14.06.2013 Views

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

128<br />

L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Ne<strong>gli</strong> ultimi anni si è cominciato a ridimensionare il ruolo dei sindacati, come rivela<br />

il fatto che al notevole aumento dei posti di lavoro, non abbia corrisposto un<br />

aumento del numero de<strong>gli</strong> iscritti. Allo stesso tempo, però, manca una forte spinta al<br />

cambiamento, perché il lavoro non organizzato ha fornito ai datori di lavoro la maniera<br />

di aggirare la densa foresta <strong>della</strong> legislazione sul lavoro (Nilekani, 2009: 252 e<br />

310) 61 . L’arrivo di lavoratori in cerca di occupazioni non agricole nel settore non<br />

sindacalizzato ha ulteriormente ampliato il divario di reddito tra ricchi e poveri 62 . In<br />

effetti, dalla metà de<strong>gli</strong> anni ’90 i salari nominali crebbero lentamente e quelli reali<br />

diminuirono nelle aree rurali come in quelle urbane, mentre le paghe dei dirigenti<br />

aumentarono rapidamente dopo le riforme. Il divario è cresciuto ancora di più dopo<br />

il 1999 così come si è ampliato quello tra i salari del settore organizzato e de<strong>gli</strong> autonomi.<br />

Infine, l’assenza di protezione di maternità per il 92% delle donne che lavorano<br />

nel settore non sindacalizzato spiega perché il 35% di tutti i bambini al mondo<br />

con gravi carenze di sviluppo si trovi in India (Jha, 2010: 388-89). Per concludere, è<br />

proprio il mancato aumento dell’occupazione nei settori organizzati e l’aggravarsi<br />

<strong>della</strong> crisi agricola che prova la scarsa “inclusività” (inclusiveness) <strong>della</strong> crescita indiana<br />

– malgrado l’11° Piano quinquennale (2007-12) abbia proprio la “crescita inclusiva”<br />

come obiettivo chiave (Bhaduri, 2008).<br />

Dal 1991 il settore formale ha ristagnato, salvo un lieve spostamento di posti dal<br />

pubblico al privato, fenomeno chiamato “crescita senza posti”, al quale si è aggiunta<br />

una maggiore precarietà nel settore informale, incentivata dalla liberalizzazione, particolarmente<br />

nell’occupazione femminile, la cosiddetta ‘femminizzazione <strong>della</strong> povertà’.<br />

Inoltre, se solo il 9% <strong>della</strong> forza lavoro 63 trova impiego nell’economia forma-<br />

mercati esteri; (b) si creano nuovi impieghi per i lavoratori salariati e/o nuovi mercati per<br />

<strong>gli</strong> autonomi; (c) emergono, infine, anche i legami che esistono tra formalità e informalità:<br />

sub-appalto, o outsourcing, e lavoratore a domicilio, cioè lavoratori informali impiegati in<br />

attività del settore formale (Biggeri, 2007: 5).<br />

61 L’intricata legislazione adottata dall’India per proteggere <strong>gli</strong> interessi dei lavoratori, è<br />

sempre più percepita come uno strumento che in realtà ha funzionato contro questi interessi.<br />

Infatti, Anne Krueger (2010: 423-24) sostiene che “le restrizioni concernenti<br />

l’occupazione del lavoro nel settore “organizzato” rendono poco attrattivo iniziare o ampliare<br />

la produzione di beni che usano tecniche ad alta intensità di lavoro non specializzato”<br />

e uno studio dell’OECD (2007), cui fa riferimento anche Krueger, nota “la tendenza<br />

delle grandi imprese a limitare la creazione di posti di lavoro…e preferire molto di più sostituire<br />

il lavoro con il capitale, tendenza che non si riscontra nelle piccole imprese”. Inoltre,<br />

Besley e Burgess (2004: 111-12) hanno dimostrato che al settore manufatturiero registered,<br />

cioè dove vige questa regolamentazione, si ricollegano più bassi livelli di investimenti,<br />

d’occupazione, di produttività e di produzione. Si deve, inoltre, al collasso delle<br />

imprese del settore organizzato nei vecchi centri tessili di Ahmadabad e Mumbai<br />

l’aumento delle attività nel settore informale e, quindi, la crescita <strong>della</strong> povertà urbana,<br />

come dimostrato dalle gigantesche baraccopoli che disfigurano le città indiane.<br />

62 Infatti, “il salario reale medio nel settore sindacalizzato, nel triennio terminato nel<br />

2003-04, è stato dell’11 per cento più basso rispetto al triennio conclusosi nel 1995-96…<br />

Di conseguenza, tra il 1993 e il 2005, la percentuale dei salari sui ricavi netti delle vendite<br />

delle imprese industriali si è dimezzata, malgrado ci sia stato un brusco aumento <strong>della</strong><br />

produttività del lavoro nel settore sindacalizzato, che ha ampliato il divario con la produttività<br />

nel settore non sindacalizzato, da 4 a 1 nel 1993 a 7 a 1 nel 2004. La differenza è<br />

stata assorbita da<strong>gli</strong> utili e dalle paghe dei dirigenti” (Jha, 2010: 400)<br />

63 Se ne<strong>gli</strong> anni ’80 il tasso di crescita <strong>della</strong> forza lavoro è stato leggermente superiore al<br />

4%, ne<strong>gli</strong> anni ’90 si è dimezzato (Parthapratim e Ghosh, 2007: 10).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!