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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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202<br />

L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

esportare tecnologia nucleare alle imprese indiane e a quelle di <strong>altri</strong> paesi che lavorano<br />

in India di usare le componenti atomiche prodotte in Giappone. Ostacolo principale<br />

all’accordo è il rifiuto indiano di firmare il TNP e il “Comprehensive Test<br />

Ban Treaty”, perché Tokyo ha regole precise contro la vendita di tecnologie nucleari<br />

a paesi che non firmano. Da parte sua l’India ha precisato di non avere mai concesso<br />

a nessuno la propria tecnologia per la costruzione di armi nucleari e di attenersi<br />

strettamente all’autoimpostasi moratoria sul testing nucleare. Frattanto, Francia e<br />

USA hanno concluso con l’India accordi per la cooperazione sul nucleare civile e<br />

mentre Tokyo ha fatto lo stesso con Giordania, Russia, Corea del Sud e Vietnam, i<br />

negoziati con l’India non hanno progredito molto. La visita a New Delhi del nuovo<br />

Primo ministro giapponese Yoschihito Noda a dicembre 2011 sembra aver sbloccato<br />

la situazione.<br />

Nel processo di ri<strong>equilibri</strong>o dei rapporti geopolitici asiatici dovuto all’ascesa cinese<br />

e indiana e al graduale ritiro <strong>della</strong> presenza americana, India e USA sono interessati<br />

a portare il Giappone ognuno dalla propria parte. Se, però, quest’ultimo mirasse<br />

a utilizzarla come copertura (hedging strategy) per la propria politica verso la<br />

Cina, l’India potrebbe non essere disponibile a sostenere tale ruolo, perché i sostenitori<br />

di questo eventuale approccio sono i nazionalisti che vo<strong>gli</strong>ono un Giappone assertivo,<br />

militarmente forte e indipendente, e che considerano la Cina un vero pericolo.<br />

Inoltre, in Giappone non c’è ancora un consenso di come in pratica dovrebbe svilupparsi<br />

questo futuro rapporto con l’India, nonostante che sia ben accetto in vari<br />

ambienti come un’alternativa alla tradizionale alleanza con <strong>gli</strong> USA. Infine, la Costituzione<br />

del Giappone limita la cooperazione militare a sole esercitazioni navali congiunte,<br />

operazioni contro la pirateria, gestione congiunta di disastri e consultazioni a<br />

vari livelli. India e Giappone possono, inoltre, facilmente e rapidamente realizzare<br />

un costruttivo rapporto nei fori regionali come l’EAS dove si potrebbe cercare una<br />

ridistribuzione più equa del potere e dare all’India il compito di riequilibrare politicamente<br />

la Cina (Panda, 2011: 11-12). Nei prossimi anni, aumentando la capacità<br />

navale e ampliando i legami di sicurezza con il Giappone e la Corea del Sud, l’India<br />

potrebbe influenzare significativamente l’<strong>equilibri</strong>o di potere navale multipolare che<br />

attualmente comprende Giappone, Cina e USA, realizzando così il desiderio di creare<br />

una “multipolare e dinamica Asia” (Ladwig, 2009: 100).<br />

C’è stato anche un tentativo di costruire un triangolo tra USA, Giappone e India,<br />

tentativo che nacque da quello USA-Giappone-Australia che si pensò anche di trasformare<br />

in quadrilatero con l’India, per poi eventualmente passare a un’alleanza di<br />

tutte le democrazie asiatiche. Il processo di formazione del triangolo USA-<br />

Giappone-India stava per concludersi durante una riunione di funzionari di politica<br />

estera di medio livello <strong>della</strong> trilaterale USA-Giappone-Australia che si teneva al<br />

margine <strong>della</strong> riunione dell’“ASEAN Regional Forum” (ARF) a maggio del 2007,<br />

ma venne rapidamente azzerato quando Bejing obiettò a quella che considerava una<br />

strategia di contenimento. Tuttavia, Tokyo e Washington (ed anche Canberra) considerano<br />

New Delhi un importante partner per la sicurezza e si sono mossi bilateralmente<br />

per stringere rapporti con l’India. Il progetto di un loro accordo trilaterale<br />

continua a essere discusso a livelli più bassi, ma non è da escludere che venga realizzato<br />

considerando la crescente importanza che l’Oceano Indiano occupa nella sicurezza<br />

di questi paesi e la crescente presenza indiana nel Mare Cinese Meridionale<br />

(Glosserman, 2011: 3). Inoltre i tre paesi hanno condotto manovre navali congiunte<br />

di fronte alle coste giapponesi nel 2007 e nel 2009, ampliando così l’impegno indoamericano<br />

nel Pacifico. I tre paesi, a causa dei crescenti problemi <strong>della</strong> regione,

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