14.06.2013 Views

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Conclusioni<br />

tamente, senza una sostenuta crescita economica appare impossibile diventare una<br />

potenza globale pacifica o egemonica che sia.<br />

L’India non è più la “civiltà ferita” di Vidiadhar Naipaul né il “soft state” di<br />

Gunnar Myrdal, ma un assertivo subcontinente che sta espandendo il suo ruolo economico<br />

e la sua influenza nel mondo. La sua ascesa sulla scena globale è stata variamente<br />

definita come “potenza intermedia”, “potenza di mezzo”, “potenza maggiore”,<br />

ma tutti le riconoscono una forte dose sia di “hard” come di “soft power”.<br />

Né l’uno né l’altro possono molto contro un altro rischio che corre l’India e che tende<br />

a limitarne la capacità di azione nell’Asia-Pacifico, e cioè che alcuni paesi del<br />

“primo cerchio” (Raja Mohan, 2006) diventino de<strong>gli</strong> “stati falliti”, a cominciare da<br />

un Pakistan in possesso di armi nucleari che, quindi, quindi resta la maggiore preoccupazione<br />

<strong>della</strong> sua politica estera e di difesa.<br />

L’ascesa economica dell’India, un paese che fino a poco più di un decennio fa<br />

sembrava destinata a restare un basket case economico, è forse ancor più straordinaria<br />

di quella cinese, anche se la sua sostenibilità non è affatto scontata, con il rischio,<br />

quindi, che il paese resti un grande PVS. È anche vero che l’India ha spesso dimostrato<br />

una capacità di recupero maggiore di quella che le veniva attribuita. L’ascesa<br />

economica potrebbe, che potrebbe trasformarla in una grande potenza, apre anche la<br />

questione di che tipo di India si tratterà, questione che non potrà essere evasa facilmente<br />

da un paese con quella storia e quella cultura. Ma pur sempre un paese che<br />

deve superare le inaccettabili divisioni interne tramite l’inclusione e per farlo deve<br />

sapere esattamente quale politica economica seguire e quale ordine internazionale<br />

cooperare a costruire, poiché le due aree sono collegate. In <strong>altri</strong> termini, si tratta di<br />

capire se l’India sia disposta a cooperare con la presente struttura di potere per mantenere,<br />

anche mi<strong>gli</strong>orandolo, l’attuale ordine internazionale o se invece non vo<strong>gli</strong>a<br />

accettarlo – perché le attuali istituzioni di global governance sono un prodotto <strong>della</strong><br />

Seconda guerra mondiale e non riflettono più la nuova situazione <strong>geopolitica</strong> – e sia<br />

quindi pronta a sfidarlo, da sola o con altre potenze emergenti. Per l’ordine internazionale<br />

il primo problema da affrontare è la trasformazione dell’attuale multipolarismo<br />

imperfetto in un vero multinazionalismo con larga partecipazione <strong>della</strong> cittadinanza<br />

nelle decisioni di politica estera.<br />

Ad ogni modo e indubbiamente l’ascesa indiana, insieme a quella cinese, causeranno<br />

tensioni e altereranno in modo significativo la bilancia globale del potere in<br />

un sistema internazionale che sta mutando rapidamente in modi e direzione impossibili<br />

da predire a causa anche <strong>della</strong> crisi in corso. Ma, come ha detto Manmohan<br />

Singh, “se vi è una ‘idea d’India’ per la quale il mondo dovrebbe ricordarci e stimarci,<br />

è l’idea di una società inclusiva e aperta, una società multiculturale, multietnica e<br />

multilingue. Solo realizzando quest’idea, cioè tornando a essere una “potenza morale”,<br />

che l’India diventerà anche una grande potenza.<br />

303

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!