L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi
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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />
le, sotto il profilo delle competenze (soprattutto legislative)” sempre più si scontra<br />
con “un notevole protagonismo politico de<strong>gli</strong> Stati membri, capaci d’influire su<strong>gli</strong><br />
<strong>equilibri</strong> del governo federale”. Le tensioni che ne risultano cadono sotto “il controllo<br />
giurisdizionale <strong>della</strong> Corte suprema, dotata di grande autonomia e di notevoli possibilità<br />
d’intervento” (Amirante, 2007: 10). A<strong>gli</strong> stati è riservato il controllo di<br />
quell’importante settore che è l’agricoltura, cioè la riforma agraria, l’organizzazione<br />
del credito rurale e la riscossione delle imposte terriere, più il settore sanitario,<br />
l’ordine pubblico, l’amministrazione delle risorse idriche e il commercio. Il governo<br />
centrale può però scio<strong>gli</strong>ere un governo statale e porre lo stato sotto il diretto governo<br />
del presidente dell’Unione per un massimo di sei mesi.<br />
In effetti, l’unificazione economica è stata più difficile di quella politica, anche<br />
perché con l’arrivo delle riforme, la bilancia centro-stati si è spostata sempre più a<br />
favore di questi ultimi. Il moltiplicarsi delle formazioni politiche a carattere prettamente<br />
locale è “espressione del particolare modello di federalismo che, pur presentando<br />
spiccate tendenze centripete, lascia spazio sempre maggiore alle istanze e a<strong>gli</strong><br />
interessi specifici de<strong>gli</strong> Stati membri” (Bassu, 2009: 307). Infine, l’arrivo sulla scena<br />
politica nel 1996 dei potenti partiti delle caste arretrate che cominciavano a candidarsi<br />
come forze di governo segna la fine del linguaggio nehruviano, laico e modernista,<br />
ormai incapace di interpretare le profonde trasformazioni avvenute o ancora in<br />
corso nel paese.<br />
Insieme al federalismo, il principio <strong>della</strong> laicità dello stato e la “discriminazione<br />
positiva” a favore di categorie e gruppi sociali particolarmente svantaggiati hanno<br />
finora bloccato le derive integraliste che chiaramente si agitano in una società dove,<br />
oltre alle differenze religiose ed etniche, quasi il 42% <strong>della</strong> popolazione rurale e il<br />
26% di quella urbana vive al di sotto <strong>della</strong> so<strong>gli</strong>a di povertà (Rapporto Tendulkar,<br />
2009) 45 , la corruzione impera 46 , i servizi pubblici scarseggiano, il sistema giudiziale<br />
45 Teoricamente, per so<strong>gli</strong>a di povertà s’intende un consumo individuale inferiore a 2400<br />
calorie e un reddito giornaliero inferiore a un dollaro – vedi par. 1.1.7.<br />
46 Le prime indicazioni che la corruzione stava diventando sistemica emersero ne<strong>gli</strong> anni<br />
’60 a causa <strong>della</strong> ossessiva regolamentazione dell’economia per cui l’autorizzazione per<br />
qualsiasi attività richiedeva passaggi politici e burocratici che si prestavano a essere facilitati<br />
tramite adeguate mazzette. Le riforme introdotte all’inizio de<strong>gli</strong> anni ’90 che avrebbero<br />
dovuto contenere questa piaga sociale, hanno invece contribuito ad accrescerla in maniera<br />
esponenziale perché lo stato ha ancora il controllo sulla terra, sulle risorse naturali e<br />
sui progetti infrastrutturali. Per esempio, “lo stato sovrano può sempre acquistare la proprietà<br />
di un cittadino per il bene pubblico, senza il consenso del proprietario” (Sentenza<br />
<strong>della</strong> Corte suprema del 1994) o di chi non ha titolo formale, dopo di che, spiega Rajan<br />
(2008), “i terreni pubblici possono essere ceduti a condizioni favorevoli e i contratti possono<br />
essere assegnati a<strong>gli</strong> amici truccando le aste. In questo modo si defrauda il Tesoro,<br />
ma le rendite vengono divise tra politici e uomini d’affari corrotti”. Recentemente, The<br />
Economist ha scritto che in India non solo “non è possibile concludere un contratto senza<br />
pagare una mazzetta”, ma la corruzione pesa su tutti i cittadini che per ottenere un certificato,<br />
un permesso o una patente devono “ungere” più di una ruota. Lo stato meno corrotto<br />
risulta il Kerala e quello più corrotto il Bihar. L’ultimo grande scandalo scoppiato<br />
all’inizio di febbraio 2011 per la concessione di frequenze riguardanti la seconda generazione<br />
<strong>della</strong> telefonia mobile, scandalo particolarmente sconvolgente perché ha coinvolto<br />
l’ex ministro delle Telecomunicazioni e segretario del primo ministro Singh, si sono moltiplicate<br />
le proteste come quella da tempo condotta dall’attivista indù Anna Hazare e la<br />
più recente iniziata dal guru Baba Ramdev, un nazionalista più a destra del BJP. A metà