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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Nel 2008 quasi due terzi del commercio totale nepalese ha avuto luogo con l’India<br />

che presenta un avanzo commerciale passato dai $167 milioni del 2000 ai $1,3 miliardi<br />

del 2008. Verso la fine del 2009 è stato formato il nuovo accordo economico tra i<br />

due paesi. Per il Nepal l’India continua a rappresentare il maggior partner commerciale<br />

e il principale investitore – due terzi del totale ricevuto dal paese –, ma la Cina è sempre<br />

più vicina. Ora il Nepal sta mi<strong>gli</strong>orando la strada di Kodari che connette Katmandu<br />

con la Cina, il che certamente faciliterà i traffici tra India e Cina, ma aprirà alla Cina<br />

un’altra via d’accesso verso le pianure dell’India settentrionale.<br />

Dal 1994 al 2004 l’assistenza cinese al Nepal è ammontata a $130 milioni, diretta<br />

alla costruzione di strade alternative per collegare i due paesi, ospedali, acqua per<br />

Katmandu e impianti idroelettrici. Inoltre, il discusso collegamento con la ferrovia<br />

tibetana ridurrebbe la dipendenza del Nepal dalle importazioni di prodotti petroliferi<br />

dall’India.<br />

Modesto il commercio dei servizi, come turismo, finanza e specialmente elettricità,<br />

di cui ora il Nepal è importatore netto e che invece potrebbe esportare se i due<br />

paesi cooperassero allo sfruttamento dei numerosissimi fiumi di cui è ricco. È da<br />

sottolineare che una gestione congiunta delle acque permetterebbe il controllo delle<br />

perenni inondazioni, spesso con tragiche conseguenze, nella regione nepalese del<br />

Terai e nelle vicine zone del Bihar settentrionale dove hanno reso difficile ogni attività<br />

imprenditoriale di una certa dimensione. Diminuito tra il 1996 e il 2006, il turismo<br />

è ora in ripresa e la quota indiana è più del 20% del totale. Ultimamente è aumentato<br />

notevolmente il numero di joint ventures realizzate con l’India e all’inizio<br />

del 2008 120 imprese erano attive, 33 erano in costruzione, 37 erano in attesa <strong>della</strong><br />

licenza e 142 l‘avevano appena ricevuta.<br />

Il fatto che ne<strong>gli</strong> ultimi tempi il PIL nepalese sia cresciuto al ritmo del 3,9%,<br />

mentre il settore manifatturiero solo dell’1,6% dimostra che la crescita del paese avviene<br />

senza industrializzazione. Considerato il suo crescente disavanzo commerciale,<br />

il Nepal vorrebbe sostituire le importazioni con la produzione interna e promuovere<br />

le esportazioni, cioè stimolare un processo d’industrializzazione, il che, però,<br />

comporta attrarre IDE e aumentare <strong>gli</strong> scambi con l’India.<br />

Lo squilibrio politico del rapporto India-Nepal e il fatto che “<strong>gli</strong> indiani abbiano<br />

dato troppo per scontato il Nepal” hanno reso “l’approccio indiano sprezzante e trascurato”<br />

(Sikri, 2009: 83) erodendo gradualmente le tradizionali leve di potere che<br />

l’India aveva in Nepal. Nel vuoto creatosi si è abilmente insinuata la Cina che potrebbe<br />

presto consolidarvi il proprio potere se l’India non riesce rapidamente a elaborare<br />

una politica più completa e più rispettosa per questo paese, una politica che<br />

prima <strong>della</strong> sicurezza e de<strong>gli</strong> interessi indiani miri allo sviluppo del Nepal dove la<br />

Cina sta guadagnando terreno. Un paese la cui importanza per l’India poggia su solide<br />

ragioni di lungo periodo, perché oltre ad essere fonte di molti dei fiumi necessari<br />

alla sopravvivenza delle popolazioni <strong>della</strong> pianura dell’India settentrionale, rappresenta<br />

un bastione strategicamente cruciale: chi lo controlla può facilmente chiudere<br />

l’accesso dell’India a sette dei suoi stati, dove già operano gruppi armati contrari<br />

a New Delhi che potrebbero ricevere incoraggiamento e armi da Beijing.<br />

***<br />

Il regno del Bhutan è stato una teocrazia lamaista fino al 1907, quando uno dei<br />

governatori assunse il titolo di maragià ereditario. Pur non avendo mai fatto parte<br />

del Raj, il Bhutan concluse nel 1910 un trattato con l’Inghilterra conferendole il di-

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