L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
232<br />
L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
tegiche, basate sulla reciproca convenienza. Per mettere in moto un meccanismo di<br />
distensione nella regione, nel 1985 fu creata la SAARC. Bisognò però attendere il<br />
1993 perché questi paesi firmassero un primo accordo di liberalizzazione commerciale,<br />
il “South Asia Preferential Trade Agreement” (SAPTA) per creare un’ALS<br />
entro il 2001, data poi spostata al 2008-2010. Nel 2004 la data fu ulteriormente spostata<br />
al 2016 quando il SAPTA divenne SAFTA (“South Asia Free Trade Area” che<br />
oltre ai paesi del SAPTA, meno il Pakistan, include la Thailandia), entrato in vigore<br />
nel 2006, per il quale il processo di azzeramento dei dazi dovrebbe concludersi nel<br />
2012 (oppure nel 2015 per Nepal, Bhutan, Bangladesh e Maldive). Il vertice del<br />
2009 ha ammesso come osservatori Cina, Giappone, Corea del Sud e USA e nel<br />
2011 è entrato anche l’Afghanistan.<br />
Il gruppo di paesi che formano la SAARC è certamente meno omogeneo e meno<br />
liberista di quello dell’ASEAN, ma sono i rapporti indo-pakistani e l’evoluzione <strong>della</strong><br />
questione del Kashmir che continuano a condizionare il processo d’integrazione.<br />
È tuttavia indubbio che la SAARC potrebbe rappresentare un utilissimo strumento<br />
proprio per mi<strong>gli</strong>orare i rapporti economici indo-pakistani e per sostenere lo sviluppo<br />
di tutti i paesi membri. Per ora, però, <strong>gli</strong> scambi non raggiungono il 5% del loro<br />
commercio totale. Se New Delhi vuole ridurre la deriva fondamentalista nel Bangladesh<br />
e nel Pakistan e limitare la crescente influenza cinese nella regione, deve aprire<br />
le proprie frontiere alle esportazioni di questi paesi e deve trattarli come partner<br />
piuttosto che come fastidiosi vicini o peggio.<br />
Recentemente si è pensato di poter utilizzare la diaspora dell’Asia meridionale<br />
per promuovere l’integrazione economica regionale, così come ha fatto la Cina. Le<br />
condizioni sono, però, diverse a cominciare dal fatto che <strong>gli</strong> investimenti fatti in Cina<br />
provenivano da imprenditori di Hong Kong e Macao, mentre la diaspora<br />
dell’Asia meridionale è composta principalmente da professionisti e lavoratori e che<br />
i paesi <strong>della</strong> regione non sono posti dove è facili investire. Inoltre, non va dimenticato<br />
che l’integrazione regionale stenta a progredire e la SAARC non è ancora riuscita<br />
a ridurre le barriere tariffarie. Tensioni politiche e sospetti continuano a ostacolare<br />
l’integrazione.<br />
L’India, però, non può aspirare a diventare una credibile grande potenza senza<br />
una propria sfera d’influenza e questa deve includere l’Asia meridionale. Per far ciò<br />
e ridurre la breccia con la Cina, l’India deve mi<strong>gli</strong>orare i rapporti con i propri vicini<br />
sia bilateralmente sia creando un sistema regionale. L’interdipendenza economica è<br />
un ottimo strumento per apprezzare le preoccupazioni di ognuno per la propria sicurezza<br />
e quindi cooperare a creare e mantenere quella <strong>della</strong> regione.<br />
Approfondimenti<br />
1. La sicurezza energetica<br />
Ne<strong>gli</strong> anni a venire i conflitti tra stati saranno causati non da contrasti ideologici, ma<br />
dalla competizione per ottenere il controllo su risorse scarse, il che farà <strong>della</strong> sicurezza<br />
energetica il principale determinante delle politiche estere dei maggiori stati dell’Asia, e<br />
non solo. Il pericolo di simili guerre è perfettamente illustrato dalla situazione che sta