L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
I test nucleari realizzati nel 1998 hanno portato l’India tra le grandi potenze e al<br />
centro dell’attenzione globale, permettendole di condurre una politica estera molto più<br />
assertiva. L’India ha così ritrovato un certo pragmatismo, mostra maggiore fiducia in<br />
se stessa e, dopo il non allineamento, sembra impegnarsi su vari fronti per soddisfare<br />
tutte le esigenze relative alla sicurezza, ricorrendo ad accordi bilaterali o regionali, particolarmente<br />
in Asia sud-orientale dove ha acquistato maggiore visibilità grazie alla<br />
LEP. Se oggi l’India vuole perseguire i propri interessi nazionali, piuttosto che quelli<br />
del Terzo mondo, deve sce<strong>gli</strong>ere e prendere posizione. Il pragmatismo sta prendendo il<br />
sopravvento su un idealismo che a volte riemerge, mentre il paese continua a perseguire<br />
una governance globale multilaterale e, quando possibile, basata sul rispetto delle<br />
norme. Oggi la politica estera indiana mira ad accrescere il potere e l’influenza del paese,<br />
rafforzando la cooperazione bilaterale con <strong>gli</strong> USA, l’UE, la Cina e la Russia, ma<br />
anche partecipando in schemi regionali e organizzazioni internazionali e usando accortamente<br />
il proprio soft power. Ma su ogni voce dell’agenda globale, l’India deve trovare<br />
un specifico <strong>equilibri</strong>o, per evitare che il ruolo di attore globale mini la capacità di<br />
soddisfare i bisogni essenziali di milioni dei propri cittadini, disposti a sostenere tale<br />
ruolo solo se troveranno l’<strong>equilibri</strong>o accettabile.<br />
La globalizzazione ha certamente spinto l’India in avanti, ma “la nazione”, scrive<br />
Shyam Saran (2010) ex ministro de<strong>gli</strong> Esteri, “è ancora lungi dall’assumere quella<br />
responsabilità mondiale che il suo successo economico sembrano suggerire. Nonostante<br />
il suo notevole progresso, l’India resta una ‘potenza prematura’”.<br />
6.2 LA DIPLOMAZIA ECONOMICA INDIANA<br />
La politica estera dell’India concerne essenzialmente obiettivi economici e riflette<br />
l’evoluzione sia <strong>della</strong> sua crescita economica sia <strong>della</strong> trasformazione del sistema<br />
globale. Infatti, fino all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’90 le sue relazioni con il resto del mondo<br />
risentivano di un approccio difensivo e protezionista diretto all’importazione di materie<br />
prime e prodotti essenziali e in cerca di aiuti bilaterali e multilaterali allo sviluppo.<br />
A livello multilaterale, i rapporti si riducevano alla cooperazione sud-sud,<br />
mentre il ruolo del paese restava marginale nei negoziati commerciali multilaterali,<br />
compreso il “General Agreement on Tariffs and Trade” (GATT), che poi divenne<br />
OMC. Poiché difendeva il diritto dei PVS di essere esentati da<strong>gli</strong> obblighi GATT<br />
che richiedeva ai membri di non proteggere le loro economie e chiedeva anzi che i<br />
paesi industriali concedessero un trattamento preferenziale alle loro esportazioni,<br />
l’India veniva naturalmente trattata come un membro di seconda classe.<br />
A seguito dei primi tentativi di riforme e <strong>della</strong> fine dell’URSS, l’India cominciò ad<br />
adoperarsi per attrarre IDE e tecnologie e per trovare nuovi mercati di sbocco per i<br />
suoi prodotti, ricerca che la spinse a diventare Dialogue Partner dell’ASEAN, membro<br />
dell’“Indian Ocean Rim Association for Regional Cooperation” e del BIMSTEC.<br />
Ma è solo nell’ultima decade che l’India ha definitivamente accettato la globalizzazione<br />
e ha accelerato la sua integrazione nell’economia mondiale, in questo aiutata<br />
dalla rivoluzione nell’IT che le ha permesso una rapida espansione delle esportazioni<br />
di servizi. Frattanto, la crescita <strong>della</strong> classe media ha cominciato a rendere<br />
appetibile il mercato indiano e ha attirato l’interesse delle imprese estere. La diplomazia<br />
economica si è quindi adeguata alla nuova situazione concentrandosi ne<strong>gli</strong><br />
sforzi per attrarre IDE e investimenti azionari, per promuovere investimenti esteri e<br />
joint ventures all’estero, per proteggere <strong>gli</strong> interessi commerciali, per creare un cli-