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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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La politica estera indiana e la governance globale<br />

lioni di aiuti e assistenza dati nel 2010, ma certamente encomiabile visto che l’India<br />

riceve ancora molti aiuti essa stessa.<br />

La presenza indiana spazia dall’agricoltura all’IT, al ta<strong>gli</strong>o dei diamanti alla telemedicina<br />

e all’università virtuale. Frattanto, New Delhi, come Beijing, sta lavorando<br />

alla creazione di un fondo d’investimento di $10 miliardi per acquistare assets energetici<br />

all’estero, principalmente in Africa e come, come Beijing, cerca di non criticare<br />

i regimi africani per <strong>gli</strong> abusi dei diritti umani commessi.<br />

La cooperazione indiana intende accrescere il valore aggiunto delle materie prime<br />

africane, generando occupazione locale, trasferendo tecnologie e sviluppando risorse<br />

umane addestrandole nelle sue istituzioni e inviando suoi esperti in loco. Un settore<br />

nel quale l’esperienza indiana è particolarmente utile in Africa è quello delle Pmi.<br />

Varie imprese indiane sono interessate al continente, dove Tata Group ha già investito<br />

più di $100 milioni.<br />

Un notevole rapporto si è sviluppato con il Sudafrica tramite accordi bilaterali e<br />

trilaterali (India-Brasile-Sudafrica). Inoltre, l’India ha un CECA con Maurizio e un<br />

PTA con la “South Africa Customs Union” (SACU), il raggruppamento regionale che<br />

include Sudafrica, Lesotho, Swaziland, Botswana e Namibia. Notevoli sono <strong>gli</strong> sviluppi<br />

nel campo <strong>della</strong> sicurezza, come sottolineato già alla fine del 2004 dalle esercitazioni<br />

congiunte delle forze aree (più elementi americani, tedeschi e inglesi), i primi<br />

mai realizzati dall’India sul suolo africano. A giugno dell’anno dopo, i due paesi condussero<br />

manovre navali congiunte. Frattanto, l’interscambio India-Sudafrica è aumentato<br />

da $2,4 miliardi del 2003-04 a $10,64 miliardi nel 2010-11 (stime) e <strong>gli</strong> investimenti<br />

indiani accumulati nel paese sono arrivati a quasi $7 miliardi.<br />

Nel 2004, una visita del Presidente indiano in Tanzania portò all’accordo per addestrare<br />

personale militare <strong>della</strong> Tanzania in India e per aumentare le visite delle navi da<br />

guerra indiane ai porti del paese. Più a sud, Mozambico e India decisero di continuare<br />

il pattu<strong>gli</strong>amento congiunto delle coste del paese che erano iniziate con il vertice<br />

dell’UA del 2003 e a marzo del 2006 firmarono un MOU che interessa tutte le forze<br />

armate per la cooperazione tecnica, logistica, sostegno e addestramento militare.<br />

Si sono rinsaldati anche i legami con le isole africane e dal 2003 l’India pattu<strong>gli</strong>a<br />

la zona economica esclusiva di Maurizio, questo “gateway to the African continent”,<br />

con il quale sono in corso negoziati per un “Agreement of Comprehensive Economic<br />

Cooperation and Partnership”. Durante una visita nell’aprile 2005, il Primo ministro<br />

indiano reiterò l’impegno alla “difesa, sicurezza e sovranità di Maurizio”. Con le Seicelle<br />

l’India ha firmato un MOU relativo alla cooperazione per la difesa che include<br />

sia il pattu<strong>gli</strong>amento delle acque territoriali di questo paese che l’addestramento del<br />

suo personale militare. L’India, infine, ha stabilito stretti rapporti con le Maldive, rapporti<br />

che si sono intensificati con il considerevole aiuto offerto in occasione dello tsunami<br />

del dicembre 2004. Questi paesi sono “vitali per l’India”, che non può tollerare<br />

chela loro fragile sicurezza venga minacciata, per cui ha creato un nuovo ufficio del<br />

Ministero <strong>della</strong> Difesa, diretto da un ammira<strong>gli</strong>o a due stelle.<br />

L’ONGC, controllata dal governo indiano, ha qualche anno fa cominciato a estrarre<br />

petrolio in Sudan in cooperazione con compagnie petrolifere statali <strong>della</strong> Cina. Il<br />

progetto “Great Nile Oil” in Sudan (vedi Approfondimento a p. 232) e l’esplorazione e<br />

sfruttamento congiunto del bacino petrolifero dello Yadavaran in Iran, sono un esempio<br />

<strong>della</strong> cooperazione sino-indiana che i due paesi stanno cercando di sviluppare.<br />

L’India che è già il terzo paese per numero di peacekeepers inviati sul continente<br />

africano per far fronte alle guerre civili in Sudan e in Congo ha anche inviato navi<br />

verso il Corno dell’Africa per dar la caccia ai pirati somali.<br />

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