L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
sentimento d’odio istillato nella comunità indù contro i sikh si diffuse rapidamente,<br />
nonostante non avesse alcun precedente storico” (Rondinone, 2008: 48-52).<br />
La diffusione del movimento integralista indù, a partire da<strong>gli</strong> anni ’90, ha rimesso<br />
in questione il modello indiano di stato laico, o secolarista, che ha permesso a<br />
lungo di governare un paese tanto diversificato, ma al costo di escludere le masse<br />
non moderne e ignorare il sistema castale. Secondo Armellini (2008: 15) “le radici<br />
dell’integralismo induista sono difficilmente definibili, ma si possono ricercare proprio<br />
nella natura duale del paese: la borghesia emergente è sempre più disattenta al<br />
richiamo <strong>della</strong> tradizione, mentre la maggioranza diseredata, che si sente esclusa<br />
dalla modernizzazione, trova nella riaffermazione del primato hindu una compensazione<br />
psicologica alla propria condizione e, al tempo stesso, un modo per contrastare<br />
quello che, confusamente, percepisce come il tentativo <strong>della</strong> minoranza musulmana”<br />
– da un punto di vista socio-economico considerata di poco superiore ai dalit e alle<br />
popolazioni tribali 50 – “di espandersi, anche economicamente, a suo danno. È un richiamo<br />
cui soggiace anche una parte non secondaria <strong>della</strong> piccola borghesia urbana,<br />
stretta nella morsa di una competizione di cui riesce a intravedere i frutti, ma che è<br />
sempre più incerta di sapere raggiungere”. La crescente influenza dei gruppi estremisti<br />
indù è, quindi, una chiara conseguenza dell’incapacità dello stato di fornire efficienza<br />
o egua<strong>gli</strong>anza.<br />
* * *<br />
Contrariamente a molte previsioni, il periodo 1947-64 vide il radicamento delle<br />
istituzioni politiche, risultato dovuto anche al consolidamento <strong>della</strong> leadership politica<br />
di Nehru e al predominio dell’INC, praticamente l’unico partito nazionale, in<br />
quanto ramificato in tutto il paese. L’INC era completamente dominato dalle elite<br />
rurali e urbane provenienti dalle caste alte e la sua democrazia interna era scarsa e a<br />
tutti <strong>gli</strong> effetti era un partito plutocratico e conservatore. Per molti de<strong>gli</strong> anni post<br />
indipendenza, INC e stato furono una sola cosa, ma poi la coalizione di comunità e<br />
caste diverse cominciò a sgretolarsi e molte delle sue componenti formarono i propri<br />
partiti. Di conseguenza dal 1991 la percentuale di voti dell’INC non ha più superato<br />
il 25-30% e la vittoria del 2004 fu dovuta alla decisione di andare, per la prima volta,<br />
alle elezioni con una coalizione (Luce, 2010: 191-92 e 194), come è stato fatto di<br />
nuovo nel 2009 quando hanno votato 650 milioni di elettori.<br />
Due anni dopo la scomparsa di Nehru, la guida del governo passò alla fi<strong>gli</strong>a Indira<br />
Gandhi che, per affrontare l’acutizzarsi dei problemi economici e sociali del paese<br />
e la crescente opposizione di raggruppamenti politici a carattere regionale, ridusse<br />
gradualmente la democrazia interna dell’INC, emendò la Costituzione per ampliare i<br />
50 Il 30% dei musulmani appartiene alla categoria a più basso reddito, contro il 9% de<strong>gli</strong><br />
indu, e solo il 4% rientra in quella a reddito più elevato, contro il 17% de<strong>gli</strong> indu; sono solo<br />
il 5% nella pubblica amministrazione, ma ancor meno tra i dirigenti (3,2%), i diplomatici<br />
(1,8%), la polizia (4%) e le forze armate (forse 3%). I musulmani alfabetizzati sono il<br />
59%, contro la media nazionale del 65%, e occupano solo 33 seggi su 545 nel Parlamento.<br />
Un quarto dei giovani musulmani in età scolare non frequenta. Chiaramente, questa emarginazione<br />
dei musulmani crea un fertile terreno per movimenti eversivi di carattere locale.<br />
Come per i dalit e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong> emarginati, i voti musulmani per anni sono confluiti nell’INC,<br />
cosa che oggi non è più così scontata, perché vengono piuttosto privilegiate le formazioni<br />
regionali (Armellini, 2008: 147-49).