14.06.2013 Views

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

18<br />

L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

che. Di conseguenza, “i ritmi dell’economia del subcontinente furono determinati in<br />

maniera sempre più significativa da quelli dell’Inghilterra e, in termini più generali,<br />

dell’economia mondiale”, ponendo così “le premesse, economiche e sociali, per<br />

l’emergere di uno scenario caratterizzato dalla scarsa produttività del settore agricolo”<br />

– attualmente la media nazionale indiana <strong>della</strong> quantità di cereali prodotti per<br />

ettaro è grosso modo la metà di quella cinese – “e da uno sviluppo industriale limitato”.<br />

Mirando principalmente a ricavare quanto più possibile dalla tassazione <strong>della</strong><br />

terra e a promuovere la coltivazione di raccolti da esportazione (principalmente cotone,<br />

juta, indaco, tè e oppio) l’autorità coloniale contribuì al radicamento “<strong>della</strong><br />

grande proprietà terriera parassitaria, che divenne lo strato sociale rurale di riferimento<br />

per il potere coloniale”, mentre “la grande maggioranza dei coltivatori indiani<br />

venne lasciata sola di fronte alle fluttuazioni dei prezzi e alle incertezze dei raccolti”<br />

(Adduci, 2009: 14-15). Infatti, tra il 1765 e il 1858 l’India subì dodici terribili carestie<br />

con risultante stagnazione agricola, mentre Londra era principalmente interessata<br />

all’esportazione delle ricchezze del paese (Boillot, 2007: 16).<br />

Il secondo secolo coloniale (1858-1947) vide l’affermarsi del dominio inglese su<br />

tutto il subcontinente e terminò con una popolazione che nel 1950 rappresentava il<br />

14% di quella mondiale, ma non produceva più del 4% del PIL mondiale. Il declino<br />

dell’economia indiana, in gran parte certamente dovuto alla colonizzazione britannica,<br />

fu causato da vari fattori: (i) declino dell’artigianato e progressiva ruralizzazione<br />

dell’economia a causa <strong>della</strong> concorrenza proveniente dalla grande industria sviluppata<br />

da<strong>gli</strong> inglesi, ma poi passata nelle mani delle comunità commerciali locali; (ii)<br />

istituzione di un nuovo sistema fondiario e accelerato sviluppo delle coltivazioni per<br />

l’esportazione; (iii) industrializzazione subordinata a<strong>gli</strong> interessi del Regno Unito e<br />

sottoposta ai cicli <strong>della</strong> congiuntura internazionale e quindi penalizzata dalla grande<br />

crisi de<strong>gli</strong> anni Trenta; e (iv) tante carestie, fino all’ultima del 1943 nel Bengala.<br />

Seguendo l’esempio dell’impero Moghul, Londra stabilì il proprio dominio nel<br />

subcontinente con il sistema dell’“indirect rule”, ma “incorporò nel governo le elite<br />

locali in maniera minore” di quanto quello avesse fatto (Chapman, 2003: 135), e dotò<br />

il paese di una moderna amministrazione, gestita da un ceto di indiani istruiti che<br />

alla fine confluirono nel movimento nazionalista da cui nacque nel 1885 l’INC i cui<br />

padri fondatori furono quasi tutti espressione di un’élite alto-borghese an<strong>gli</strong>cizzata.<br />

L’introduzione dell’ideologia liberista e delle istituzioni democratiche contribuirono<br />

al nascere già a metà Ottocento dei primi movimenti nazionalisti e indipendentisti,<br />

mentre i primi gruppi indipendentisti islamici e quelli dell’“induismo politico” 26<br />

cominciarono ad apparire tra la fine del secolo e l’inizio del Novecento. Nel 1906 fu<br />

creata l’All India Muslim League con due principali obiettivi: fedeltà al governo inglese,<br />

che la sosteneva, e difesa de<strong>gli</strong> interessi musulmani, mentre crescevano contrasti<br />

e alienazione tra hindu e musulmani. Dieci anni dopo con il Patto di Lucknow<br />

l’INC concedeva alla Lega che i musulmani avessero un separato sistema elettorale<br />

sia a livello provinciale sia a quello centrale. In seguito, nel programma <strong>della</strong> Lega<br />

fu inserita la ridistribuzione territoriale dei musulmani e poi la domanda per uno<br />

“stato separato musulmano”, richieste poi approvate alla riunione di Lahore nel<br />

26 Ala estrema del nazionalismo indiano, l’“induismo politico” tende a far “coincidere in<br />

maniera via via più esplicita l’appartenenza alla nazione indiana con l’appartenenza<br />

all’induismo, definito a volte come religione, a volte come civilizzazione” (Torri, 2000,<br />

cit. da Amirante, 207: 34).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!