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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e il resto dell’Asia<br />

Frattanto, l’India ha adottato un’aggressiva strategia per concludere svariati PTA<br />

e ALS fino ad arrivare ad avere un ALS con tutti i raggruppamenti regionali dei<br />

PVS. Gli accordi hanno finora permesso di espandere <strong>gli</strong> scambi tra l’India e questi<br />

paesi, promosso le riforme e ridotti i dazi, anche se con i relativamente alti dazi indiani,<br />

<strong>gli</strong> ALS possono facilmente causare pericolosi effetti di trade diversion. Per<br />

questo, i benefici prodotti da accordi regionali potrebbero essere modesti e quindi<br />

l’India dovrebbe essere maggiormente interessata al mi<strong>gli</strong>ore funzionamento delle<br />

istituzioni multilaterali. A ottobre 2003 l’India propose la creazione di una “Comunità<br />

economica asiatica”, proposta che è stata ripresa da Manmohan Singh che l’ha<br />

presentata come un’ancora di stabilità, prosperità e stretta integrazione economica<br />

che potrebbe fruttare benefici per più di $200 miliardi a Giappone, ASEAN, Cina,<br />

India e Corea del Sud (JACIK) 15 .<br />

Se tutto ciò ha confermato il profondo interesse dell’India per l’Asia, continua R.<br />

Jain (2005: 10), la sua capacità di guadagnarvi un maggiore peso economic e politico<br />

dipende dal mi<strong>gli</strong>oramento dell’interconnessione fisica con gran parte del continente,<br />

dalla rimozione de<strong>gli</strong> ostacoli politici per favorire la cooperazione economica<br />

nell’Asia meridionale, dalla creazione delle sinergie istituzionali e dall’espansione<br />

<strong>della</strong> cooperazione per la difesa e la sicurezza. Chiaramente, quello che era iniziato<br />

come cooperazione economica tra i paesi dell’Asia meridionale si è allargato ben<br />

oltre ed è diventato una rete di accordi di vario tipo stretti con i maggiori paesi<br />

dell’Asia sud-orientale. Per cui se è premature chiamare l’India un “maggiore attore”<br />

nell’Asia-Pacifico, sarebbe errato ignorare l’impatto che il suo ruolo emergente<br />

può avere nel mo<strong>della</strong>re il futuro <strong>della</strong> regione.<br />

Le tensioni che hanno caratterizzato le relazioni dell’India con i paesi vicini più<br />

piccoli erano spesso causate dal fatto che l’India si presentava come il ‘grande fratello’<br />

che faceva pesare la propria autorità, percezione rafforzata dalla preferenza di New<br />

Delhi per rapporti bilaterali piuttosto che per una cooperazione regionale. Ma dopo<br />

esser restata per decenni alla periferia, l’avvicinamento all’Asia orientale e sudorientale<br />

la sta gradualmente trasformando in un membro attivo nell’organizzazione<br />

regionale e nei processi multilaterali.<br />

Con la fine <strong>della</strong> guerra fredda e con l’affermarsi dei paesi emergenti – principalmente<br />

Brasile, Russia, India e Cina, i cosiddetti BRIC 16 – la logica regionale si è<br />

rafforzata e anche l’India mira a costruire saldi rapporti con i vicini e a estendere la<br />

sua area d’influenza su quello che non a caso si chiama Oceano Indiano. Un obietti-<br />

15<br />

Al vertice dell’EAS in Kuala Lampur a dicembre 2005 Nuova Zelanda e Australia furono<br />

accettate come membri.<br />

16<br />

I BRIC occupano il 26% <strong>della</strong> superficie terrestre, rappresentano il 42% <strong>della</strong> popolazione<br />

mondiale e quasi il 25% del PIL globale (calcolato in termini di ppa). Tra le prime<br />

20 imprese (classificazione Forbes 2010) al mondo 3 sono cinesi, una russa e un’altra brasiliana.<br />

I BRIC “si stanno proponendo o riproponendo quali poli di gravitazione<br />

all’interno delle rispettive regioni, ma non sono ancora in grado di controbilanciare efficacemente<br />

<strong>gli</strong> Stati Uniti su scala globale... L’ascesa delle potenze regionali può essere<br />

guardata come una correzione o un argine allo strapotere globale de<strong>gli</strong> Stati Uniti, oppure<br />

lo strapotere de<strong>gli</strong> Stati Uniti può essere guardato come una correzione o un argine<br />

all’emergere di nuove o vecchie egemonie regionali” (Colombo, 2011: 12). Più che a una<br />

coalizione anti-egemonica, i BRIC sembrano mirare a una forma di cooperazione sud-sud.<br />

Infine, due dei BRIC, cioè Cina e India sono la componente più dinamica dello sviluppo<br />

capitalistico contemporaneo.<br />

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