L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e i suoi “vicini”<br />
sono <strong>gli</strong> stretti rapporti personali che intercorrono tra le due popolazioni e i milioni<br />
di nepalesi che vivono in India; i legami religiosi, culturali ed economici che li connettono;<br />
una frontiera “aperta” che per l’India presenta seri problemi di sicurezza; la<br />
libera convertibilità e circolazione <strong>della</strong> moneta indiana nel Nepal; la presenza dei<br />
gurkhas nell’esercito indiano; e la provenienza nepalese dei maggiori fiumi indiani.<br />
In questa monarchia assoluta indù – l’unico stato al mondo ufficialmente indù –,<br />
indipendente dal 1923, il potere effettivo fu ereditariamente esercitato dalla potente<br />
casata dei Rana fino a quando nel 1951 una rivolta popolare, sostenuta dall’India,<br />
mise fine a questa situazione ripristinando l’autorità monarchica e introducendo la<br />
pratica democratico-parlamentare. Nel 1950 India e Nepal avevano concluso un<br />
“Trattato di Pace e Amicizia”, trattato con il quale, tra le altre cose, si stabiliva che<br />
la sicurezza del Nepal veniva a dipendere completamente dall’India – come anche<br />
convenuto con il Bhutan – per cui la frontiera nepalese con la Cina era presidiata<br />
congiuntamente e s’installava una Missione militare indiana in Nepal. Ma al crescere<br />
del numero dei nepalesi che vivevano e lavoravano in India aumentò anche il coinvolgimento<br />
di questa nell’economia del Nepal che cominciò così a sentirsi sempre<br />
più a disagio in questa relazione speciale, sino a che nel 1961 il re Mahendra impresse<br />
una svolta autocratica al paese, abolì partiti e parlamento e cominciò a sviluppare<br />
rapporti commerciali con la Cina proprio per contrastare l’influenza indiana.<br />
Benché i rapporti con l’India erano poi mi<strong>gli</strong>orati, quando nel 1972 salì al trono Birendra,<br />
non mancarono poco dopo delle tensioni, perché Katmandu insisteva per<br />
modificare a proprio vantaggio il “Trattato commerciale e di transito”, criticò New<br />
Delhi per l’annessione del Sikkin, da sempre considerato parte del Grande Nepal, e<br />
propose, con l’appoggio di Cina e Pakistan, che il Nepal venisse riconosciuto internazionalmente<br />
come zona di pace, proposta che New Delhi considerò come un ripudio<br />
<strong>della</strong> speciale relazione esistente tra loro e una possibile minaccia alla propria<br />
sicurezza. Il Nepal continuò a insistere per questo riconoscimento che nel tempo ha<br />
ottenuto da più di cento paesi. Nel 1978 l’India accettò di separare il trattato commerciale<br />
da quello relativo al transito, come il Nepal da tempo chiedeva, ma ulteriori<br />
complicazioni resero difficile rinnovare quei trattati, per cui quando a marzo del<br />
1989 spirarono il Nepal si trovò a essere economicamente bloccato fino all’aprile<br />
dell’anno dopo. Il problema però non era solo economico. Il malcontento indiano<br />
derivava anche dall’acquisto di armi cinesi da parte di Katmandu nel 1988, in violazione<br />
dei trattati del 1959, e dalla crescente influenza dell’insorgenza maoista nel<br />
paese, accusato di avere legami con la Cina.<br />
La paralisi economica causata dal rifiuto indiano a rinnovare i trattati commerciali<br />
e di transito (1989-90), innescò un’imponente protesta popolare e i gravi disordini<br />
che ne seguirono costrinsero il re a promulgare una nuova Costituzione, che instaurava<br />
un sistema di democrazia parlamentare, reintroduceva i partiti e ristabiliva<br />
relazioni amichevoli con l’India. Il particolare rapporto dei due paesi riguardo alla sicurezza<br />
fu al centro dei colloqui che il nuovo Primo ministro nepalese ebbe a New<br />
Delhi a giugno del 1990 e di quelli tenuti dal Primo ministro successivo, sempre a<br />
New Delhi, alla fine del 1991 quando furono firmati due separati trattati per il commercio<br />
e per il transito e <strong>altri</strong> accordi che concedevano addizionali benefici economici<br />
al Nepal, compreso l’accordo di Mahakali per l’utilizzo delle risorse idroelettriche.<br />
Nel 2001 il re e gran parte <strong>della</strong> sua fami<strong>gli</strong>a furono assassinati, per cui il trono<br />
passò al fratello che nel 2002 sciolse il parlamento, finendo poi per formare un ristretto<br />
esecutivo, di cui assunse personalmente la guida, e dichiarare lo stato di emergenza.<br />
Per avviare i negoziati con i partiti dell’opposizione, a settembre del 2005<br />
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