L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
48<br />
L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
a trasformarsi in proprietari, un’operazione che assunse il nome di “democratizzazione<br />
del capitale” e che, dopo aver ottenuto il riconoscimento <strong>della</strong> Conferenza di Bhopal<br />
nel 2002, sta rapidamente conquistando un vasto consenso tra i dalit. La sinistra<br />
deve ora fare i conti con la crescente adesione che riscuote il messaggio di Chandra<br />
Bhan Prasad, considerato il più importante pensatore dalit e commentatore politico,<br />
secondo il quale “oggi anche noi dalit desideriamo scongelarci nel mondo emancipato<br />
del capitalismo”. Resta una certa opposizione alla globalizzazione culturale, ma si<br />
comincia ad accettare l’idea che quella economica potrebbe contribuire alla nascita<br />
di una borghesia dalit.<br />
2. Il movimento femminista indiano<br />
In India, il movimento per i diritti delle donne iniziò ne<strong>gli</strong> anni ’20 e avanzò dal livello<br />
locale a quello nazionale, influenzato dal diffuso nazionalismo e dalla lotta per<br />
la libertà. I suoi più rilevanti successi furono le garanzie costituzionali di pari diritti per<br />
le donne, il suffragio universale e la riforma del diritto privato nell’India indipendente,<br />
garanzie che tuttavia in termini sociali e pratici non cambiarono molto la vita delle<br />
donne indiane.<br />
Nonostante che generalmente modernità e induismo siano considerati “poli opposti”,<br />
Smith (2006: 3-5 e 145-46) pensa che su alcuni aspetti del problema delle<br />
donne induismo e modernità sembrano avvicinarsi 66 . Importante è, infatti, “il potere<br />
attribuito dall’induismo alle donne”, specialmente alle dee. La straordinaria importanza<br />
delle divinità femminili nell’induismo “non ha equivalenti nelle altre religioni ufficiali”,<br />
tanto che un consistente filone del femminismo, le considera fonte d’ispirazione<br />
cui le donne possono attingere per formulare modelli di ruolo.<br />
A ogni modo, in India i vari movimenti delle donne – articolati, con buona visibilità<br />
ed efficacia e ricchi di dibattiti interni e tra loro – sono frattanto diventati una forza<br />
significativa sulla scena politica, dove, purtroppo “le identità di classe, religione o casta<br />
(o altre ancora) tendenzialmente prevalgono su quella di genere”. Inoltre, il movimento<br />
femminista “è stato attaccato dalle donne dalit come espressione delle caste<br />
superiori” e “implicitamente indù, anche se fa finta di essere laico”(Menon e Nigam,<br />
2009: 21-22).<br />
Una volta raggiunta l’indipendenza, si moltiplicarono i gruppi femminili nati spontaneamente<br />
per sfidare il patriarcato che, profondamente radicato nel paese, influenza<br />
la struttura delle istituzioni politiche e sociali e quindi determina le opportunità che<br />
si offrono alle donne e a<strong>gli</strong> uomini. Due controverse questioni agitarono il movimento<br />
femminile e la società indiana: il codice civile uniforme e la proposta di riservare alle<br />
donne un certo numero di seggi nei corpi legislativi ed entrambe rivelarono profonde<br />
differenze all’interno del movimento, differenze che riflettevano divisioni di casta,<br />
classe e comunità. Il progetto di legge di riforma costituzionale “Women’s Reservation<br />
Bill” presentato nel 1996, che proponeva di riservare alle donne il 33% dei seggi<br />
parlamentari, incontrò una fiera resistenza da parte dei partiti che rappresentavano le<br />
caste arretrate e i dalit che chiedevano che all’interno di questa quota siano fossero<br />
specificati i posti da riservare a loro e alle minoranze, cioè “quote entro le quote”.<br />
A metà de<strong>gli</strong> anni ’50, molte donne cominciarono a partecipare alle lotte dei contadini<br />
poveri e a quelle <strong>della</strong> classe lavoratrice industriale, come il movimento Tebhaga<br />
nel Bengala, Telangana nell’Andhra Pradesh e naxalita. Per protestare contro<br />
l’uso dell’alcool, perché spingeva <strong>gli</strong> uomini a picchiare le mo<strong>gli</strong>, le donne ricorrevano<br />
66 Smith (2006: 163) aggiunge, però, che per le femministe indiane e occidentali,<br />
l’induismo resta “un tipico esempio di patriarcato fallico”.