L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
Ne<strong>gli</strong> ultimi anni si è cominciato a ridimensionare il ruolo dei sindacati, come rivela<br />
il fatto che al notevole aumento dei posti di lavoro, non abbia corrisposto un<br />
aumento del numero de<strong>gli</strong> iscritti. Allo stesso tempo, però, manca una forte spinta al<br />
cambiamento, perché il lavoro non organizzato ha fornito ai datori di lavoro la maniera<br />
di aggirare la densa foresta <strong>della</strong> legislazione sul lavoro (Nilekani, 2009: 252 e<br />
310) 61 . L’arrivo di lavoratori in cerca di occupazioni non agricole nel settore non<br />
sindacalizzato ha ulteriormente ampliato il divario di reddito tra ricchi e poveri 62 . In<br />
effetti, dalla metà de<strong>gli</strong> anni ’90 i salari nominali crebbero lentamente e quelli reali<br />
diminuirono nelle aree rurali come in quelle urbane, mentre le paghe dei dirigenti<br />
aumentarono rapidamente dopo le riforme. Il divario è cresciuto ancora di più dopo<br />
il 1999 così come si è ampliato quello tra i salari del settore organizzato e de<strong>gli</strong> autonomi.<br />
Infine, l’assenza di protezione di maternità per il 92% delle donne che lavorano<br />
nel settore non sindacalizzato spiega perché il 35% di tutti i bambini al mondo<br />
con gravi carenze di sviluppo si trovi in India (Jha, 2010: 388-89). Per concludere, è<br />
proprio il mancato aumento dell’occupazione nei settori organizzati e l’aggravarsi<br />
<strong>della</strong> crisi agricola che prova la scarsa “inclusività” (inclusiveness) <strong>della</strong> crescita indiana<br />
– malgrado l’11° Piano quinquennale (2007-12) abbia proprio la “crescita inclusiva”<br />
come obiettivo chiave (Bhaduri, 2008).<br />
Dal 1991 il settore formale ha ristagnato, salvo un lieve spostamento di posti dal<br />
pubblico al privato, fenomeno chiamato “crescita senza posti”, al quale si è aggiunta<br />
una maggiore precarietà nel settore informale, incentivata dalla liberalizzazione, particolarmente<br />
nell’occupazione femminile, la cosiddetta ‘femminizzazione <strong>della</strong> povertà’.<br />
Inoltre, se solo il 9% <strong>della</strong> forza lavoro 63 trova impiego nell’economia forma-<br />
mercati esteri; (b) si creano nuovi impieghi per i lavoratori salariati e/o nuovi mercati per<br />
<strong>gli</strong> autonomi; (c) emergono, infine, anche i legami che esistono tra formalità e informalità:<br />
sub-appalto, o outsourcing, e lavoratore a domicilio, cioè lavoratori informali impiegati in<br />
attività del settore formale (Biggeri, 2007: 5).<br />
61 L’intricata legislazione adottata dall’India per proteggere <strong>gli</strong> interessi dei lavoratori, è<br />
sempre più percepita come uno strumento che in realtà ha funzionato contro questi interessi.<br />
Infatti, Anne Krueger (2010: 423-24) sostiene che “le restrizioni concernenti<br />
l’occupazione del lavoro nel settore “organizzato” rendono poco attrattivo iniziare o ampliare<br />
la produzione di beni che usano tecniche ad alta intensità di lavoro non specializzato”<br />
e uno studio dell’OECD (2007), cui fa riferimento anche Krueger, nota “la tendenza<br />
delle grandi imprese a limitare la creazione di posti di lavoro…e preferire molto di più sostituire<br />
il lavoro con il capitale, tendenza che non si riscontra nelle piccole imprese”. Inoltre,<br />
Besley e Burgess (2004: 111-12) hanno dimostrato che al settore manufatturiero registered,<br />
cioè dove vige questa regolamentazione, si ricollegano più bassi livelli di investimenti,<br />
d’occupazione, di produttività e di produzione. Si deve, inoltre, al collasso delle<br />
imprese del settore organizzato nei vecchi centri tessili di Ahmadabad e Mumbai<br />
l’aumento delle attività nel settore informale e, quindi, la crescita <strong>della</strong> povertà urbana,<br />
come dimostrato dalle gigantesche baraccopoli che disfigurano le città indiane.<br />
62 Infatti, “il salario reale medio nel settore sindacalizzato, nel triennio terminato nel<br />
2003-04, è stato dell’11 per cento più basso rispetto al triennio conclusosi nel 1995-96…<br />
Di conseguenza, tra il 1993 e il 2005, la percentuale dei salari sui ricavi netti delle vendite<br />
delle imprese industriali si è dimezzata, malgrado ci sia stato un brusco aumento <strong>della</strong><br />
produttività del lavoro nel settore sindacalizzato, che ha ampliato il divario con la produttività<br />
nel settore non sindacalizzato, da 4 a 1 nel 1993 a 7 a 1 nel 2004. La differenza è<br />
stata assorbita da<strong>gli</strong> utili e dalle paghe dei dirigenti” (Jha, 2010: 400)<br />
63 Se ne<strong>gli</strong> anni ’80 il tasso di crescita <strong>della</strong> forza lavoro è stato leggermente superiore al<br />
4%, ne<strong>gli</strong> anni ’90 si è dimezzato (Parthapratim e Ghosh, 2007: 10).