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L'India e gli altri Nuovi equilibri della geopolitica - Ispi

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L’India e <strong>gli</strong> <strong>altri</strong><br />

Per quanto concerne le relazioni economiche, l’UE è il maggiore partner commerciale<br />

dell’India. L’interscambio di beni è passato da €25,6 miliardi nel 2000 a<br />

€67,9 miliardi nel 2010 (con un avanzo positivo per l’UE di €1,7 miliardi), benché<br />

non manchino le possibilità per un’ulteriore espansione. Anche l’interscambio dei<br />

servizi è cresciuto e nel 2010 ha sfiorato i €18 miliardi, anche qui con un avanzo positivo<br />

per l’UE di €1,7 miliardi. Il regime commerciale e regolatorio indiano è abbastanza<br />

restrittivo e non sembra mi<strong>gli</strong>orare – dal 2008 al 2011 nell’indice “ease of<br />

doing business” <strong>della</strong> BM che prende in esame 183 economie, l’India è passata dal<br />

120° al 134° posto – dato che sulle sue importazioni gravano non solo dazi, ma anche<br />

barriere non tariffarie – cioè restrizioni quantitative, licenze d’importazione, esami<br />

(testing) obbligatori e certificazione per molti prodotti – oltre a complicate e<br />

estenuanti procedure doganali. Preoccupante appare la costante crescita del deficit<br />

indiano per i manufatti, passato da 414 miliardi di rupie nel 2001-2002 a 5.420 miliardi<br />

nel 2009-2010.<br />

Dal 2003 <strong>gli</strong> investimenti dell’UE in India sono più che triplicati, passando da<br />

€759 milioni a €3 miliardi nel 2010, mentre nello stesso periodo lo stock cresceva da<br />

€11,8 miliardi a €21,7 miliardi. Molte sono le imprese europee che stanno investendo<br />

in India in settori come energia, aviazione civile, porti, IT, auto, farmaceutica, servizi<br />

finanziari e distribuzione al detta<strong>gli</strong>o. Nello stesso periodo, <strong>gli</strong> investimenti indiani<br />

nell’UE sono invece diminuiti da €3,8 a €0,6 miliardi, per cui il loro stock è sceso da<br />

€11,8 a €5,5 miliardi. Questi investimenti si sono diretti ai seguenti settori: acciaio,<br />

farmaceutica, auto, IT ed energia. Di conseguenza, ora l’India controlla due delle<br />

maggiori imprese europee dell’acciaio, Arcelor e Corus, più Jaguar e Land Rover.<br />

* * *<br />

Dalla fine del 2010, l’India sta negoziando un ALS con l’“European Free Trade<br />

Association” (EFTA), che include Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Si<br />

sperava di poter chiudere i negoziati entro il 2011, ma essi sono risultati più difficili<br />

del previsto, principalmente a causa <strong>della</strong> spinosa questione de<strong>gli</strong> IPR 4 . Nel 2010<br />

l’interscambio India-EFTA ha raggiunto €18,1 miliardi – €17,4 miliardi le importazioni<br />

e €0,7 miliardi le esportazioni indiane – un valore in crescita – era €15 miliardi<br />

nel 2009 - che dovrebbe raddoppiarsi nei prossimi cinque anni. Questo scambio ha<br />

luogo essenzialmente con la Svizzera dalla quale l’India importa macchine, prodotti<br />

farmaceutici e chimici e strumenti di precisione, mentre vi esporta tessuti, prodotti<br />

agricoli e componenti per le linee aeree. Più di 170 imprese svizzera operano in India.<br />

* * *<br />

L’India ha crescenti legami economici e politici con alcuni dei maggiori paesi<br />

europei e nonostante molti fra i minori abbiano criticato l’accordo nucleare raggiunto<br />

con <strong>gli</strong> USA, Francia e Inghilterra – i due paesi nucleari europei – hanno appog-<br />

4 L’India teme che alcune disposizioni del progetto di accordo UE-India per proteggere<br />

<strong>gli</strong> IPR minaccino la sua produzione di farmaci a basso costo – in larga misura dovuta alle<br />

leggi vigenti in India che regolano <strong>gli</strong> IPR – e ostacoli la loro vendita nell’India stessa e<br />

nei PVS (Mazzone, 2001: 6).

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