L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
36<br />
L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
quintile 56 , che raggruppa la popolazione appena al di sopra <strong>della</strong> linea di povertà,<br />
ma nella parte inferiore del primo quintile – che riceve il 46% del reddito nazionale,<br />
di cui, però, il 33% va al 10% più alto dei membri del quintile – e nella parte superiore<br />
del secondo quintile. La stima più probabile è, quindi, 150-200 milioni di persone<br />
57 che, nelle prossime due decadi, potrebbe sfiorare i 600 milioni. Questa classe<br />
non aspira solo al consumismo, ma chiede anche un mi<strong>gli</strong>ore sistema educativo per i<br />
propri fi<strong>gli</strong> e crea lavoro per milioni di persone di servizio.<br />
I problemi e le contraddizioni dell’India sono tali e tanti, come riconosceva Nehru,<br />
che la capacità con la quale finora il paese ha affrontato le sfide di una società<br />
multiculturale ha del miracoloso. Forse molto è dovuto al fatto che quella indiana è<br />
una società flessibile e adattabile, come dimostra anche la facilità con la quale le<br />
tecnologie importate non sono considerate aliene o “occidentali”, ma divengono rapidamente<br />
indigene. Questo è accaduto anche con i vari media: esistono almeno 360<br />
stazioni televisive indipendenti e una stampa priva di censura e di condizionamenti<br />
governativi che presenta una grande varietà di punti di vista e di opinioni. La libertà<br />
d’espressione è diventata “qualcosa che piace e che la gente apprezza” (A. Sen,<br />
2011).<br />
* * *<br />
Se povertà e scarsa istruzione sono le cause maggiori <strong>della</strong> situazione sanitaria<br />
indiana, anche la struttura e il funzionamento del sistema sanitario ha delle responsabilità.<br />
Le notevoli carenze del settore pubblico spiegano la crescita di quello privato<br />
– nel sistema sanitario il suo peso è passato dall’8% al tempo dell’indipendenza al<br />
60% all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’90 – al quale ora sono costretti a rivolgersi anche molti<br />
poveri. L’espansione del ruolo del settore privato dovrebbe avvenire, come suggerisce<br />
Panagariya (2008: 415-16) sotto la vigilanza dello stato e assistendo i più poveri<br />
con trasferimenti monetari o voucher che permettano loro di “comprare” liberamente<br />
i servizi sul mercato, senza doversi indebitare troppo.<br />
Il sistema sanitario pubblico per l’India rurale è costituito da una rete di subcentri<br />
– quelli di base (primary health centers) e quelli di comunità (community health<br />
centers) – che dovrebbero essere uno per ogni 4-5 mila persone, secondo il tipo di<br />
territorio, ma in realtà la media è di uno per 8,400 persone. Nell’area rurale sono inoltre<br />
localizzati ospedali governativi. Il settore privato opera in quest’area principalmente<br />
con ospedali per i pazienti da ricovero e con providers per i pazienti ambulatoriali<br />
(daycare) e si stima riesca a servire quasi il 50% dei primi e più dell’80%<br />
dei secondi. Appare così che nell’India rurale, nonostante l’esteso sistema pubblico,<br />
la sanità è ormai dominata dal settore privato. Gli ospedali privati sono cresciuti fino<br />
a rappresentare il 93% di tutti <strong>gli</strong> ospedali. Un rapporto del 2005 del Ministero <strong>della</strong><br />
sce lo shopping, usa normalmente lingue dialettali, mangia volentieri fuori casa e ha donne<br />
più assertive (Rothermund, 2008: 198-99).<br />
56 Le quote di PIL attribuite a ciascun quintile (Q, cioè 20% <strong>della</strong> popolazione) sono 46%<br />
al Q.1, 20% al Q.2, 15% al Q.3, 11% al Q.4 e 8% al Q.5 (Rothermund, 2008: 196-97).<br />
57 “Nelle ultime due decadi la dimensione <strong>della</strong> classe media è quadruplicata (quasi 250<br />
milioni persone)” (Das, 2006). Un’ottima analisi <strong>della</strong> classe media indiana si trova in<br />
Rachna Saxena, The Middle Class in India. Issues and Opportunities, Deutsche Bank Research,<br />
15 febbraio 2010 e in Rajesh Shukla, How India Earns Spends and Saves, New<br />
Delhi, NCAER e SAGE, 2010.