L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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La “grande Potenza povera”<br />
le, ciò significa che solo 36 milioni di persone pagano le tasse sul reddito, già molto<br />
più basse che in <strong>altri</strong> PVS. Di questi 36 milioni del settore formale, 21 sono impiegati<br />
governativi e dei restanti – questa aristocrazia del lavoro – solo poco più di un<br />
milione, cioè circa lo 0,25% <strong>della</strong> totale forza lavoro, sono direttamente occupati<br />
nell’area informatica.<br />
I livelli salariali variano molto da segmento a segmento di un mercato del lavoro<br />
distintamente dualistico. Infatti, nel 2000 la produttività media di chi lavorava nel<br />
settore privato era nove volte quella del settore pubblico e così erano i salari. Sfortunatamente,<br />
di questi posti non ce ne sono a sufficienza. Luce (2010: 301) fa anche<br />
notare che i posti dell’area informatica sono tra i pochi occupati grazie al merito ed<br />
essendo questo l’unico settore dove la meritocrazia necessariamente impera, si spera,<br />
ma pochi lo credono, che possa essere d’esempio. Notevoli variazioni dei livelli<br />
salariali hanno luogo tra regione e regione e malgrado che i salari dei decili più bassi<br />
siano cresciuti più rapidamente di quelli più alti, in termini assoluti i salari ricevuti<br />
dai primi restano di gran lunga inferiori a quelli dei secondi. Ma quello che colpisce<br />
di più nello studio di Shukla e Bakshi (2011) – dove si utilizzano stime del reddito,<br />
mentre <strong>altri</strong> si basano sulla spesa per consumi – è il forte aumento dell’inegua<strong>gli</strong>anza<br />
nelle aree rurali (12,9%) come in quelle urbane (14,9%). Usando l’indice di Theil,<br />
Shukla e Bakshi (2011a) trovano che tra il 1994 e il 2004 questa inegua<strong>gli</strong>anza è<br />
aumentata da 0,31 a 0,38.<br />
Tra i giovani, <strong>gli</strong> autonomi sono circa la metà e quelli con lavori saltuari sono un<br />
terzo. La percentuale dei giovani salariati o stipendiati regolarmente sta crescendo.<br />
In termini settoriali, la quota dei giovani nel settore industriale sta crescendo più rapidamente<br />
di quella nel settore dei servizi, mentre quella nell’agricoltura sta diminuendo<br />
più rapidamente di quella de<strong>gli</strong> adulti. I giovani disoccupati sono passati da<br />
6,5 milioni nel 1993-94 a 9,5 milioni nel 2004-05, dei quali 61% in aree rurali e<br />
70% uomini. Malgrado i giovani lavoratori fossero il 21% dei lavoratori adulti, i<br />
giovani disoccupati rappresentano circa la metà di tutti i disoccupati. Il 26% dei giovani<br />
che lavora (22 milioni) soffrono la povertà, anche perché molti di essi sono nel<br />
settore informale.<br />
Nonostante sia stato dimostrato che un’eccessiva regolamentazione del mercato<br />
del lavoro esercita un impatto negativo sulla creazione di posti, quello indiano è certamente<br />
molto regolato sia da<strong>gli</strong> stati che dal governo centrale. Secondo l’OECD<br />
(20011: 38) il fatto che l’India abbia nell’“Industrial Disputes Act” le norme più restrittive<br />
tra tutti i paesi OECD ed emergenti per quanto concerne la possibilità di licenziare<br />
– particolarmente difficile per le imprese con più di 100 operai – ha certamente<br />
influito sulla tendenza delle imprese a restare piccole. Di conseguenza, l’84%<br />
dell’occupazione del settore manifatturiero è localizzata in imprese con meno di 50<br />
operai, contro il 25% in Cina (Hasan e Jandoc, 2010: 14). Oltre a offrire meno protezione<br />
e addestramento, le piccole imprese hanno scarso accesso al credito e tendono<br />
a essere meno produttive, il che riduce la possibilità di pagare mi<strong>gli</strong>ori salari. Una<br />
restrittiva regolamentazione del mercato del lavoro incoraggia l’occupazione informale<br />
che, naturalmente, comporta salari ancora più bassi e nessuna protezione o<br />
pensione per i lavoratori. L’assenza di consenso nel governo centrale ha finora impedito<br />
la riforma del mercato del lavoro, ma vari stati hanno cercato di apportare i<br />
mi<strong>gli</strong>oramenti consentiti dalle leggi federali, incrementando così la segmentazione<br />
del mercato del lavoro, oppure sono ricorsi alla creazione delle ZES.<br />
Il tasso annuale di crescita dell’occupazione nel settore organizzato è stato del<br />
2,76% nel periodo 1972-1983, si è ridotto all’1,4% nel 1983-91 ed è poi crollato allo<br />
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