un<br />
alto contenuto di lavoro. Se questo dovesse accadere, il sentiero di sviluppo centrato<br />
sul settore manifatturiero diventerebbe veramente congestionato e particolarmente<br />
difficile da percorrere per economie con relativa scarsità di lavoro specializzato,<br />
come quelle dell’AL. Per questi paesi, l’ascesa <strong>della</strong> Cina e dell’India sembrerebbe<br />
precludere una progressiva crescita economica tramite l’esportazione di manufatti<br />
con un alto contenuto di lavoro non qualificato e poco caro 19 .<br />
Più ottimisticamente, lo studio <strong>della</strong> BM (Lederman et al., 2009: 5) considera<br />
che “la crescita <strong>della</strong> Cina e dell’India non sia a somma zero per tutti i paesi<br />
dell’AL, ma che vi sia una notevole eterogeneità tra un paese e l’altro <strong>della</strong> regione”.<br />
Inoltre, le esportazioni indiane a questa regione non rappresentano una minaccia<br />
alle industrie dell’AL; circa la metà sono manufatti derivati da materie prime<br />
(commodity-based manufactured goods) e beni intermedi come farmaci in massa<br />
(bulk drugs), filo, tessuti e parti per macchinari e apparecchiature che possono aiutare<br />
le industrie dell’AL a ridurre i costi di produzione e diventare competitive a livello<br />
globale. L’IT e le imprese indiane di BPO stanno spingendo l’AL nell’era<br />
dell’informazione e <strong>della</strong> formazione di risorse umane per l’economia <strong>della</strong> conoscenza.<br />
Si spera, quindi che, il potenziale commercio tra l’India e l’AL e i loro IDE<br />
19 Coseguentemente, il futuro dinamismo economic <strong>della</strong> regione dipenderà principalmente<br />
dalla capacità di trasformare le sue risorse naturali mi<strong>gli</strong>orando il capitale umano e le<br />
infrastrutture, innovando e aumentando il contenuto di conoscenza delle produzioni, sempre<br />
che i processi politici e istituzionli dell’AL sosterranno politiche economiche compatibili<br />
con tale trasformazione.