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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Kashmir crea seri pericoli per la democrazia, come più volte denunciato da molti intellettuali<br />

indiani 70 . Inoltre, il trattamento che New Delhi ha fino a<strong>gli</strong> anni ’90 riservato<br />

alla regione orientale ha senza dubbio contribuito a sperperare “il patrimonio di<br />

influenza che la politica imperiale britannica aveva creato tra Birmania e Asia meridionale”<br />

(Lizza, 2009: 137).<br />

La nuova logica economica <strong>della</strong> globalizzazione sta trasformando in modo fondamentale<br />

i rapporti delle élite indiane con il resto del mondo costringendole a mettere<br />

da parte le antiche preoccupazioni e a guardare oltre, particolarmente rafforzando<br />

i rapporti con i paesi confinanti ed eventualmente creando con essi blocchi economici<br />

e commerciali che permettano all’India di confrontarsi me<strong>gli</strong>o con i paesi<br />

industriali dell’Occidente. Nel 1992 è poi nata la “politica dello sguardo a est” per<br />

realizzare uno sviluppo coordinato nel più ampio scenario asiatico, politica inaugurata<br />

dalla visita del Primo ministro Narashima Rao in Cina, Giappone, Corea del<br />

Sud, Vietnam e Singapore. Anche rispetto a<strong>gli</strong> organismi internazionali asiatici,<br />

l’India “ha solo di recente modificato l’atteggiamento di distacco nei [loro] confronti,…<br />

ma la correzione di rotta non ha inciso sulle sostanziali diffidenze dei paesi vicini<br />

nei confronti di un “grande fratello” visto come ingombrante e non sempre tollerante”<br />

(Armellini, 2008: 183).<br />

Eppure, nell’attuale mondo globalizzato l’India non dovrebbe affatto sentirsi estranea,<br />

essendo stata, come spiega lo storico Nayan Chanda (2008: 93), “per gran parte<br />

del suo passato… uno dei paesi maggiormente globalizzati”. Contrariamente alle economie<br />

di <strong>altri</strong> imperi quella indiana fu sempre molto aperta a<strong>gli</strong> scambi e si chiuse al<br />

mondo solo nel periodo 1820-l980, prima a causa del colonialismo e poi, per reazione<br />

a questo, a causa dell’adozione del socialismo. L’accordo Tata-Boeing del 2008 è solo<br />

l’ultimo esempio nella lunga storia <strong>della</strong> partecipazione indiana alle catene globali di<br />

produzione manifatturiera, partecipazione interrotta dalla colonizzazione inglese.<br />

Dall’inizio de<strong>gli</strong> anni ’90, grazie alla caduta del muro di Berlino e dall’apertura<br />

al commercio e all’economia internazionale, l’India ha cominciato a riconquistare un<br />

ruolo preminente nello scacchiere geopolitico mondiale e il paese ha mostrato la capacità<br />

di reagire molto positivamente alle sfide create dall’apertura, vedi per tutte il<br />

suo protagonismo in settori di punta quali l’informatica e le biotecnologie (Amirante,<br />

2007: 129). Anche i test nucleari del 1998 hanno contribuito a questo processo<br />

mettendo fine alla politica dell’ambiguità che aveva contrassegnato sino ad allora la<br />

politica indiana.<br />

La ritrovata apertura verso l’esterno ha permesso all’India di ristabilire vincoli<br />

commerciali e di investimento con gran parte del suo “near abroad” e New Delhi sta<br />

finalmente assumendo quel ruolo autonomo e di primo piano nelle relazioni internazionali<br />

che Nehru aveva cercato di assicurarle. Tuttavia, le strategie geopolitiche<br />

dell’India sono pesantemente condizionate dalla reperibilità delle materie prime, il<br />

che spiega perché il paese stia contemporaneamente seguendo, anche con grande<br />

spregiudicatezza, due diverse politiche: una diretta a stabilire un rapporto privilegiato<br />

con Washington e l’altra volta a mantenere, e possibilmente mi<strong>gli</strong>orare, i buoni<br />

rapporti con <strong>gli</strong> avversari reali o potenziali de<strong>gli</strong> USA.<br />

70 La scrittrice A. Roy che ha paragonato la questione del Kashmir a quelle <strong>della</strong> Palestina,<br />

“una delle più vecchie e più intrattabili dispute al mondo”, a ottobre 2010 è stata accusata<br />

di “sedizione”, reato punibile con la pena dell’ergastolo, per aver dichiarato che il<br />

Kashmir non è “parte integrale” del paese.

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