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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e i suoi “vicini”<br />

ritto di determinare la politica estera del paese e nel 1949, con il Trattato di amicizia,<br />

accettò che le sue relazioni esterne fossero “guidate” dall’India. Solo nel 1971, con<br />

l’ammissione all’UNO, il regno ha formalmente assunto la piena sovranità, anche se<br />

in effetti l’India seguita ad avere una forte influenza nel paese con il quale ha sviluppato<br />

una stretta cooperazione nel campo <strong>della</strong> difesa e <strong>della</strong> sicurezza. Infatti vi<br />

mantiene una missione militare per l’addestramento delle forze armate reali che nel<br />

2003 hanno ripulito, insieme alle truppe indiane, il territorio nazionale delle basi<br />

dell’“United Liberation Front of Asom” e <strong>della</strong> “Bodo Security Force”, due gruppi<br />

di separatisti dell’Assam che secondo New Delhi rappresentano una minaccia alla<br />

sicurezza di entrambi i paesi. Il Bhutan visse con preoccupazione la conquista cinese<br />

del Tibet, per cui è grato <strong>della</strong> protezione indiana e si sente rassicurato dal fatto che<br />

la Cina vuole evitare <strong>altri</strong> sconvolgimenti alle frontiere. E nonostante che con il<br />

Trattato del 2007 non richieda più formalmente la guida dell’India, questa continua<br />

a curarne i più importanti interessi di sicurezza e resta, quindi, il partner di maggior<br />

peso nelle vicende interne di Thimphu e, sulla base dell’“Accordo di Pace Perpetua<br />

e Amicizia” del 1949, mantiene in forza le clausole relative al libero scambio di<br />

merci e di persone.<br />

Dalla fine de<strong>gli</strong> anni ’80 si è però acuito il conflitto tra la maggioranza buddhista<br />

di ceppo tibetano e l’importante minoranza induista di origine nepalese (i cosiddetti<br />

lhotsampas), conflitto che il Bhutan ha pensato di risolvere all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’90<br />

espellendo circa 100 mila lhotampas in India che a sua volta li ha rispediti in Nepal,<br />

dove tuttora vivono in campi di rifugiati. Una decisione quella indiana che, secondo<br />

Sikri (2009: 90-91), ha permesso a<strong>gli</strong> USA, con alcuni <strong>altri</strong> paesi occidentali, di presentarsi<br />

come quelli che possono me<strong>gli</strong>o risolvere i problemi dell’Asia sudorientale,<br />

incoraggiando così i vicini dell’India a cercare aiuto altrove.<br />

L’India ha investito molto nelle infrastrutture del Bhutan e nei progetti idroelettrici<br />

bhutanesi di Kurichu, Chukha II e III, Tala e in quello per il cementificio di<br />

Dangsum; inoltre nel 2006 ha firmato l’“Accordo di cooperazione” per creare una<br />

capacità di 5 mila megawatt entro il 2020. Già ora le entrate dovute alle esportazioni<br />

di elettricità all’India rappresentano il 20% del PIL del paese. Il 95% delle esportazioni<br />

sono dirette all’India, rappresentate principalmente da cemento, legname e alcuni<br />

prodotti agricoli, mentre le importazioni sono macchinari, petrolio, mezzi di<br />

trasporto e generi alimentari.<br />

Secondo Sikri (2009: 89), dal punto di vista indiano quella con il Bhutan è una<br />

relazione “esemplare”. New Delhi ha sostenuto l’ammissione del Bhutan in vari organismi<br />

internazionali e lo ha appoggiato per ottenere aiuti allo sviluppo e diventare<br />

membro di SAARC e <strong>della</strong> “Bay of Bengala Multi-Sectoral Technical and Economic<br />

Cooperation” (BIMSTEC) 35 . Il paese ha avviato un processo di democratizza-<br />

35 La BIMSTEC è un nuovo organismo internazionale – il suo primo vertice è del lu<strong>gli</strong>o<br />

2004 – di cui sono membri Bangladesh, India, Myanmar, Sri Lanka, Thailandia, Bhutan e<br />

Nepal. BIMSTEC mira a combinare la politica “Look West” <strong>della</strong> Thailandia con la<br />

“Look East” di India e Asia meridionale, di qui il legame dell’ASEAN con la SARRC,<br />

cioè Asia meridionale e Asia sud-orientale. La BIMSTEC copre una delle regioni più diverse<br />

al mondo, per modo di vita, religione, lingua, cultura, ecc., una regione con una popolazione<br />

di 1,3 miliardi e un PIL di $750 miliardi. Date le innumerevoli complementarità<br />

che quest’area presenta, i nuovi scambi che la BIMSTEC potrebbe creare sarebbero<br />

dell’ordine di $43-59 miliardi. Per l’India la BIMSTEC potrebbe rappresentare lo strumento<br />

per inserire lo sviluppo del suo nordest in un contesto regionale nel quale coopera-<br />

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