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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

zione l’influenza dei partiti regionali del Tamil a New Delhi è cresciuta e questa non<br />

può più ignorare la simpatia dei tamil indiani per la causa dei tamil dell’isola 39 . Favorendo<br />

apertamente la minoranza tamil per i posti amministrativi, la politica coloniale<br />

inglese causò il forte risentimento dei singalesi che si sono rifatti adottando la<br />

politica opposta dopo che l’isola ottenne l’indipendenza all’inizio del 1948 trasformando<br />

il paese in una nazione singalese buddhista. Naturalmente ogni discriminazione,<br />

vera o presunta, dei tamil in Sri Lanka ha sicure e vaste ripercussioni in India.<br />

I due accordi India-Sri Lanka del 1964 e del 1974 per il rimpatrio di un certo<br />

numero di tamil non hanno risolto il problema, ma ne hanno anzi creati <strong>altri</strong> due: (i)<br />

hanno rafforzato la sciovinistica idea singalese che i tamil non appartengono allo Sri<br />

Lanka e sono esclusivamente una responsabilità dell’India; e (ii) hanno convinto i<br />

tamil di Sri Lanka di poter contare sul sentimento popolare in Tamil Nadu per manipolare<br />

New Delhi a loro favore, sperando perfino in un intervento in Sri Lanka per<br />

liberarli (Sikri, 2009: 75). In effetti, in quella direzione muovevano il sostegno dato<br />

da Indira Gandhi all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’80 ai partiti tamil in Sri Lanka e l’iniziativa di<br />

Rajiv Gandhi di organizzare colloqui tra il governo dell’isola e i vari partiti tamil,<br />

compresa le “Liberation Tigers of Tamil Eelam” (LTTE).<br />

I tentativi di New Delhi di mediare nella guerri<strong>gli</strong>a che per molti anni oppose il<br />

governo di Colombo ai movimenti di liberazione tamil fallirono e finì in un disastro<br />

l’“Indian Peace Keeping Force” (IPK) inviata nel 1987 da Rajiv Gandhi che credette<br />

di potere esercitare, nelle parole di Krishna Sankaran riportate da Armellini (2008:<br />

227), il ruolo “di potenza regionale legittimamente egemone nell’Asia meridionale”.<br />

Come tale, New Delhi aveva bisogno che questo strategico vicino restasse stabile,<br />

unito e specialmente privo di presenze nemiche che potessero minacciare direttamente<br />

le varie istallazioni nucleari, spaziali e difensive localizzate nell’India meridionale.<br />

Temeva quindi per i legami che Colombo stava stringendo con il Pakistan,<br />

con la Cina e con <strong>gli</strong> USA ai quali aveva permesso di installare una potente stazione<br />

radio per la Voce dell’America, ma che l’India sospettava servisse anche per spiarla<br />

elettronicamente.<br />

L’intervento indiano, con la sua IPK, fallì perché la LTTE – benché inizialmente<br />

armata e appoggiata da New Delhi – e il governo di Colombo non si fidavano l’una<br />

dell’altro, ma non si fidavano nemmeno di New Delhi. Improvvisamente nel 1990<br />

questa ritirò le sue forze, una furiosa LTTE si vendicò l’anno dopo con l’assassinio<br />

di Rajiv Ghandi e lo scontro tra LTTE e Colombo divenne più violento. L’attacco<br />

alle Torri gemelle convinse la comunità internazionale a intervenire riuscendo nel<br />

2002 a far accettare un cessate il fuoco e a dar inizio ai negoziati tra i due contendenti.<br />

In realtà, nessuno dei due credeva sinceramente nella soluzione politica, entrambi<br />

convinti di potere ottenere una decisiva vittoria militare. All’inizio del 2008<br />

Colombo abrogò formalmente l’accordo per il cessate il fuoco e dopo cruente batta<strong>gli</strong>e<br />

a maggio 2009 dichiarò la definitiva sconfitta e distruzione <strong>della</strong> LTTE. Diffici-<br />

39 La popolazione tamil nello Sri Lanka consiste di due distinti gruppi: (i) il gruppo più<br />

grande dei tamil da secoli vissuti nel nord e nord-est dell’isola, una parte dei quali musulmani;<br />

e (ii) un gruppo minore, i tamil indiani, importati dall’India dai colonialisti inglesi<br />

come indentured labour per lavorare nelle piantagioni di tè e gomma nelle zone<br />

montuose centrali. Da<strong>gli</strong> anni ’80 il conflitto etnico e le politiche troppo favorevoli ai singalesi<br />

hanno spinto molti tamil – stimati a più di 600 mila, di cui almeno 100 mila finiti in<br />

India – ad abbandonare l’isola per cui ora rappresentano solo il 9% <strong>della</strong> popolazione.

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