L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e il resto dell’Asia<br />
armamenti a questi paesi; (iv) contrastare le minacce terroristiche; (v) accedere direttamente<br />
all’Afghanistan; e (vi) precludere un hinterland strategico al Pakistan<br />
(Jain: 2008: 210-11). In questa sua azione, è facilitata dal fatto che, contrariamente a<br />
Cina e Russia, l’India è vista come una potenza benevola, la cui cultura ha da sempre<br />
affascinato i popoli <strong>della</strong> regione. Inoltre, per le merci dei paesi dell’Asia centrale<br />
quello indiano è il più grande mercato vicino. Chiaramente, l’interesse per l’Asia<br />
centrale dimostra anche che l’India non è più contenta del proprio ruolo geostrategico<br />
nell’Asia meridionale e desidera spingersi oltre.<br />
Sfortunatamente, però, la presenza e la visibilità indiane nella regione sono ancora<br />
molto scarse, anche a causa dei cattivi collegamenti che non facilitano i contatti e la<br />
conoscenza reciproca, per cui l’India non è considerata rilevante da questi paesi per<br />
risolvere le loro immediate priorità, cioè ricerca dell’identità nazionale, sicurezza e sopravvivenza<br />
dei regimi. Il modesto utilizzo del suo soft power spiega quindi perché le<br />
relazioni economiche con questi paesi stentino a svilupparsi, nonostante l’India potrebbe<br />
rappresentare un potenziale fattore di bilanciamento tra i maggiori attori che<br />
operano nella regione (Sikri, 2009: 163-67). Inoltre, l’espansione dell’influenza indiana<br />
in questa regione è fortemente ostacolata da<strong>gli</strong> ostili rapporti con il Pakistan.<br />
Resta da risolvere il grande problema di come portare le risorse energetiche<br />
dell’Asia centrale sul mercato indiano. Nel Kazakistan, che ha le maggiori risorse<br />
petrolifere <strong>della</strong> regione e tre dei più ricchi depositi di idrocarburi del mondo, il<br />
braccio internazionale dell’impresa pubblica indiana “ONGC Videsh” possiede già<br />
il 15% del bacino petrolifero in Alibekmola e sta investendo $1,5 miliardi nel deposito<br />
petrolifero russo-kazako nel Mar Caspio. Inoltre, il Kazakistan ha offerto<br />
all’India di sviluppare il bacino petrolifero del Karzahanbas. L’“ONGC Videsh” si è<br />
anche mostrata interessata a investire nei depositi petroliferi e di gas dell’Uzbekistan<br />
e l’India sta attivamente considerando l’importazione di gas dal Turkmenistan per<br />
mezzo del gasdotto TAPI, ma il Turkmenistan spedisce già la maggior parte del gas<br />
per mezzo del gasdotto russo e forse non è in grado di fornire la quantità di gas necessaria<br />
per giustificare un tale investimento. Infine, un dotto dal Turkmenistan<br />
all’India dovrebbe attraversare Afghanistan e Pakistan, con tutte le complicazioni<br />
politiche e di sicurezza che questo comporta e le estenuanti e complesse negoziazioni<br />
relative ai prezzi. Anche l’esportazione di elettricità all’India è stata presa in considerazione,<br />
ma Tagikistan e Kirghizistan hanno sviluppato solo una minima parte<br />
<strong>della</strong> capacità idroelettrica che posseggono. È vero che il loro periodo di massima<br />
produzione si verifica durante l’estate, proprio quando nel nord dell’India la domanda<br />
è maggiore, ma portarvi l’elettricità da questi paesi significa fare sostanziosi investimenti<br />
per la costruzione di dighe e impianti di generazione e trasmissione<br />
dell’elettricità. Inoltre le linee di trasmissione dovrebbero, come i dotti, attraversare<br />
Afghanistan e Pakistan, situazione che ostacola ogni possibilità di commercio per terra,<br />
complicando <strong>gli</strong> sforzi dell’India di stabilire maggiori relazioni commerciali con<br />
l’Asia centrale e spingendola invece a cercare strade alternative attraverso l’Iran.<br />
Il valore dell’interscambio con l’Asia centrale ammonta a circa $200 milioni<br />
(2007) e per cercare di ampliarlo l’India offre linee di credito al Tagikistan e<br />
la vicinanza geografica del Tagikistan al Pakistan, la capacità militare e strategica di contrastare<br />
eventuali minacce pakistane all’integrità territoriale e alla sua sovranità; e (iii) facilitare<br />
l’accesso al petrolio e al gas del Kazakistan e partecipare alla costruzione dei dotti<br />
per il loro trasporto.<br />
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